A Chicago la detective V.I. Warshawski, soprannominata Vic, una quarantenne abile nelle arti marziali, con linguaggio e modi mascolini, innamoratasi a prima vista di un ex giocatore di hockey, 'Boom Boom' Grafalk, incontrato in un bar, con problemi coi suoi due fratelli, lo vede sopraggiungere trafelato in casa alcune ore dopo con la tredicenne figlia Kat, che le viene affidata in custodia. Poco dopo 'Boom Boom' muore tragicamente a bordo di un rimorchiatore della Grafalk, la ditta portuale che è di proprietà della famiglia. Insospettita, Vic decide di far luce sulla vicenda, anche per la pressione psicologica esercitata dalla presenza da Kat, che non vuole saperne di tornare dalla madre Paige che, divorziata da tempo da 'Boom Boom', vive col fratello di lui, Trumble. Vic, che ha da tempo una relazione con un giornalista, Murray (un rapporto non facile, reso precario dai continui tradimenti di lui, ma compensato da una sostanziale amicizia) inizia le indagini: l'incontro con Paige ed i fratelli del defunto rivela lo scarso affetto che essi nutrivano per 'Boom Boom'. Successivamente, Vic, sequestrata da un gangster che la pesta per farla desistere dall'indagine, con uno stratagemma scopre sia la situazione fallimentare della Grafalk, sia la presenza di una clausola contrattuale che rende la ragazza erede di 'Boom Boom' e proprietaria di una chiatta e di una porzione di molo nel porto. Inoltre nel corso delle ingarbugliate vicende la detective viene a sapere che una ditta giapponese sta progettando un nuovo complesso portuale al posto della proprietà della Grafalk. Trumble, responsabile della morte di 'Boom Boom', vuole addirittura eliminare la figlia del fratello per impadronirsi dell'affare, tentando di affogare Kat, dopo averla rapita, simulando un incidente. Vic e Murray intervengono, ma sopraggiunge inaspettatamente Paige, che spara a Trumble: poi, accecata dalla bramosia del denaro, cala in acqua la barca manomessa che serve per fare annegare Kat. Per fortuna di quest'ultima Murray, ancorchè ferito precedentemente da Trumble, ha la forza di lanciare un revolver a Vic, che nel frattempo ha ripescato Kat, gettandosi in acqua malgrado gli spari di Paige. Poi la detective affronta ed elimina la madre snaturata della ragazza, che ormai ama come una figlia.
SCHEDA FILM
Regia: Jeff Kanew
Attori: Kathleen Turner - Vic, Jay O. Sanders - Murray, Charles Durning - Ten. Mallory, Angela Goethals - Kat, Nancy Paul - Paige, John Beasley - Ernie, Michael Bacarella - Cabbie, Lee Arenberg - Flesh, Anne Pitoniak - Lotty, Stephen Meadows - Boom-Boom, Charles McCaughan - Trumble, Robert Clotworthy - Philip Pugh, Frederick Coffin - Horton, Lynnie Godfrey - Sal, Michael G. Hagerty - Babe, Tom Allard - Big Eddie, Stephen Root - Mickey, Wayne Knight - Smeissen
Soggetto: Sara Paretsky, Edward Taylor
Sceneggiatura: Edward Taylor, David Aaron Cohen, Nick Thiel
Fotografia: Jan Kiesser
Musiche: Randy Edelman
Montaggio: Debra Neil-Fisher, Carroll Timothy O'Meara
Scenografia: Barbara Ling
Costumi: Gloria Gresham
Effetti: John Frazier
Durata: 89
Colore: C
Genere: POLIZIESCO
Tratto da: BASATO SUI ROMANZI DI SARA PARETSKY SU V.I. WARSHAWSKI
Produzione: JEFFREY LURIE PER CHESTNUT HILL PRODUCTIONS, HOLLYWOOD PICTURES, SILVER SCREEN PARTNERS IV
Distribuzione: WARNER BROS. ITALIA (1992) - HOLLYWOOD PICTURES HOME VIDEO
CRITICA
"Più che a un giallo assistiamo tuttavia a un film d'azione, con una infinità di inseguimenti a piedi, in macchina e in motoscafo attraverso mezza Chicago. E a forza di applicare il suo motto segui il denaro, cioè accertati su chi ne ricava un utile, Warshawski finisce per sbrogliare la matassa.
