Un incidente d'auto provoca in Giuliana uno choc che, aggravato dall'ambiente particolare in cui la professione del marito, ingegnere elettronico, la costringe a vivere, si tramuta in uno stato di nevrosi depressiva. Corrado, un amico del marito, si sente attratto verso la donna e tenta di aiutarla ad uscire dalla sua solitudine piena di incubi, intrecciando con lei una fuggevole ed amara relazione. Tale esperienza non fa che aggravare lo stato depressivo della donna che si vede inconsapevolmente ingannata anche dal suo figlioletto, il quale finge d'essere colpito da una grave malattia. Fallito il tentativo di porre fine violentemente alla propria esistenza senza scopo, Giuliana continuerà la sua vita in precario equilibrio tra rassegnazione e pazzia.
SCHEDA FILM
Regia: Michelangelo Antonioni
Attori: Monica Vitti - Giuliana, Richard Harris - Corrado Zeller, Carlo Chionetti - Ugo, Xenia Valderi - Linda, Rita Renoir - Millie, Lili Rheims - Moglie dell'operaio, Valerio Baroleschi - Valerio, figlio di Giuliana, Aldo Grotti - Max, Emanuela Paola Carboni - Ragazza della favola, Giuliano Missirini - Operatore, Giovanni Lolli, Bruno Scipioni, Hiram Mino Madonia, Ivo Scherpiani, Giulio Cotignoli, Beppe Conti, Carla Ravasi, Arturo Parmiani, Bruno Borghi
Soggetto: Tonino Guerra, Michelangelo Antonioni
Sceneggiatura: Tonino Guerra, Michelangelo Antonioni
Fotografia: Carlo Di Palma, Dario Di Palma - operatore
Musiche: Giovanni Fusco
Montaggio: Eraldo Da Roma
Scenografia: Piero Poletto
Costumi: Gitt Magrini
Effetti: Franco Freda
Altri titoli: Le désert rouge, The Red Desert
Durata: 116
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: EASTMANCOLOR - TECHNICOLOR
Produzione: ANGELO RIZZOLI PER FILM DUEMILA (ROMA), FRANCORIZ (PARIGI)
Distribuzione: CINERIZ - DOMOVIDEO, MONDADORI VIDEO, MULTIGRAM
NOTE
- LEONE D'ORO E PREMI FIPRESCI E CINEMA NUOVO ALLA MOSTRA DI VENEZIA 1964. - NASTRO D'ARGENTO 1965 PER LA FOTOGRAFIA A COLORI.
CRITICA
Dichiarazioni di Michelangelo Antonioni durante la conferenza stampa tenuta al Palazzo del Cinema di Venezia, dopo la proiezione del film: "La storia è nata a colori, ecco perché dico che la decisione di fare il film a colori non l'ho mai presa, non era necessario prenderla. E poi, mi sembra che, riflettendoci adesso, cioè a posteriori, abbiano giocato anche altri motivi. Per esempio, il più importante dei quali è che nella vita moderna mi pare che il colore abbia preso un posto molto importante. Siamo circondati sempre più da oggetti colorati, la plastica che è un elemento molto moderno è a colori, (...) e che la gente si stia accorgendo che la realtà è a colori. Nel film ho cercato di usare il colore in funzione espressiva, nel senso che avendo questo mezzo nuovo in mano, ho fatto ogni sforzo perché questo mezzo mi aiutasse a dare allo spettatore quella suggestione che la scena richiedeva."