TRAMA BREVE
Nel selvaggio west, i fratelli Luke e Elijah si innamorano entrambi della stessa ragazza, Lilith. Sconfitto nell'atipica gara, Luke lascia l'America per l'Europa mentre Elijah sposa Lilith. Nel vecchio Continente la rabbia a lungo covata esplode d'improvviso e Luke, in Macedonia, diventa un mercenario che uccide per denaro. La sua personale rivoluzione assume di colpo un volto umano quando incontra Neda, una giovane donna incinta, che lo salva da morte sicura. Un secolo dopo, a New York, un ladro disperato, Edge, tenta di portare via tutti gli averi ad una donna anziana, Angela. Questa gli permetterà di impossessarsi di tutto solo se Edge accetterà di ascoltare la storia di due fratelli che, tanto tempo prima, si separarono per amore di una donna...
TRAMA LUNGA
Alla fine del ventesimo secolo, a New York, Edge, un disperato ladro di colore, entra nell'appartamento di una signora molto anziana con l'obiettivo di portare via una buona refurtiva. La donna però si mostra tutt'altro che indifesa, rovescia le parti ed entra in colloquio con il ladro. Gli permetterà quindi di impossessarsi delle sue antiche monete d'oro solo se sarà disposto ad ascoltare una storia che forse la riguarda. Si torna allora indietro di circa cento anni, nello scenario selvaggio del West. Qui due fratelli si innamorano della stessa donna. Lei, Lilith, sceglie il minore, Elijah. Luke, il maggiore, molto amareggiato, decide di cambiare vita e si trasferisce in Europa. Per vari motivi, arriva in Macedonia, in un contesto territoriale dove domina la legge del più forte. Ben presto Luke si adegua alla situazione: diventa uno spietato mercenario e partecipa agli scontri sempre più cruenti tra le numerose bande locali. Qualcuno dice che si tratta di una rivoluzione. Luke non capisce, continua a sparare e ad uccidere. Si ritrova di fronte Elijah, che ha sposato Lilith poi morta, e sta per soccombere quando Neda, una giovane insegnante incinta, lo salva da una morte sicura. Neda partorisce, poi a sua volta viene uccisa. Ora Eljiah prende in braccio la figlia di Neda. Un aereo passa sopra di lui, a simboleggiare il ritorno in America: quella neonata è la vecchia che ha iniziato a raccontare la storia.
SCHEDA FILM
Regia: Milcho Manchevski
Attori: Joseph Fiennes - Elijah, David Wenham - Luke, Adrian Lester - Edge, Anne Brochet - Lilith, Rosemary Murphy - Angela, Nikolina Kujaca - Neda, Vlado Jovanovski - Teacher, Salaetin Bilal - Il Maggiore, Matthew Ross - Stitch, Louise Goodall - Angela Da Giovane, Margaret Gibson - Bone, Tamer Ibrahim - Kemal, Carlton Jarvis - Medico, Vera Farmiga - Amy, Eric Colvin - Adolf, Saundra McClain - Infermiera
Soggetto: Milcho Manchevski
Sceneggiatura: Milcho Manchevski
Fotografia: Barry Ackroyd
Musiche: Kiril Dzajkovski, Alexander Balanescu
Montaggio: Nicolas Gaster
Scenografia: David Munns
Costumi: Ane Crabtree, Meta Sever, Anne Jendritzko
Effetti: Clive R. Kay, Marijan Karoglan, Creationsfx
Durata: 127
Colore: C
Genere: DRAMMATICO WESTERN
Specifiche tecniche: 35MM (1:85)
Produzione: HISTORY DREAMS - ENA FILM - FANDANGO - SHADOW FILMS - BSKYB - BRITISH SCREEN - FILM CONSORTIUM - FILM COUNCIL - NATIONAL LOTTERY - THE FILM CONSORTIUM - THE PARANOID CELLULOID CO. LTD.
Distribuzione: MEDUSA DISTRIBUZIONE
Data uscita: 2002-04-05
NOTE
PRESENTATO FUORI CONCORSO ALLA 58^ MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA
CRITICA
Dalle note di regia: "Quello che conta è come la violenza viene usata e un vecchio insegnamento di Bergman: il cinema è il modo migliore per mostrare il rito della violenza di cui una società è impregnata."