Reduce da un'impegnativa prova di attrice a Broadway dove ha ripreso 'La gatta sul tetto che scotta' di Williams, vestita da Nino Cerruti, instancabile e disinvolta, Kathleen Turner nel suo tentativo di realizzare una sintesi poliziottesca di 'Thelma & Louise' avrebbe meritato un film migliore." (Tullio Kezich, 'Il Corriere della Sera', 1 Maggio 1992)
"Chi lo dice che una donna non può valere quanto un uomo, e magari anche due o tre messi insieme perfino nella virile professione di investigatore? Dopo la spia 'Modesty Blaise, la bellissima che uccide' di Monica Vitti e la poliziotta di Jamie Lee Curtis in 'Blue Steel', l'idea di presentare un 'private eye' in gonnella è abbastanza nuova. Nelle prime scene la brava Kathleen Turner sembra cavarsela in qualità di 'Detective coi tacchi a spillo': ha una falcata da inseguimento, la parola pronta, il cazzotto facile e la pistola sempre pronta. Uscita dai romanzi di Sara Paretsky, la vitalistica e seducente W.I. Warshawski, ovvero Vic, viaggiando sull'onda delle esuberanze antimaschiliste di 'Thelma & Louise', sembra impegnata a ristabilire gli equilibri in un mondo dove gli uomini imbrogliano, ricattano e uccidono spinti dalla fame di denaro. (...) Però qualcosa non ha funzionato, soprattutto in un copione che spreca troppo tempo a caratterizzare la protagonista e che, poco aiutato dalla pedestre regia di Jeff Kanew, non riesce a creare un minimo di suspense." (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 3 Maggio 1992)
"Si può seguire. Intanto per i dialoghi. Scoppiettano come legna secca in un braciere, esplodono ogni momento a mitraglia: duri, aggressivi, qua e là perfino brutali, ma con dei sottofondi ironici che riescono ad alleggerirli, con occasioni anche di spasso. Poi per l'intreccio e il modo con cui la regia di Jeff Kanew -specializzato soprattutto nella realizzazione dei prossimamente di film celebri- è riuscito a rappresentarlo in una Chicago piena di trabocchetti, di canali e di laghi in cui anche le situazioni più di routine riescono a proporsi con vitalità indubbia: tra ansie, rincorse, sorprese, cattivi prima nascosti poi in primo piano, tra le pieghe di un'avventura certo scontata e già vista ma innegabilmente efficace nelle sue tensioni e nei suoi ritmi. Anche perché, al centro, c'è quella figura insolita di detective con tacchi a spillo sempre bene in mostra, come nel film omonimo di Almodóvar, che quando non si limita a divertire con le sue battutacce da caserma cattura attenzione e simpatia con i suoi atteggiamenti spigliati e quasi virili di fronte ai quali battono in ritirata anche i più temibili gangsters. Le dà volto, ad aumentare l'interesse, una Kathleen Turner forse meno bella che non in Turista per caso ma altrettanto accigliata come nella Guerra dei Roses: spara, insegue, scioglie trame, protegge i deboli, tien testa ai forti con una disinvoltura e un impeto che attraversano tutto il film imponendosi quasi da soli. Inutile chieder altro anche perché, vicino a lei, perfino i cattivi più truci -Frederick Coffin, Charles McCaughan- sembrano agnellini: pronti a belare anche quando impugnano il mitra." ('Il Tempo', 1 Maggio 1992)