In una Baviera preindustriale, tra monti e vallate sepolte nella nebbia e nel mistero d'un'esistenza trascinata negli stenti e nella miseria, vive un piccolo villaggio che si assiepa attorno ad una vetusta vetreria di proprietà d'un nobile signore, paralitico da dodici anni, e del suo giovane rampollo. E' morto un maestro vetraio, portando con sé nella tomba il segreto della fabbricazione del vetro-rubino: il giovane padrone ne ricerca affannosamente ma inutilmente la formula, arrivando all'uso d'ogni mezzo, anche alla violenza, tanta è l'importanza che ha per lui e per la felicità di tutti gli abitanti la scoperta di quel segreto. Sacrifica persino Ludmilla, una sua domestica, illudendosi che il suo rosso sangue di vergine racchiuda in sé il mistero. Tra tutti gli abitanti del villaggio, si distingue Hias: è un mandriano dotato di chiaroveggenza. Egli prevede con chiarezza tutto ciò che puntualmente si avvererà di lì a poco tempo: la morte di Ludmilla, quella di due vecchi operai, l'incendio della vetreria. Le sue apocalittiche profezie risuonano minacciose per tutti, fino a quando, accusato di portare il male e non soltanto di prevederlo, verrà rinchiuso in carcere con il giovane ricco impazzito: egli però riuscirà ad evadere ed a ritornare alle sue montagne, vivendo solitario in comunione con la natura. E' lassù che avrà l'ultima sua visione: un gruppetto di uomini, gratificati del dubbio che la terra sia veramente piatta, come ingenuamente credono i loro compaesani, viventi arrampicati come naufraghi su una scogliera sperduta nel mezzo del mare, si avventura su un fragile barchetta tra le onde insidiose alla ricerca della verità, attirati dalla speranza che di là ci sia veramente un altro mondo, come sembrano promettere i gabbiani che volteggiano sulle loro teste.
SCHEDA FILM
Regia: Werner Herzog
Attori: Joseph Bierbichler - Hias, Stefan Güttler - Proprietario della fabbrica, Clemens Scheitz - Adalbert, Sonja Skiba - Ludmilla, Agnes Nuissl - Anamirl, Wilhelm Friedrich - Padre del proprietario della fabbrica, Janos Fischer - Agide, Edith Gratz - Ostessa, Wolf Albrecht - Sam, Andrea Von Ramm - Cantante, Brunhilde Klöckner - Paulin, Werner Lederle - Oste, Richard Levitt - Musicante, Sepp Müller - Ascherl, Volker Prechtel - Wudy, Alois Hruschka - Gigl, Wolfram Kunkel - Suonatore di Gironda, Egmont Hugel - Toni, Sterling Jones - Musicante, Thomas Binkley - Suonatore di liuto
Soggetto: Herbert Achternbusch
Sceneggiatura: Herbert Achternbusch, Werner Herzog
Fotografia: Jörg Schmidt-Reitwein
Musiche: Popol Vuh
Montaggio: Beate Mainka-Jellinghaus
Scenografia: Cornelius Siegel
Costumi: Gisela Storch, Ann Poppel
Altri titoli:
Corazón de cristal
Heart of Glass
Coeur de verre
Durata: 94
Colore: C
Genere: ALLEGORICO
Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.66) PANORAMICO - EASTMANCOLOR
Tratto da: LIBERAMENTE ISPIRATO AL RACCONTO "DIE STUNDE DES TODES" DI HERBERT ACHEERNBUSCH
Produzione: WERNER HERZOG FILMPRODUKTION
Distribuzione: DI FILM (1983) - VIDEOGRAM, NUMBER ONE VIDEO
NOTE
- SUONO: HAYMO HEYDER, PETER VAN ANFT.
CRITICA
"Film che si rifà ad una cultura nordica piuttosto fumosa e piena di simboli ed allegorie, quasi impenetrabili, che del resto si lascia ammirare per fascinosità fotografica e ricostruzione ambientale. I personaggi recitano con atteggiamenti allucinati e straniati (sembra che il regista li abbia fatti recitare dopo averli ipnotizzati, alla ricerca di un nuovo 'stile' cinematografico), lasciando cadere le loro parole sillabate e scandite con lentezza quasi esasperante. Si intuisce che c'è nel film il tema della ricerca d'una certa verità, ma quale e come? La difficoltà di lettura impedisce di afferrare con chiarezza quanto il regista esprime con stile visionario ed allusivo. Le visioni-profezie di Hias sono raccontate con stile rarefatto e sentenzioso, denso di componenti romantiche nordiche e decadentistiche. Il clima generale è di ballata e di saga popolare. Più che di ambiguità generale, si può parlare di complessità." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 97, 1984)