La 27enne Mavie, aspirante scrittrice piena di dubbi e incertezze, si è da poco trasferita a Parigi dalla provincia ed è alla ricerca della sua strada nella vita. George, è un cinico e solitario bibliotecario di 76 anni, che invece non si aspetta nulla. I due, insieme, formano un'amicizia non convenzionale, dove l'amore assume molte forme e cambia le loro strade, divergenti e parallele.
SCHEDA FILM
Regia: Élise Girard
Attori: Lolita Chammah - Mavie, Jean Sorel - Georges, Virginie Ledoyen - Felicia, Pascal Cervo - Roman, Bellu Bellali - Proprietario del caffè, Nicolas Combet - Cliente del caffè, Max Robin - Cliente, Ronald Chammah - Antonio
Sceneggiatura: Anne-Louise Trividic, Élise Girard
Fotografia: Renato Berta
Musiche: Bertrand Burgalat
Montaggio: Thomas Glaser
Scenografia: Caroline Leroy
Altri titoli:
Strange Birds
Durata: 70
Colore: C
Genere: DRAMMATICO COMMEDIA
Produzione: KINOELEKTRON, REBORN PRODUCTION
NOTE
- PRESENTATO AL 67. FESTIVAL DI BERLINO (2017) NELLA SEZIONE 'FORUM'.
CRITICA
"(...) bel film di Elise Girard (...) splendida Lolita Shamrvah (...) effervescente Virginie Ledoyen (...) Jean Sorel sempre bellissimo a 80 anni (...). Una storia d'amore: questo è 'Drôles d'oiseaux', sospesa in un tempo fuori dal tempo anche se siamo oggi, narrata con pudore, affidata alla grana letteraria delle parole. (...) La regista depista, svia, nell'ellissi della relazione amorosa lascia entrare, in modo altrettanto discreto, altri passaggi importanti come il rapporto tra le generazioni e la trasmissione di un'esperienza politica coi suoi errori e le sue sconfitte, il buco che si è creato tra gli anni della militanza e delle battaglie più dure e il presente. Ma anche il suo possibile legame, quantomeno un passaggio, una differente prospettiva del mondo. (...) non è un film sugli «anni di piombo» 'Drôles d'oiseaux' ma sulla trasmissione dei vissuti, su come confrontarsi con un passato quasi ignoto, senza cadute nostalgiche, ma con la consapevolezza del presente. È l'incontro amoroso che permette una sorta di «passaggio» come lo sguardo impercettibile tra i due uomini, Giorgio e il giovane nuovo amore di Mavia alla fine, che sembrano consegnarsi un orizzonte di possibilità. E' l'idea che qualcosa può ancora accadere." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 16 febbraio 2017)