Dopo la guerra

2/5
Buoni interpreti, regia non disprezzabile, ma sceneggiatura imbelle e perfino scorretta: l'esordio di Annarita Zambrano non è all'altezza del tema che s'è scelto

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FRANCIA 2017
Bologna, 2002. La protesta contro la riforma del lavoro esplode nelle università. L'assassinio di un
giusvalorista riapre vecchie ferite politiche tra Italia e Francia. Marco, ex-terrorista, condannato per omicidio
e rifugiato in Francia da 20 anni grazie alla Dottrina Mitterand, che permetteva agli ex terroristi di trovare
asilo oltre Alpe, è sospettato di essere il mandante dell'attentato. Quando il governo Italiano ne chiede
l'estradizione, Marco decide di scappare con Viola, sua figlia adolescente. La sua vita precipita, portando nel
baratro anche quella della sua famiglia italiana, che, da un giorno all'altro, si ritrova costretta a pagare per le
sue colpe passate.
SCHEDA FILM

Regia: Annarita Zambrano

Attori: Giuseppe Battiston - Marco, Barbora Bobulova - Anna, Charlotte Cétaire - Viola, Fabrizio Ferracane - Riccardo, Elisabetta Piccolomini - Teresa, Marilyne Canto - Marianne, Jean-Marc Barr - Jérôme, Carolina Lanzoni - Bianca

Sceneggiatura: Annarita Zambrano, Delphine Agut

Fotografia: Laurent Brunet

Musiche: Grégoire Hetzel

Montaggio: Muriel Breton

Scenografia: Paul Chapelle - Francia, Maria Teresa Padula - Italia

Costumi: Séverine Cales - Francia, Ursula Patzak - Italia

Altri titoli:

Après la guerre

After the War

Durata: 100

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: SCOPE

Produzione: TOM DERCOURT, STEPHANIE DOUET, MARIO MAZZAROTTO PER SENSITO FILMS, CINÉMA DE FACTO, MOVIMENTO FILM, IN COPRODUZIONE CON MOVIMENTO FILM

Distribuzione: I WONDER PICTURES (2018)

Data uscita: 2018-05-03

TRAILER
NOTE
- REALIZZATO CON IL SUPPORTO DI: CNC-AVANCE SUR RECETTES, REGION NOUVELLE AQUITAINE, CONSEIL DEPARTEMENTAL DES LANDES, FONDATION GAN POUR LE CINEMA, CINEMAGE 11, COFINOVA 13, PROCIREP, UFUND, TAX SHELTER BELGE.

- IL FILM È STATO RICONOSCIUTO DI INTERESSE CULTURALE DAL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI - DIREZIONE GENERALE CINEMA, CON IL SOSTEGNO DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA E CON IL CONTRIBUTO DI UNIPOL BANCA, CON LA COLLABORAZIONE DELLA FILM COMMISSION BOLOGNA E LA CINETECA DI BOLOGNA.

- LA SCENEGGIATURA È STATA SVILUPPATA CON IL SOSTEGNO DI: CICLIC-RÉGION CENTRE-VAL DE LOIRE, PRIX DU JURY DU PRIX SOPADIN DU SCÉNARIO, EMERGENCE.

- IN CONCORSO AL 70. FESTIVAL DI CANNES (2017) NELLA SEZIONE 'UN CERTAIN REGARD'.

- CANDIDATO AI NASTRI D'ARGENTO 2018 PER: MIGLIOR REGISTA ESORDIENTE, MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA (GIUSEPPE BATTISTON).
CRITICA
"(...) il film, che la regista ha scritto insieme a Delphine Agut, abbandona subito l'indagine poliziesca (non sapremo se Marco è coinvolto o no) per raccontare invece le ricadute che quelle scelte - la lotta armata, lo scontro con lo Stato e il rifiuto della sua giustizia - hanno su chi ne paga solo le colpe: la figlia che si vede strappata alla sua vita e alle sue amiche, la sorella (Barbora Bobulova) che vive a Bologna e ha un marito giudice (Fabrizio Ferracane), la vecchia madre (Elisabetta Piccolomini). 'Dopo la guerra' non propone soluzioni «politiche» al problema dei terroristi che non hanno rinnegato le loro idee (come vediamo fare da Marco durante una tesissima intervista con una giornalista durante la latitanza), piuttosto ne ribadisce l'ineluttabile tragicità, ricordando l'esistenza di una ferita che nessuno sembra capace di chiudere e che il film riapre nella sua dolorosa drammaticità." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera, 24 maggio 2017)

"Costruito come un tragedia greca sulla colpa che si trasmette dai genitori ai figli, da un paese all'altro, il film della Zambrano riflette su un tema ancora assai spinoso per l'Italia, mai veramente metabolizzato, analizzato e superato." (Alessandra De luca, 'Avvenire', 24 maggio 2017)

"Un film a sfondo politico ma profondamente ancorato all'umano che interroga la coscienza individuale e collettiva dentro a un 'post' carico di colpe, rimossi, ferite aperte e domande sospese. Ed è proprio sulle domande che Zambrano costruisce la propria narrazione, nutrita di ricordi infantili (...) e di tanto studio, fra incontri e documentazione. (...) Il film, sostanzialmente, lavora sulla trasmissione del carico della colpa, privata e pubblica, d'impianto classico ma sempre attuale." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 24 maggio 2017)