In occasione di un dibattito sulla speculazione edilizia che si terrà alla Facoltà di Architettura di Napoli, viene proiettato il film-inchiesta "Le mani sulla città" di Francesco Rosi, che vinse il Leone d'oro alla Mostra di Venezia del 1963. Quasi trent'anni dopo, il regista decide di tornare a Napoli insieme ai suoi collaboratori per cercare di capire quanto sia cambiata la realtà metropolitana. Come se si trattasse di un diario, Rosi ripercorre le vie della città osservandone il degrado, la criminalità giovanile e le terribili conseguenze del mercato della droga, visibili in ogni punto di Napoli. La città è molto cambiata e forse, è diventata più insidiosa e cattiva, ma c'è ancora posto per la speranza che, lottando, si possa restituire alla città un volto civile facendola tornare uno dei luoghi più belli del mondo.
SCHEDA FILM
Regia: Francesco Rosi
Attori: Francesco Rosi - Se stesso, Simona Caramelli - Se stessa, Pietro Buontempo - Se stesso, Nino Vingelli, Pasquale Mari, Antonio Mellino, Felice Alfarano, Mario Martone, Carmen Civittaro
Soggetto: Francesco Rosi, Raffaele La Capria
Sceneggiatura: Francesco Rosi, Raffaele La Capria
Fotografia: Pasqualino De Santis, Marco Pontecorvo - operatore
Musiche: Piero Piccioni
Montaggio: Ruggero Mastroianni
Scenografia: Carlo Rescigno, Paolo Prota
Costumi: Metella Raboni
Aiuto regia: Gianni Arduini
Durata: 86
Colore: C
Genere: DOCUMENTARIO
Produzione: FERRUCCIO SANTINI E MARIO VECCHI PER MV PRODUZIONI, RAI TRE
NOTE
- NEL FILM SONO INSERITE ALCUNE SEQUENZE TRATTE DA "GLI ULTIMI GIORNI DI POMPEI" (1924) DI CARMINE GALLONE E AMLETO PALERMI E DI "CADAVERI ECCELLENTI" (1976) DI FRANCESCO ROSI.
- LE FOTOGRAFIE CHE RITRAGGONO I BAMBINI NAPOLETANI SONO STATE SCATTATE DA MIMMO IODICE.
CRITICA
"Ma nel 'Diario' è sufficiente che compaia uno stralcio di telegiornale per porre in risalto l'artificiosità di una messa in scena orientata da accorgimenti che non stanno alla pari con il talento in più occasioni dimostrato da Rosi. Con questo non si vuol negare che il 'Diario' abbia i suoi pregi e neppure che all'estero avrà entusiastiche accoglienze giacchè la visione del film sicuramente produrrà reazioni di altra specie in un pubblico che ha scarsa dimestichezza con l'inventario iconografico che la tv sforna e accumula giornalmente a proposito delle 'faccende nostre'. I dubbi riguardano la qualità - più che dignitosa, questo è indiscutibile, e onorevole - dell'incontro avvenuto tra uno dei maggiori registi della 'fiction' italiana, la più ispirata alla storia della nostra repubblica e alle piaghe di una società malata, e la documentazione diretta sul reale. Chi scrive non ha esitazioni: al Rosi del 'Diario' preferisce il Rosi di 'Salvatore Giuliano' e delle restanti opere." (Mino Argentieri, 'Cinema Sessanta')
"'Ce l'avrò fatta - si chiede alla fine il regista - a dire che Napoli è una città vitale che merita di vivere'. Dicono che questo film sia costato tre miliardi. La cifra sembra un po' alta trattandosi, dopo tutto, di un'inchiesta televisiva, anche se ben fatta. Tuttavia, con tanti soldi che si sprecano, non staremo a lamentarci di questa che è, senza dubbio, una spesa utile, e che lo sarebbe ancora di più se il film, trasferito su videocassetta, venisse proiettato, come ci auguriamo, nelle scuole italiane." (Virgilio Fantuzzi, 'Civiltà Cattolica')