Dino e Anna sono sposati e si amano, anche se la loro non è una relazione convenzionale. Infatti, tra loro non c'è mai stato un rapporto sessuale, nonostante entrambi abbiano avuto altre relazioni e diverse esperienze. Dino, personalità complessa a causa di alcuni drammatici eventi familiari, vive una profonda sofferenza per la situazione che si è creata con Anna. Tormentato per non riuscire a vivere con sua moglie tutte le esperienze di un rapporto d'amore, si trascina in un comportamento evasivo ed estremo, che peggiora il suo senso di colpa e di vuoto. Fino a quando deciderà di andare alla ricerca degli ex fidanzati di Anna...
SCHEDA FILM
Regia: Paolo Franchi
Attori: Isabella Ferrari - Anna, Jean-Marc Barr - Dino, Luca Argentero - Alessandro, Filippo Nigro - Scambista, Eva Riccobono - Prostituta sfregiata, Anita Kravos - Prostituta, Jean-Pierre Lorit - Ing. Laudani, Christian Burruano - Giovane amante di Anna, Maurizio Donadoni - Carlo, Romina Jr Carrisi - Chiara
Soggetto: Paolo Franchi
Sceneggiatura: Paolo Franchi, Daniela Ceselli, Rinaldo Rocco, Heidrun Schleef
Fotografia: Cesare Accetta, Vincenzo Carpineta, Vincenzo Carpineta
Musiche: Philippe Sarde
Montaggio: Alessio Doglione, Paolo Franchi
Scenografia: Gian Maria Cau
Costumi: Alessandro Lai
Effetti: M.A.G. Special Effects
Suono: Mario Iaquone, Francesco Liotard
Durata: 89
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM
Produzione: NICOLETTA MANTOVANI PER PRODUZIONE PAVAROTTI INTERNATIONAL 23 SRL, IN ASSOCIAZIONE CON A MOVIE PRODUCTIONS
Distribuzione: OFFICINE UBU
Data uscita: 2012-11-22
TRAILER
NOTE
- HA OTTENUTO IL CONTRIBUTO DEL MIBAC E DELL' APULIA FILM COMMISSION.
- PREMIO PER LA MIGLIORE REGIA E PREMIO PER LA MIGLIORE INTERPRETAZIONE (ISABELLA FERRARI) ALLA VII EDIZIONE DEL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA (2012).
CRITICA
"L'amore ai tempi della castità, come una maledizione che impedisce l'intesa erotica quando quella emotiva è troppo forte. Ne aveva già parlato a suo tempo Alberto Moravia, e ora lo fa di nuovo Paolo Franchi, con 'E la chiamano estate', in concorso al Festival di Roma che si apre oggi: «L'idea viene dalla lettura di un caso riportato sulla rivista della Società Psicoanalitica italiana, parlava di questa scissione tagliente tra eros e sentimento, ho pensato fosse interessante svilupparla». Lei è Isabella Ferrari, una preda morbida e sognante cui manca solo il cacciatore. Lui è Jean-Marc Bare, un uomo innamorato che affoga l'impossibilità di averla nell'oscura routine dei rapporti a pagamento consumati nel giro degli scambisti." (Fulvia Caprara, 'La Stampa', 9 novembre 2012)
"Parte con le immagini di un suggestivo chiaro di luna sulla superficie tremolante del mare e le note di una canzone di Bruno Martino, in voga anni fa: 'E la chiamano estate'. Prosegue in un luminoso appartamento dove una donna discinta si adagia accanto a un uomo vestito, tentando un approccio sessuale che lui rifiuta. Qui spira un'aria che suggerisce l'idea di un film surreale, giocato su un registro fra l'ironico e lo straniato, nello stile (poniamo) di un Buñuel o di un Almodóvar. Ma no, si scopre presto che il regista Paolo Franchi ha altro per la mente e che, al pari dei suoi personaggi, si prende molto sul serio. Afflitto dal dramma di riuscire a far sesso solo con prostitute e scambisti e non con la donna amata, Jean-Marc Barr mantiene tutto il tempo un'espressione di cupa infelicità concedendosi di tanto in tanto una lacrima; mentre Isabella Ferrari ha uno sguardo perso nel vuoto per la frustrazione di non essere carnalmente amata. Spesso tacciono ed è un bene perché i dialoghi rasentano il ridicolo. Sulla disperazione e la solitudine di un erotomane compulsivo, incapace di associare il sesso al sentimento, c'è un magnifico film, ma si intitola 'Shame'." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 22 novembre 2012)
"Storia tanto pretenziosa quanto involontariamente comica per dialoghi e situazioni. I primi piani degli organi sessuali maschili sintetizzano perfettamente il film, non a caso, premiato a Roma." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 22 novembre 2012)
"Spiacerà a chi non gradisce i registi che scoprono l'acqua calda. Paolo Franchi si atteggia ad autore, giungendo però buon quarantesimo su un tema sul quale quarantacinque anni fa Luis Buñuel con 'Bella di giorno' aveva già detto tutto. Il film più fischiato all'ultimo Festival di Roma. Ma anche il più premiato. A torto, ovviamente. Anche Isabella Ferrari in passato, agitandosi tra le lenzuola aveva fatto di più e di meglio." (Giorgio Carbone, 'Libero', 22 novembre 2012)
"Arriva (...) sugli schermi 'E la chiamano estate' di Paolo Franchi, il cui premio alla regia all'ultimo Festival di Roma ha suscitato l'indignazione del pubblico, della stampa italiana e di quella straniera." (Alessandra De luca, 'Avvenire', 22 novembre 2012)