Mentre passa le sue giornate vagabondando in una città rurale dell'Arkansas, il 13enne Dayveon, in lutto per la morte del fratello maggiore, viene attratto dal cameratismo di una gang locale.
SCHEDA FILM
Regia: Amman Abbasi
Attori: Devin Blackmon - Dayveon, Kordell "KD" Johnson - Brayden, Dontrell Bright - Bryan, Chasity Moore - Kim, Lachion Buckingham - Mook, Marquell Manning - Country
Sceneggiatura: Amman Abbasi, Steven Reneau
Fotografia: Dustin Lane
Musiche: Amman Abbasi
Montaggio: Michael Carter (II), Dominic Laperriere
Durata: 75
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Produzione: AMMAN ABBASI, LACHION BUCKINGHAM, ALEXANDER UHLMANN PER CXIMPLE, ROUGH HOUSE PICTURES, MUSKAT FILMED PROPERTIES, SYMBOLIC EXCHANGE, SALEM STREET ENTERTAINMENT, MAMA BEAR
NOTE
- PRESENTATO AL 67. FESTIVAL DI BERLINO (2017) NELLA SEZIONE 'FORUM'.
CRITICA
"(...) 'Dayveon' è una storia di formazione - contraltare «sporco» e meno furbo del candidato all'Oscar 'Moonlight' - sul passaggio all'età adulta in un orizzonte che sembra vuoto di possibilità, o almeno di possibilità alternative a quelle che sembrano assegnate ai personaggi per nascita. I protagonisti di Abbasi vengono osservati come in un documentario: sono tutti attori non protagonisti che il regista ha reclutato in larga parte nel corso di una lunga ricerca in un campo «rieducativo» per adolescenti a rischio che hanno già avuto a che fare con il mondo delle gang. (...) Amman Abbasi si mette al fianco del giovane protagonista con affetto e senza invadenza, ma viene penalizzato dalla programmaticità dei suoi intenti: raccontare come si finisce in una gang, dare forma e sostanza al mondo che incombe sul suo Dayveon, soffocandolo con il maggior realismo possibile. Così facendo però Abbasi sfiora il quadro sociologico che partendo da alcune premesse - la morte del fratello, la solitudine, la cupezza dello stesso ambiente domestico dove anche durante il giorno filtra a malapena la luce -deve arrivare a una conclusione obbligata: la spirale di violenza sembra destinata a ripetersi sempre uguale a se stessa. Per questo i momenti più riusciti del film sono quelli ambientati nel limbo in cui si trovano per buona parte del film Dayveon e Brayden: già avvicinati dalla gang ma ancora liberi di giocare ai videogiochi e andare in bicicletta - anche se nello zaino si nasconde una pistola - reclamati dal mondo dei grandi ma ancora per qualche momento, bambini." (Giovanna Branca, 'Il Manifesto', 16 febbraio 2017)