Liberamente ispirato al tragico caso del Massacro di Aurora, Dark Night ritrae sei personaggi, compreso il giovane killer, nelle ore precedenti l'attentato criminale. Sei giovani individui galleggiano in un vuoto di relazioni, ciascuno di loro potrebbe essere l'artefice del folle gesto. Le loro azioni e il loro vissuto sembrano condurli a piccoli passi verso il dramma finale, lo stesso che si consumò nel cinema Century 16 alla prima di The Dark Knight Rises (Il cavaliere oscuro - Il ritorno, di Christopher Nolan).
SCHEDA FILM
Regia: Tim Sutton
Attori: Robert Jumper, Eddie Cacciola, Aaron Purvis, Anna Rose Hopkins, Karina Macias, Rosie Rodriguez, Marilyn Purvis, Ciara Hampton, Andres Vega, Bryce Hampton
Sceneggiatura: Tim Sutton
Fotografia: Hélène Louvart
Musiche: Maica Armata
Montaggio: Jeanne Applegate
Scenografia: Bart Mangrum
Costumi: Jami Villers
Effetti: Brian Young (II)
Durata: 85
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: HD, DCP
Produzione: BIG JACK PRODS. PRODUCTION, IN ASSOCIAZIONE CON VAN RIPER ARCHIVES, CALAIS ENTERTAINMENT
Distribuzione: MARIPOSA CINEMATOGRAFICA E 30HOLDING (2018)
Data uscita: 2018-03-01
TRAILER
NOTE
- REALIZZATO CON IL SUPPORTO DEL RINGLING COLLEGE STUDIO LAB.
- PROIEZIONE SPECIALE, FUORI CONCORSO, ALLA 73. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2016) NELLA SEZIONE 'ORIZZONTI'. HA RICEVUTO IL PREMIO LANTERNA MAGICA.
CRITICA
"Lo straordinario film di Tim Sutton non pedina i fatti ma è un disadorno ed espressivo reportage-puzzle, le 24 ore prima del massacro, inseguendo le vite anonime di giovani con passione per skater, armi, disegni e tanta rabbia repressa: ognuno avrebbe potuto essere il killer. I veri assassini sono desolazione, solitudine, inutilità di una vita così, nello stile di 'Elephant' di Van Sant." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 1 marzo 2018)
"Come si può rappresentare l'irrappresentabile? Di certo il regista Sutton conosceva le chiavi scelte in precedenza dai colleghi Gus Van Sant e Michael Moore. (...) Sutton fa qualcosa di diverso da entrambi. Attua una sorta di pedinamento di alcuni personaggi, incluso l'assassino James Holmes, rinunciando alla narrazione e affidandosi a immagini 'entomologiche' per additarci il retroterra di quel gesto in apparenza privo di senso. (...) La bella fotografia di Helene Louvart inquadra tante pistole e fucili oliati con cura, accarezzati, usati per esercitarsi nei poligoni di tiro. Lasciando tutto lo spazio alle immagini, 'Dark Night' si assume un compito difficile e coraggioso. Sfida in un colpo solo nichilismo e didascalismo, riuscendo a farci più paura di un horror con zombi o vampiri." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 1 marzo 2018)
"Tim Sutton riepiloga le 24 ore precedenti il fattaccio lasciando parlare la realtà in uno scabro stile documentaristico che, con il suo rimando alle periodiche cronache di violenza armata, agghiaccia e intristisce." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 1 marzo 2018)
"Si può fare un film su una strage, realmente avvenuta, (...) calando il sipario prima della sparatoria? È la scommessa del regista Tim Sutton, che immagina solo la vigilia del massacro, pedinando vari personaggi. (...) Chi conosce il tragico finale proverà un senso di angoscia. Per gli altri c'è invece il rischio noia." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 1 marzo 2018)
"(...) sembrano tutti automi di un movimento obbligato di attività in una provincia depressa e spenta. Perché? Il regista vuole richiamare un umore esistenziale sociale della violenza? Quando la forma vuole diventare l'assoluta espressione del contenuto si rischia l'irritazione e la perdita del contenuto. Il confine tra il film intelligente e la cavolata diventa labilissimo." (Silvio Danese, 'Nazione-Carlino-Giorno', 2 marzo 2018)
"In un lentissimo, disturbante, crescendo verso un atto di indicibile violenza (che però non ci mostra), la pellicola come un colpo di fucile d'assalto va al cuore della paura di tutti noi. Per arrivare alla strage del 2012 in un cinema di Aurora, Colorado, durante la proiezione di 'The Dark Knight' (12 morti...), il regista firma il suo personale 'j'accuse' contro le armi «libere» in America, e filma l'inevitabile susseguirsi di eventi che, in una schizofrenica giornata di ordinaria follia, culmina nel massacro all'interno di una multisala. Un serial killer al (festival del) cinema." (Luigi Mascheroni, 'Il Giornale', 7 settembre 2016)