Il film descrive le giornate di Michele, studente universitario, i suoi rapporti con i genitori e la sorella Valentina, quelli con le ragazze e la sua vita di gruppo. Vediamo lui e i suoi amici discutere del più e del meno ai tavoli di un bar o parlare dai microfoni di una radio privata. Assistiamo alle discussioni suscitate nella famiglia di Michele dalla decisione di Valentina di partecipare all'occupazione di una scuola, alla bizzarra corte che Michele fa alla ragazza di un suo amico, ai tentativi del giovane e dei suoi compagni di aiutare una schizofrenica, Olga, a vincere la sua malattia, a una stravagante sessione d'esami, a sedute collettive di autocoscienza e di autoconfessione. Arriva l'estate e Michele si ritrova solo e annoiato. Poi i suoi amici tornano dalle vacanze e tutto ricomincia come prima. Una sera tutti insieme decidono di andare da Olga: invece, tranne Michele, ognuno si perde per strada, distratto da futili svaghi.
SCHEDA FILM
Regia: Nanni Moretti
Attori: Nanni Moretti - Michele, Luisa Rossi - Madre di Michele, Fabio Traversa - Mirko, Lina Sastri - Olga, Glauco Mauri - Padre di Michele, Piero Galletti - Goffredo, Susanna Javicoli - Silvia, l'aiuto regista, Cristina Manni - Cristina, Lorenza Ralli - Valentina, Maurizio Romoli - Cesare, Carola Stagnaro - Flaminia, moglie di Cesare, Paolo Zaccagnini - Vito, Giorgio Viterbo - Intervistatore di TeleCalifornia, Simona Frosi - Simona, ex fidanzata di Michele, Vincenzo Vitobello - Amico dell'Etiope, Age - Prof. agli esami, Maurizio De Taddeo - Studente, Mauro Fabretti - Studente, Sandro Conte - Studente, Luigi Moretti - Attore disoccupato, Giampiero Mughini - Intellettuale, Andrea Pozzi - Goffredo da bambino, Cristiano Gentili - Alvaro Rissa, il poeta, Alberto Abruzzese - Alberto, amico di Olga, Benedetta Bini - Moglie di Alberto, Augusto Minzolini - Amico di Valentina, Filippo La Porta - Proprietario del 'Capricorno', Nadia Fusini - Donna della Radio Libera, Luciano Agati - Uomo della Radio Libera, Roberto De Lellis - Membro del collettivo politico, Giampiero Lombardo - Professore, Pier Farri - Regista, Maria Bufalini, Carla Taviani, Guido Parlatore, Francesca Ghiotto
Soggetto: Nanni Moretti
Sceneggiatura: Nanni Moretti
Fotografia: Pino Pinori
Musiche: Franco Piersanti
Montaggio: Enzo Meniconi
Scenografia: Massimo Razzi, Gianni Sbarra
Arredamento: Massimo Razzi
Costumi: Lina Nerli Taviani, Fabrizia Magnini
Effetti: Pablo Mariano Picabea, Andrea Baracca, Paolo Verrucci
Durata: 103
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: EASTMANCOLOR VISTAVISION
Produzione: MARIO GALLO PER FILMALPHA, ALPHABETAFILM, CON IL CONTRIBUTO DEL MINISTERO DEL TURISMO E DELLO SPETTACOLO
Distribuzione: CIDIF CAD (1978) - PANARECORD, L'UNITA' VIDEO
Data uscita: 2006-12-06
NOTE
- GIRATO NEI MESI DI SETTEMBRE E OTTOBRE 1977 IL FILM USCI' L'8 MARZO 1978, LA SETTIMANA PRIMA DEL SEQUESTRO MORO.
- FONICO DI PRESA DIRETTA: FRANCO BORNI.
- NEL 2006 IL FILM E' TORNATO IN SALA IN UN'EDIZIONE RESTAURATA.
CRITICA
"Cosa vuol dire "Ecce Bombo"? Forse "Ecco una bomba!", oppure "ecco un uomo ingrassato e rimbecillito dal consumo delle mode". La seconda ipotesi è più attendibile. Moretti non è un rivoluzionario né un violento, anche se come autore è nato nel circuito alternativo. Il suo primo film "Io sono un autarchico", girato in super 8, costato tre milioni e mezzo, dopo aver riportato un successo che non ha precedenti nel formato ridotto, è stato perfino trasmesso in TV. Come in "Io sono un autarchico", anche in "Ecce Bombo" Moretti fa una satira della generazione post - sessantottesca, coi suoi miti nevrotici e impolverati. Moretti stesso, col suo nuovo film, prodotto per il circuito commerciale e costato sui duecento milioni, è una testimonianza della morte del sessantottismo. Nel '68 si teorizzava l'uso del video- tape e dei super 8 per rivoluzionare l'informazione. Moretti lo ha usato per dare la scalata al cinema". (Claudio Lazzaro "L'Europeo").
"A dispetto dell'eventuale gusto nel cogliere oggi Moretti in fallo, la ricchezza di 'Ecce bombo' sta proprio nel rapporto tra la sua ispirazione solitaria, aspramente autocritica e sgradevolmente aggressiva, tra la sua soggettività deformante e un po' malata, tra il suo estremismo sofferto e autolesionista, e l'esito che ne ha fatto un oggetto cinematografico di culto, 'epocale', in cui se non tutti molti (e tanti altri si sono aggiunti strada facendo) hanno potuto vedersi rappresentati. E' per questo che un piccolo film abbastanza rudimentale si può ripresentare oggi con la certezza che parla di noi, di come eravamo e di come siamo diventati." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 8 dicembre 2006)