Il 13enne Gunther Strobbe vive con il padre Celle, la nonna e i tre zii nella sperduta cittadina di Reetveerdegem. Questa famiglia di soli maschi, che finora ha vissuto in maniera piuttosto trasandata e disorganizzata, subirà una serie di sconvolgimenti con l'arrivo della zia Rosie e di sua figlia Sylvie e di una inaspettata visita dell'assistenza sociale...
SCHEDA FILM
Regia: Felix Van Groeningen
Attori: Kenneth Vanbaeden - Gunther Strobbe a 13 anni, Valentijn Dhaenens - Gunther Strobbe, Koen De Graeve - Marcel 'Celle' Strobbe, Wouter Hendrickx - Lowie 'Petrol' Strobbe, Johan Heldenbergh - Pieter 'Breejen' Strobbe, Bert Haelvoet - Koen Strobbe, Gilda De Bal - Meetje, Natali Broods - Zia Rosie, Pauline Grossen - Cugina Sylvie, Sofie Palmers - Fidanzata di Gunther, Guy Dermul - Preside, Jos Geens - André, Robby Cleiren - Bailiff, Sara De Bosschere - Nele Fockedey, Yves Degryse - Franky, Wout Kelchtermans - Franky da piccolo, Ehsan Hemat - Sawasj, Katrien Declercq - Madre di Gunther, Sachli Gholamalizad - Mehti, Charlotte Vandermeersch - Rabbit, Lynn Van Royen - Rostje, Sten Van Gestel - Figlio di Gunther
Sceneggiatura: Felix Van Groeningen, Christophe Dirickx
Fotografia: Ruben Impens
Musiche: Jef Neve
Scenografia: Kurt Rigolle
Costumi: Ann Lauwerys
Altri titoli:
La merditude des choses
The Misfortunates
Durata: 108
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM (1:2.35)
Tratto da: romanzo omonimo di Dimitri Verhulst
Produzione: MENUET BVBA, IDTV FILM
NOTE
- MENZIONE SPECIALE ALLA 41. QUINZAINE DES RÉALISATEURS, CANNES 2009.
CRITICA
"'La merditude des choses' è forse il film del festival. Imprevedibile opera terza del belga Felix Van Groeningen, racconta di quattro fratelli alcolisti, tutti ancora a casa con la vecchia, minuta ma coriacea mamma e di un tredicenne biondo dalla faccia intelligente che è il figlio-nipote di tutti. Sorta di Grande Lebowski belga moltiplicato per cinque, ha la freschezza e il ritmo delle migliori commedie sociali, con una malinconia che esplode in disavventure e trovate esilaranti: la corsa ciclistica nuda, il tour de France alcolico, il campionato di ingerimento birre, la soave cuginetta che canta ubriaca la canzone della gatta, i dialoghi surreali e cattivi tra fratelli. Tratto dal libro omonimo di Dimitri Verhulst, è un romanzo di formazione scombinato innestato su una saga familiare, quella dei mitici Strobbe, comunità fondata sull'etilismo che potrebbe (anzi dovrebbe, distributori italiani muovetevi!) diventare cult. Volgare e delicato, nichilista e ottimista, è brillante e contraddittorio come solo l'ottimo cinema sa essere." (Boris Sollazzo, 'Liberazione', 19 maggio 2009)
"'Ogni somiglianza con fatti e persone reali è dovuta alla bravura degli sceneggiatori'. Lo annuncia il regista, decidendo anche - senza discussioni - che il Film è meglio del bestseller autobiografico di Dimitri Verhulst. Assieme al titolo, basta per renderlo simpatico. E per apprezzare questo bis belga di 'Brutti sporchi e cattivi' dove un tredicenne fa i compiti al bar, tra il padre e gli zii sempre ubriachi, che vivono alle spalle della madre pensionata." (Maria Rosa Mancuso, 'Il Foglio', 20 maggio 2009)