Dirty Difficult Dangerous

3/5
Storia d’amore clandestina nella Beirut di oggi: Wissam Charaf trascende la denuncia sociale nel romanticismo fiabesco. Premio Label Europa Cinemas a Venezia 79

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FRANCIA, ITALIA, LIBANO 2022
Ahmed, un rifugiato siriano, e Mehdia, un'immigrata etiope che lavora come domestica, vivono un amore clandestino fatto di baci furtivi nelle strade di Beirut. Mentre Mehdia cerca di svincolarsi dai suoi datori di lavoro, Ahmed, affetto da una misteriosa malattia, si guadagna da vivere vendendo metalli di riciclo. La loro storia non ha futuro, ma non hanno nulla da perdere. Decidono così di fuggire alla disperata ricerca di una vita migliore. Nel frattempo, le condizioni di Ahmed cominciano a peggiorare...
SCHEDA FILM

Regia: Wissam Charaf

Attori: Clara Couturet - Mehdia, Ziad Jallad - Ahmad, Darina Al Joundi - Leila, Rifaat Tarabay - Ibrahim, Ghina Daou, Rami Fadel, Adam Alothman

Sceneggiatura: Wissam Charaf, Mariette Désert, Hala Dabaji

Fotografia: Martin Rit

Musiche: Zeid Hamdan

Montaggio: Clémence Diard

Scenografia: Tommaso Mattei

Durata: 83

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Produzione: CHARLOTTE VINCENT E KATIA KHAZAK PER AURORA FILMS, MARCO VALERIO FUSCO E MICAELA FUSCO PER INTRAMOVIES, PIERRE SARRAF PER NÉ À BEYROUTH FILMS,

Distribuzione: INTRAMOVIES, CINECLUB INTERNAZIONALE.

Data uscita: 2023-11-01

NOTE
- PREMIO LABEL EUROPA CINEMAS ALLA 19. GIORNATE DEGLI AUTORI (VENEZIA, 2022).
CRITICA
"Sporco, difficile, pericoloso, sembra riassumere sin dal titolo il paesaggio emozionale dei due protagonisti che lo abitano fatto di miseria e di costrizione, bersagliato dal disprezzo e dallo sfruttamento. Wassim Charaf, il regista, racconta il suo film come «la storia di due angeli» cioè i personaggi di Mehdia e Ahmed, lei una ragazza etiope «comprata» da una ricca signora libanese come badante al marito, un colonnello in pensione ormai fuori di testa, che passa da momenti di gentilezza a improvvise crisi di aggressività - quasi un Nosferatu che porta in sé la violenza della guerra civile e i suoi gesti. Lui un profugo siriano che vende ferro in giro per la città. Siamo dunque in Libano, il paese di Charaf (...) e il suo centro e punto di partenza sono i migranti senza diritti e quel cinismo sociale diffuso che si accanisce contro i nuovi «senza terra», in particolare i siriani fuggiti dal conflitto di questi anni e lì emarginati, messi sotto controllo (subiscono il coprifuoco) e privati di ogni diritto, costretti a lavorare per niente e a vivere in vecchi ruderi e in accampamenti disgraziati - quasi un riflesso speculare della situazione vissuta prima di loro e mai risolta dei profughi palestinesi che ancora dopo decenni non hanno diritti civili. Tutto questo però Charaf lo traduce in un film surreale, un melodramma fantastico di cuori spezzati e in gabbia nei cui sogni negati si specchia la società contemporanea disegnando la metafora di una condizione universale. (...) Delicato nel maneggiare i temi del nostro tempo, "Dirty, Difficult, Dangerous" li affronta attraverso una ricerca formale, nell'invenzione di mondi e di figure che diventano archetipi di un quotidiano tragico e crudele in cui sembra sparito ogni sentimento di compassione. È il Libano con una linea che intreccia storia e attualità, e insieme il mondo contemporaneo che percorrono nella loro «fuga» i due ragazzi, nella loro speciale leggerezza in cui Charef mette alla prova il senso del cinema, la sua invenzione e la sua necessità." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 01 settembre 2022)