La vita di Alex, ultratrentenne emotivo e nevrotico, viene scombussolata dal ricovero in ospedale di sua madre. Animato dalle migliori intenzioni Alex cercherà di prendersi cura di lei, ma sarà difficile per lui destreggiarsi con il campionario di varia umanità che incontrerà in ospedale...
SCHEDA FILM
Regia: Adrian Sitaru
Attori: Bogdan Dumitrache - Alex, Natasa Raab - Madre, Alina Grigore - Delia, Marian Râlea - Padre
Sceneggiatura: Adrian Sitaru
Fotografia: Adrian Silisteanu
Montaggio: Andrei Gorgan
Altri titoli:
Best Intentions
Durata: 105
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: RED, 35 MM
Produzione: HI FILM, COR LEONIS FILMS & 4PROOF FILM IN ASSOCIAZIONE CON MOVIE PARTNERS IN MOTION
NOTE
- PARDO PER LA MIGLIORE REGIA E PARDO PER LA MIGLIOR INTERPRETAZIONE MASCHILE (BOGDAN DUMITRACHE) AL 64MO FESTIVAL DI LOCARNO (2011).
CRITICA
"Per Adrian Sitaru non è la prima volta al festival di Locarno. Qualche anno fa aveva vinto un Pardino d'oro con il cono 'Waves'. Ora debutta nel lungometraggio con 'Din dragoste cu cele mai bune intentii', tradotto universalmente come 'Buone intenzioni'. (...) Tutto il peso del film è sul protagonista Bogdan Dumitrache, uno degli esponenti di rilievo della rinascita del cinema rumeno. Il quadro che emerge, oltre a quello di un giovane uomo pasticcione per eccesso di buone intenzioni, che si traducono in involontari guai, è quello di un paese molto simile al nostro, dove in ospedale, quando non ci sono problemi seri, gli amici e le amiche si riversano a frotte, facendo chiacchiere e chiasso, senza rispettare le regole. Ma è un segno di vitalità di una società per troppo tempo zittita e che ora vuole dire la sua senza complessi di inferiorità. Cercando una via d'uscita nei confronti di una nazione che stima tutto quello che viene dall'estero e sottovaluta il made in Romania." (Antonello Catacchio, 'Il Manifesto', 5 agosto 2011)
"Basta una slogatura per sperimentare una sindrome. Tutti hanno un consiglio da dare, un medico da suggerire, l'infallibile rimedio della nonna da proporre, il sospetto che sia psicosomatico, un conoscente che dopo lo stesso malanno è rimasto rovinato per sempre, e la certezza che qualunque cura tu stia seguendo ti porterà alla morte. (...) Sceneggiatura e regia originalissime: lo spettatore sta in mezzo alla scena, al posto dell'interlocutore ma senza sguardi in macchina. Il cinema rumeno, come sempre, si fa notare." (Mariarosa Mancuso, 'Il Foglio', 5 agosto 2011)