In un grande istituto bancario parigino, Adrienn e André lavorano con grande serietà e profitto. Impeccabili uomini dìaffari di giorno, di notte sfogano la loro indole di omosessuali soprattutto nel locale per gay gestito da Eva, donna decisa e indipendente. Ad una cena dal banchiere Alexandre, Adrien presenta Eva come sua moglie, ma Alexandre ne rimane colpito, va a cercarla nel suo locale e qui scopre la vera natura di quelli che sono diventati due suoi collaboratori fissi. Intanto Marie, moglie di Alexandre, pensa che il marito sia un gay, Eva si innamora di Alexandre ma poi capisce che lui non può essere l'uomo giusto. Dopo un litigio, lui parte e lei si accorge di essere incinta. Marie nel frattempo ha cercato di avere rapporti con i due omosessuali, senza successo; Adrien convince Eva a non abortire e si offre di essere il padre del figlio. In chiesa, il giorno del battesimo del neonato, tutti si ritrovano con situazioni diverse, confuse, non più identificabili.
SCHEDA FILM
Regia: Gabriel Aghion
Attori: Yan Duffas - Fripounet, Isabelle Feron - Chantal, Céline Caussimon - Infermiera, Katrine Boorman - Ingrid, Sacha Briquet - Emilio, Laurent Spielvogel - Francis, Peter Bonke - Monsieur Hott, Patrick Timsit - Adrien, Richard Berry - Alexandre, Michèle Laroque - Marie, Jacques Gamblin - Andre', Axelle Abbadie - Claire, Boris Terral - Cyril, Facundo Bo - Pepito, Bujeau Christian - Dottor Severine, Dominique Beshneard - Riki, Eliane Pine-Carrington - Rambo, Fanny Ardant - Eva, Arno Chevrier - Bibiche
Soggetto: Gabriel Aghion
Sceneggiatura: Gabriel Aghion
Fotografia: Fabio Conversi
Musiche: Philippe Chopin, Hervé Masini
Montaggio: Luc Barnier
Scenografia: Carlos Conti
Durata: 102
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: NORMALE A COLORE
Produzione: M.O.G. PROD - TF 1 FILM PRODUCTIONS - TENTATIVE D'EVASION
Distribuzione: UIP - RCS FILMS & TV
NOTE
REVISIONE MINISTERO MARZO 1997
CRITICA
C'è tutto, e tutto viene usato con totale e deliberata mancanza di riguardi. Fosse divertente, sarebbe un sacrosanto sberleffo al politically correct. Il guaio è che si ride pochino, e resta un sacco di tempo per notare la goffaggine della sceneggiatura, la sciatteria delle riprese, la monotonia dell'insieme. Che a forza di mettere i gay in macchietta tralascia un dettaglio decisivo anche in una farsa: il sentimento. (Il Messaggero, Fabio Ferzetti, 2/4/97) L'andamento scanzonato e accentuato da una colonna sonora che contiene motivi orecchiabili (di Dalida, Boney M., Village People, ecc.), le cose migliori di un film che confonde spesso la gaiezza (nel senso di allegria) con il cattivo gusto, in quel che si vede e si dice. In Francia questo bidoncino è stato il film più visto della stagione scorsa, l'equivalente del nostro "Ciclone". E poi diciamo del pubblico italiano... (L'Eco di Bergamo, Franco Colombo, 10/4/97)