Ken Harrison, scultore famoso e abile scenografo, ha un incidente stradale e rimane paralizzato. Non potrà più usare gli arti (specialmente le mani) e dovrà trascorrere la sua vita in un letto o su una carrozzella. Inoltre deve rimanere in ospedale, avendo bisogno della dialisi per vivere. E' ridotto a un tronco che vegeta e soffre: una vera prigione, nella quale il pensiero sempre più lucido della sua triste sorte lo tortura, per l'impotenza di potersi esprimere come uomo e come artista. Giunge così ad allontanare anche Pat, la sua giovane amica, perché si rifaccia una vita. Si ribella alle cure del primario della clinica di Boston, Michael Emerson, e della sua assistente Claire Scott che gli dimostra affettuose attenzioni, segni di amore, che il malato rifiuta. E' ormai deciso a non vivere come un tronco che vegeta, torturato da una lucidissima intelligenza. Incarica perciò un giovane avvocato di querelare l'ospedale che gli impedisce di essere dimesso e di morire. Il giudice darà ragione a Ken che potrà così lasciare l'ospedale.
SCHEDA FILM
Regia: John Badham
Attori: Richard Dreyfuss - Ken Harrison, John Cassavetes - Dottor Michael Emerson, Christine Lahti - Dott.ssa Claire Scott, Bob Balaban - Carter Hill, Kenneth McMillan - Giudice Wyler, Kaki Hunter - Mary Jo Sadler, Thomas Carter - Inserviente John, Alba Oms - Infermiera Rodriguez, Janet Eilber - Pat, Kathryn Grody - Sig.ra Boyle, George Wyner - Dottor Jacobs, Mel Stewart - Dottor Barr, Ward Costello - Sig. Eden
Soggetto: Brian Clark (II) - dramma teatrale
Sceneggiatura: Brian Clark (II), Reginald Rose
Fotografia: Mario Tosi
Musiche: Arthur B. Rubinstein
Montaggio: Frank Morriss
Scenografia: Gene Callahan
Arredamento: Jerry Adams
Costumi: Marianna Elliott
Effetti: Charles Schulthies
Altri titoli:
C'est ma vie, après tout!
Ist das nicht mein Leben?
Mi vida es mía
Durata: 110
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: PANAVISION, 35 MM (1:2.35) SCOPE - METROCOLOR
Tratto da: dramma teatrale omonimo di Brian Clark
Produzione: MGM, SLM PRODUCTION GROUP
Distribuzione: CIC (1982) - MGM HOME ENTERTAINMENT
CRITICA
"Il regista non dà una soluzione al delicato problema dell'eutanasia, dell'uso dei mezzi ordinari o straordinari per conservare la vita. Il protagonista Ken può avere anche un ripensamento. Il regista, con molta originalità, conclude la vicenda mettendo in primo piano la scultura della mano creatrice di Dio, del famoso affresco di Michelangelo della Sistina: la creazione dell'uomo. Allo spettatore tocca riflettere, discutere, concludere, non solo sul dramma di accettare o rifiutare la vita quando non può più esplicarsi in modo umano (per il protagonista era la sua arte: la scultura); ma anche sul problema più profondo dell'uso della libertà." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 93, 1982)