"'Dust' contiene tutto e il contrario di tutto, traversa il tempo e lo spazio, sintetizzandolo come un dipinto cubista, è nuovo e vecchio al tempo stesso. Insomma è un gran pasticcio: costellato di momenti visivamente potenti ma comunque un gran pasticcio (...) Mentre trapelano sporadici omaggi all'esotismo di Hugo Pratt, inclusa l'ironica comparsata di Corto Maltese, 'Dust' si abbandona a espedienti da vecchio metacinema, come il ritocco delle inquadrature con sparizione a vista di personaggi. Poi la polvere torna alla polvere e il film viene rapidamente archiviato, con molta perplessità". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 30 agosto 2001)
"Non facciamone un dramma non è la fine del mondo; e non è certo neanche una novità. Ma certo dispiace vedere la Mostra del cinema inaugurata, fra trombe e tamburi, con un film veramente brutto. Mi rendo conto che il giudizio è alquanto sommario; eppure non posso tacere la mia delusione di fronte a 'Dust'. Anche perché Manchevski, già Leone d'oro con il graffiante 'Prima della pioggia', è una scoperta della rassegna lidense. Affiora perfino il dubbio che non sia stata vera gloria: e se nel 1994 ci fossimo sbagliati tutti, critici, pubblico e giuria?". (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 30 agosto 2001)
"C'è un bel film dentro il film di Manchevski, e questo film parla di affetto, memoria, destini incrociati. Ma per rintracciare questo sub-film bisogna sorbirsi un western efferatissimo e barocco (...) Come se l'accumulo frenetico di trovatine metanarrative e di cortocircuiti né inediti né spiazzanti fra ieri e oggi, potesse dare sostanza a un film che vorrebbe tanto essere un western post moderno, ma a forza di menare il can per l'aia finisce per ricordare non tanto Leone ma D'Alatri, il D'Alatri dello spot Telecom con Lopez che rimanda in eterno la propria fucilazione. Fa male pensare che il regista del bellissimo 'Prima della Pioggia' ha passato sette anni a litigare con gli studios prima di mettersi in caricatura al suo secondo film". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 30 agosto 2001).
"Nella sua struttura temporale, circolare, di eterno ritorno 'Dust' è meglio raccontato che visto. La parte americana è pensata per vendere il film sul mercato d'oltreoceano, ma ad occhi europei è un estenuato dejà vu. Quanto alla parte macedone, che almeno è insolita, è vista secondo l'angolazione del western italiano. Manchevski ammette di essere cresciuto fra quei film e pazienza che non se ne vergogni. Ma perché l'ostenta?". (Maurizio Cabona, 'Il giornale', 30 agosto 2001)
"Ci sono due film in 'Dust' di Milko Manchewski. Il primo parla di affetto, memoria, destini incrociati. Il destino che lega quella Sheherazade vecchia e malata al ladro che la sta a sentire anche perché mira al suo tesoro. Il secondo è un western efferatissimo e barocco dove due fratelli rivali in amore tentano di scannarsi prima negli Usa, poi nella Macedonia devastata dalle truppe ottomane, fra bande armate e sgozzamenti, decapitazioni, anacronismi, bizzarrie (appaiono Freud e Corto Maltese, uno spaesante 'rap' irrompe in Macedonia, la scena si popola o si svuota seguendo gli umori della narratrice...). Per qualcuno è un 'cult'. Per noi l'accumulo di trovatine metanarrative e di cortocircuiti ieri/oggi è così insistito e sfibrante da generare tedio e sconcerto: possibile che l'autore del bellissimo 'Prima della pioggia' abbia lottato 7 anni per arrivare a questo?". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 5 aprile 2002)
"I massacri balcanici, il sangue d'Europa, il conflitto atroce fra fratelli, la ferocia sempre simile nel primo Novecento come oggi, in Macedonia come a New York; l'analogia tra briganti macedoni e cowboys americani, la lacerazione di chi è nato in Macedonia e lavora negli Stati Uniti. A tutto questo allude 'Dust' del macedone trasferito a Hollywood, Milcho Manchevski (...) L'enfasi da melodramma o da epopea sanguinosa è corretta da tocchi ironici". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 5 aprile 2002)