Nobita, Shizuka, Gian e Suneo impazziscono letteralmente per una nuova serie televisiva: "Gli eroi dello spazio". Nobita, in particolare, sogna ad occhi aperti davanti al televisore di diventare un grande supereroe proprio come i suoi beniamini in TV. Decide così di girare un film di supereroi. Peccato che Gian, Suneo e Shizuka, lo abbiano anticipato escludendolo dal progetto. Nobita, disperato, si rivolge a Doraemon che, grazie a un Chiusky Robot capace di creare degli straordinari scenari virtuali, riesce a convincere i ragazzi a includere lui e Nobita nel progetto. Insieme iniziano a filmare le prime scene, ma ben presto si ritrovano catapultati in una realtà che va ben oltre la loro immaginazione. Un abitante di un pianeta lontano, Aron, chiede loro aiuto per salvare il proprio popolo da un gruppo di malvagi pirati spaziali. I ragazzi, convinti che Aron faccia parte della sceneggiatura del film, accettano la missione senza esitare. Ben presto si accorgeranno di non essere su un set cinematografico, ma dimostreranno di essere degli eroi anche nella realtà.
SCHEDA FILM
Regia: Yoshihiro Osugi
Altri titoli:
Doraemon: Nobita and the Space Heroes
Durata: 100
Colore: C
Genere: ANIMAZIONE
Produzione: ASATSU DK, FUJIKO PRO, SHIN-EI ANIMATION, SHOGAKUKAN, TV ASAHI
Distribuzione: LUCKY RED (2016)
Data uscita: 2016-01-28
TRAILER
CRITICA
"Non certo in grado di competere con la Disney e il suo 'Big Hero 6'; ma abbastanza buono per un pubblico sotto i dodici anni." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 28 gennaio 2016)
"Torna il gatto robot giapponese che entrato nell'immaginario del pubblico piccino una quarantina d'anni fa non è più uscito (tra film, telefilm fumetti e videogame). (...) Piacerà a chi era bambino teledipendente negli '80 e non potrà non essere contento di ritrovare il tempo perduto in compagnia del gatto blu. E non esiterà a dividere la contentezza con figli e nipoti." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 28 gennaio 2016)
"Lungometraggio numero 36 sul gatto del futuro, con trovate simpatiche e ben sceneggiato." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 28 gennaio 2016)