DUETTO VAGABONDO

ITALIA 1938
Due giovani, che hanno aperto una agenzia di informazioni, non riescono a sbarcare il lunario. Ma, proprio mentre il loro padrone di casa li sta sfrattando per via legale, incontrano una giovane vedova che li incarica di indagini sul conto di un aspirante alla mano della zia, ricca possidente di campagna. I due compari accettano entusiasticamente e si installano nella villa della zia ove, grazie soprattutto al caso, riescono a svelare la vera identità del pretendente; e a dimostrare come egli, di notte tempo inscenasse episodi di spiriti folletti nelle proprietà della ricca signora allo scopo di svalutarle e acquistarle sotto costo. L'avvenire dei due soci è assicurato dopo la brillante operazione, tanto più che, nel loro breve soggiorno, hanno avuto modo di innamorarsi, ricambiati, delle denarose clienti.
SCHEDA FILM

Regia: Guglielmo Giannini

Attori: Pedro Valdes, Iris De Santis, Dida Spaida, Giovanni Rosa, Leda Gloria - Vedova, Enrico Viarisio - Toto, Pina Renzi - La Zia, Franca Volpini - La Cameriera, Aristide Baghetti, Giovanni Conforti, Nino Besozzi - Gege', Checco Durante, Vittorio Vaser, Mario Giannini, Carlo Lombardi, Achille Majeroni, Arnaldo Martelli, Checco Rissone, Lauro Gazzolo, Olinto Cristina

Soggetto: Guglielmo Giannini

Sceneggiatura: Guglielmo Giannini

Fotografia: Mario Albertelli

Musiche: Alberto Paoletti

Scenografia: Armando Foresti

Durata: 78

Colore: B/N

Genere: COMMEDIA

Produzione: ANGELO BESOZZI PER L'AURORA FONOROMA

Distribuzione: ICI

NOTE
DIRETTORE DI PRODUZIONE: VALENTINO BROSIO.
AIUTO REGISTA: CARLO BORGHESIO.
CRITICA
"(...) Seguii le avventure davvero mirabolanti di Besozzi e Viarisio, ormai inseparabili sia nella buona che nella cattiva sorte, nei buoni e nei cattivi film. (...) Non giudicherò dunque Duetto Vagabondo. Del resto il pubblico del cinematografo, composto di donne infagottate, di studenti, di soldati e di marinai, mi parve che si divertisse molto ai lazzi di Besozzi e Viarisio e alle spiritosaggini che infiorano il film. Le risate erano frequenti e rumorose. E un aria gelida (...) codeste risate fresche e squillanti riuscivano quasi a riscaldare l'ambiente o almeno a dare l'illusione di riscaldarlo un poco. Del che dobbiamo essere grati, soprattutto, a Guglielmo Giannini". (A.Franci, "Illustrazione Italiana" n.3, 15/1/1939).