Budapest, 1947. Un aereo da Mosca riporta in Ungheria un gruppo di comunisti, esiliati fuggiti dalla patria. Magda, militante fedelissima ed in ascesa nel partito, accoglie fratello e cognata (nonni di Juli), una adolescente di forte carattere. Juli ha perso i genitori (del padre, uno scultore, nel 1938, dopo un processo non si è saputo più nulla; la madre è morta dopo una lunga malattia) e nei ricordi di bambina vissuta in Unione Sovietica, non cessano di riaffiorare il volto paterno e la splendida bellezza materna. Anche per questo, e per il desiderio di ritrovarlo un giorno, Juli detesta l'idea di essere adottata da Magda (a suo tempo lasciata dal marito e senza figli), per cui fra le due i rapporti si fanno subito tesi. Un po' svogliata negli studi, la ragazza passa molte ore nei cinematografi (è affascinata dai film) e conosce Janos (un ingegnere comunista lui pure, ma tecnico di grande valore, già fuggito a Nantes in Francia, ora rientrato a Budapest con Andras un figlio semiparalizzato). Janos protegge sempre la ragazza contro la durezza e il dogmatismo di Magda, che in seguito sale di rango e diviene direttrice di un carcere, con tanto di gradi militari. Decisa per la propria insofferenza a vivere da sola (lo dice anche ad Janos, ma alloggi non se ne trovano), Juli fugge ma, fermata su di un treno, la polizia la porta dalla compagna di Magda, la quale, seppure non le faccia mancare nulla, si è fissata nell'idea dell'adozione ed esige che la ragazza studi e sia disciplinata. Juli e Andras visitano Janos in carcere. L'ingegnere è stato infatti arrestato e Juli lo ha visto solo di sfuggita in un corridoio del tribunale durante il processo. Sulla ortodossia dell'uomo il regime nutre molti dubbi. Juli e il suo giovane amico vivono insieme, essa si occupa di lui, ma cerca di allargare la propria cultura, sempre nell'attesa di diventare appena possibile regista e coltivando la speranza di ritrovare quel padre che adorava ed è sparito nel nulla.
SCHEDA FILM
Regia: Márta Mészáros
Attori: Jan Nowicki - Janos, Anna Polony - Magda, Mari Szemes, Pal Zolnay, Zsuzsa Czinkolzi - Juli, Tamás Tóth
Soggetto: Márta Mészáros
Sceneggiatura: Márta Mészáros
Fotografia: Miklós Jancsó Jr.
Musiche: Zsolt Dome
Montaggio: Éva Kármentõ
Scenografia: Eva Martin
Costumi: Fanny Kemenes
Durata: 106
Colore: B/N
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: NORMALE
Produzione: MAFILM - BUDAPEST STUDIO - HUNGAROFILM - RAIDUE
Distribuzione: ISTITUTO LUCE, ITALNOLEGGIO CINEMATOGRAFICO (1993) - VIDEO CLUB LUCE. DISTRIBUTORE ESTERO: HUNGAROFILM
NOTE
- REVISIONE MINISTERO GENNAIO 1993.
CRITICA
"La regista ungherese Marta Meszaros ha realizzato in forma di trilogia ben tre film: "Diario per i miei figli, Diario per i miei amori, Diario per mio padre e mia madre", concernenti fatti nella cornice di vita moscovita e magiara sotto lo strapotere comunista. Vi sono accadimenti di immediata presa, ma anche molte reiterazioni. Ai copiosi inserti documentaristici si alternano episodi di minore interesse, momenti insistiti e perfino ingenuità narrative. La storia conserva il suo interesse, gli orrori, le persecuzioni e la malvagità hanno il loro peso, ma la tetraggine finisce con lo stancare. Il plumbeo non rende mai e non sempre l'essenzialità del racconto ne esce salvaguardata. Un problema non secondario, anche dal punto di vista puramente cinematografico, è dato dai ricordi infantili della protagonista: sono pochi i flashback, che nella memoria e nel diario filmato di Juli riaffiorano con eccessiva insistenza, con un impatto psicologico più che modesto. Non si può negare che l'angoscia dell'atmosfera non sia rispettata: sono i vari rapporti familiari che appaiono trascinarsi stancamente, anche se all'inizio Magdajuli appariva come il più promettente. Alcuni dettagli sono ripetitivi, o inutili. Il film è in bianco e nero e, quanto a suggestione e realizzazione, risulta valido anche dal punto di vista formale. Il solo personaggio più incisivo è quello di Magda. Non è per pregiudizio o cattiveria, ma bisogna pure aggiungere che la giovane interprete di Juli nè per doti fisiche, nè per spiccate qualità espressive appare l'ideale per le prestazioni che il ruolo richiedeva." (Segnalazioni cinematografiche)