Nel 2074 la PinWheel Corporation crea un cyborg quasi umano: Cassandra Reese, nota ai più come 'Cash'. Cash è stata ideata per sedurre qualsiasi uomo e ha il compito di introdursi nel quartier generale di una ditta rivale e, in seguito, autodistruggersi esplodendo. Ma le cose si complicano quando Cassandra inizia a provare sentimenti d'amore nei confronti di un essere umano, Colson Ricks, istruttore di arti marziali alla PinWheel. Colson, innamorato anche lui di Cash, risce a fuggire con lei con la complicità di Mercy. Ma la PinWheel ha già messo qualcuno sulle loro tracce...
SCHEDA FILM
Regia: Michael Schroeder
Attori: Elias Koteas - Colson 'Colt Ricks, Angelina Jolie - Cassandra 'Cash' Reese, Jack Palance - Mercy, Billy Drago - Danny Bench, Karen Sheperd - Chen, Allen Garfield - Martin Dunn, Ric Young - Bobby Lin, Renee Griffin - Dreena, Tracey Walter - Wild Card, Sven-Ole Thorsen - Portiere
Soggetto: Mark Geldman, Ron Yanover
Sceneggiatura: Michael Schroeder, Ron Yanover, Mark Geldman
Fotografia: Jamie Thompson
Musiche: Peter Allen
Montaggio: David M. Richardson
Scenografia: Elisabeth A. Scott
Costumi: Kristen Anacker
Effetti: Greg Hendrickson, Stargate Films Inc.
Altri titoli:
L'ombra di vetro
Cyborg II: Glass Shadow
Durata: 95
Colore: C
Genere: FANTASCIENZA
Specifiche tecniche: 35 MM, PANAVISION
Produzione: FREEDOM FILMWORKS INTERNATIONAL, TRIMARK PICTURES
Distribuzione: I.I.F.
NOTE
- REVISIONE MINISTERO GIUGNO 1995.
- NEGLI USA IL FILM HA AVUTO SOLO LA DISTRIBUZIONE VIDEO.
CRITICA
"Trash e follia a basso costo, un non trascurabile (anche se non del tutto originale) stile visivo cyberpunk e la sempre efficace proiezione avveniristica degli incubi apocalittici sedimentati nell'immaginario scientifico attuale illuminano di una luce tutta sua questo sequel di un film con Jean-Claude Van Damme uscito nell'89. Se di B-movie si tratta (incoerenze narrative incluse), è del genere migliore, che bada al sodo. Senza alibi intellettuali, presunzioni filosofiche o sovrastrutture alla moda. E con un fugace omaggio alla nostalgia scolpita sul volto di Jack Palance, un tempo re dei cattivi di Hollywood." (Stefano Martina, 'Il Messaggero', 27 maggio 1994)
"Fra robotica umanoide e aforismi filosofeggianti ('I cyborg sono un debole tentativo dell'uomo di imitare Dio'), il film di Michael Schroeder riesuma tutta la paccottiglia oggettuale del modello 'Blade Runner': scene in bilico tra modernariato e archeologia industriale, metropoli baudelairiane fatte di tenebre e di pioggia, bianche colombe in volo fra fuochi fatui e luci al neon. Tanto che 'Cyborg 2' finisce suo malgrado per essere un cyborg a sua volta: fra apocalisse e barbarie, un debole tentativo di imitare l'archetipo di Ridley Scott. Manierista." ('Sette', 23 giugno 1994)