Del perduto amore

ITALIA 1998
Don Gerardo, parroco in un piccolo paese del sud Italia, va con la memoria alla propria adolescenza quando, nel 1958, appena 14enne, torna a casa dopo essere stato espulso dal collegio forse per un episodio di omosessualità. In famiglia e con i coetanei Gerardo si sente a disagio, mentre è sempre più attratto da Liliana, ragazza ventenne e militante comunista, osteggiata e insieme ammirata dall'intera comunità. Liliana è insegnante e, tra mille difficoltà, riesce a creare, in una vecchia stalla abbandonata, un luogo dove insegna a delle ragazze non in grado di andare alla scuola pubblica. Gerardo, tenendosi in disparte, è presente a queste lezioni, attratto dallo spirito di servizio e di sacrificio che la ragazza mette nella propria attività. Intanto arriva la campagna elettorale per il rinnovo delle cariche comunali. Liliana si candida con il PCI e scopre allora con chiarezza le tante pressioni, anche dentro il partito, che esistono contro di lei. Anche le voci su una sua relazione con Satriano, medico del paese, la mettono in forte difficoltà. Durante il comizio di chiusura, Liliana sul palco ha un malore e poco dopo muore. Il parroco, don Gaetano, rifiuta di dare i conforti religiosi al funerale e chiude i portali della chiesa. Dentro quella stessa chiesa, il piccolo Gerardo di allora è oggi diventato a sua volta parroco.
SCHEDA FILM

Regia: Michele Placido

Attori: Giovanna Mezzogiorno - Liliana Rossi, Fabrizio Bentivoglio - Antonio, Rocco Papaleo - Cucchiaro, Sergio Rubini - Italo, Enrico Lo Verso - Dottor Satriano, Michele Placido - Don Gerardo, Rino Cassano - Don Gaetano, Piero Pischedda - Gerardo da ragazzo, Milla Sannoner - Magda, la madre di Liliana, Lorenzo Gentile - Don Vincenzo, zio di Liliana, Giovanni Paolicelli - Pasquale, Luigi Pirozzi - Marullo, Giovanna Staffieri - Miluccia, sorella di Gerardo, Egidia Bruno - Amalia, Marika Coniglio - Ninuccia, Luciana Paolicelli - Teresa, Renato Potenza - Enzuccio, Raffaele Salvaggiola - Donato, Raffaella Scaraia - Rosetta, Lucia Tartaglia - Silvana, Anna Maria Cesano, Silvia Desiante, Angela Colasuonno, Marica Capezzera, Eufemia Bruno, Rosa Basta, Isabella Amato, Ida Frattarolo, Maria Figliuolo, Lea Di Mauro, Eufemia Trabace, Angela Francabandiera, Anna Coletta, Loredana Catena, Anna Campagna, Davide Dragonetti, Domenica Berardino, Teresa Antonicelli, Lorenza Cantorio, Maria Iacovuzzi, Nanni Tamma, Stefania Tarantino

Soggetto: Domenico Starnone, Michele Placido

Sceneggiatura: Michele Placido, Domenico Starnone

Fotografia: Blasco Giurato

Musiche: Carlo Crivelli

Montaggio: Francesca Calvelli, Giorgio Conti (II) - presa diretta

Scenografia: Paola Comencini

Arredamento: Maurizio Leonardi

Costumi: Claudio Cordaro

Effetti: Paolo Del Bravo

Durata: 101

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Produzione: GIOVANNI DI CLEMENTE PER CLEMI CINEMATOGRAFICA., RAI-CINEMAFICTION

Distribuzione: CDI-BUENA VISTA INTERNATIONAL ITALIA (1998) - MEDUSA VIDEO, MFD HOME VIDEO.

NOTE
- REVISIONE MINISTERO LUGLIO 1998.

- IL FILM E' DEDICATO ALLA MEMORIA DELL'ATTORE VITTORIO MEZZOGIORNO.

- CIAK D'ORO 1999 A GIOVANNA MEZZOGIORNO COME MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA.

- DAVID DI DONATELLO 1999 A FABRIZIO BENTIVOGLIO COME MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA.
CRITICA
"Il regista-attore Michele Placido ha detto di non aver voluto fare un film sul Sud ma sugli esseri umani, con grandi sentimenti, grandi passioni, grandi temi e che avrebbe potuto essere ambientato in qualsiasi parte del mondo. Ciò è da condividere, se ci si ferma alla realizzazione: immagini in cinemascope di bel respiro ambientale e descrittivo, accuratezza della ricostruzione, efficacissima prova degli attori. Ma i contenuti sembrano essere difficilmente estrapolabili da quel contesto italiano per essere collocati in altri scenari. Placido descrive il sud Italia alla fine degli anni '50 con annotazioni per molti versi sicuramente realistiche ma per altri viste troppo con l'occhio deformante dell'oggi. Anche se ispirato a un personaggio (Liliana) realmente esistito, il film risulta sbilanciato dalla rappresentazione facile e senza sfumature di troppi stereotipi dell'Italia di allora." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 126, 1998)