Tre storie d'amore: Matsumoto e Sawako sono una coppia felice, ma l'invadenza dei genitori e l'ambizione spingono il ragazzo a compiere una tragica scelta; Hiro è un vecchio boss della Yakuza che si trova nuovamente al parco dove trent'anni prima, quando era solo un povero operaio, incontrava la sua amata, abbandonata per inseguire il successo; Haruna è una famosissima pop star, ma ora passa il tempo a guardare il mare, con il viso coperto da bende a causa di un tragico incidente stradale e Nukui, il suo fan più devoto, vuole dimostrarle tutto il suo affetto...
SCHEDA FILM
Regia: Takeshi Kitano
Attori: Miko Kanno - Sawako, Hidetoshi Nishijima - Matsumoto, Tatsuya Mihashi - Hiro, Chieko Matsubara - Donna nel parco, Kyoko Fukuda - Haruna, Tsutomu Tageshige - Nukui
Soggetto: Takeshi Kitano
Sceneggiatura: Takeshi Kitano
Fotografia: Katsumi Yanagijima
Musiche: Joe Hisaishi
Montaggio: Takeshi Kitano
Scenografia: Norihiro Isoda
Costumi: Yohji Yamamoto
Durata: 113
Colore: C
Genere: DRAMMATICO ROMANTICO
Specifiche tecniche: ARRIFLEX 535B, 35 MM (1:1.85)
Produzione: BANDAI VISUAL COMPANY, OFFICE KITANO, TV TOKYO, TOKYO FM BROADCASTING CO.
Distribuzione: MIKADO FILM
Data uscita: 2002-10-31
NOTE
- PRESENTATO IN CONCORSO ALLA 59MA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA (2002)
CRITICA
"Di fronte ad un film come 'Dolls' è difficile sorvolare sugli sbadigli, i colpi di sonno e gli sguardi continui all'orologio. Al maestro giapponese Takeshi Kitano i Festival e i premi occidentali devono aver montato la testa. (...) Ha un bell'antonioneggiare, il bravo Takeshi, ma i film della retrospettiva sono là per attestare che di Antonioni ce n'è uno solo". (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 6 settembre 2002)
"Gli esseri umani sono marionette, esposte a tutti i colpi del destino, e come marionette 'Dolls' mette in scena personaggi e attori. Senza lasciarsi andare ai soliti stereotipi sul fatalismo del Sol Levante, ciò che colpisce è il modo in cui il regista 'orientalizza' il proprio stile rendendolo ancora più arcano e scarno, fino ad attribuire altrettanto significato alle pause che ai (rari) momenti di azione; una tendenza che i suoi fans conoscono bene ma che qui si estremizza in inquadrature ferme, giocate su variazioni di luminosità e sospensioni del tempo". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 2 novembre 2002)
"Al maestro giapponese Takeshi Kitano, laureato a Venezia nel 1997 con il memorabile 'Hana Bi', i festival e i premi occidentali devono aver dato alla testa. Tipico esempio del genere che gli americani chiamano 'arty', vale a dire pretenzioso, il nuovo film 'Dolls' intreccia tre aneddoti che si ispirano allo stile marionettistico del Bunraku". (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 2 novembre 2002)