Nel novembre del 1989, a Dublino, il fornaio Bimbo, con moglie e tre figli, viene licenziato. Dopo vane ricerche ha l'idea di comperare, con i soldi della liquidazione, un furgoncino per vendere pesce e patatine e coinvolge nell'idea l'amico disoccupato Larry. Nell'estate del 1990, quando l'Irlanda disputa i mondiali di calcio in Italia, gli affari sembrano andare a gonfie vele. Ma di fronte all'aumentare degli affari aumentano anche le incomprensioni fra i due soci.
SCHEDA FILM
Regia: Stephen Frears
Attori: Colm Meaney - Larry, Donal O'Kelly - Bimbo Reevers, Ger Ryan - Maggie, Caroline Rothwell - Mary, Brendan O'Carroll - Weslie, Stuart Dunne - Sam, Jack Lynch - Cancer, Claude Clancy - Leo il barista, Linda McGovern - Jessica, Eoin Chaney - Wayne, Rúaidhrí Conroy - Kevin, Meses Rowen - Glenn, Neilí Conroy - Diane, Laurie Morton - La madre di Maggie
Soggetto: Roddy Doyle
Sceneggiatura: Roddy Doyle
Fotografia: Oliver Stapleton
Musiche: Richard Hartley, Eric Clapton
Montaggio: Mick Audsley
Scenografia: Mark Geraghty
Costumi: Consolata Boyle
Effetti: Graham Bushe, Marty Kelly
Durata: 98
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: NORMALE A COLORI
Tratto da: romanzo omonimo di Roddy Doyle, edito da Ugo Guanda Editore
Produzione: LYNDA MYLES PER DEADLY FILMS IN ASSOCIAZIONE CON BBC FILMS E FOX SEARCHLIGHT
Distribuzione: MIKADO FILM (1996) - BMG VIDEO
NOTE
- REVISIONE MINISTERO NOVEMBRE 1996.
CRITICA
" 'Due sulla strada' è più croccante e spiritoso nella prima parte, sulla musica martellante di Eric Clapton, e ha il merito di mettere in luce il talento esplosivo di Colm Meaney, il quale pur conservando in casa il ritratto di John Wayne assomiglia piuttosto a un altro attore fordiano, il 'Traditore' Victor McLaglen. Nell'arrivare in fondo con un po' di fiatone, il filmetto perde in vivacità ma non in simpatia. (Tullio Kezich, 'Il Corriere della Sera', 14 dicembre 1996).
"Se la conclusione racconta la sconfitta d'un tentativo di mutare lavoro e status sociale, il film è così divertente, così poco lamentoso, tanto ricco di autoironia e vitalità, da restare in bilico sul confine sottile che divide la saga folcloristica sul carattere irlandese dall'epopea popolare di fatica, dolore, coraggio; e anche lo stile del regista Stephen Frears oscilla tra realismo e semplificazione, tra impegno sociale e piattezza cinematografica". (Lietta Tornabuoni, 'L'Espresso', 19 dicembre 1996).
"Dopo la rabbia dei figli, la solidarietà dei padri. Continuando a raccontare sullo schermo le avventure degli abitanti di Barrytown (a partire dai libri di Roddy Doyle, già all'origine di 'The Commedians' e 'The Snapper'), Frears affronta il tema della sopravvivenza quotidiana attraverso le disavventure di due disoccupati, Larry e Bimbo. Ma non lo fa con la crudezza del pamphlet politico, piuttosto con l'ironia della commedia di costume. A Frears non interessa tanto la lettura sociologica di una situazione che affonda le sue radici in problemi vecchi di decenni quanto il risvolto umano che può nascere da questa situazione di bisogno". (Paolo Mereghetti, 'Sette del Corriere della Sera', 19 dicembre 1996).