La vita di Joe Talbot, studente universitario, viene sconvolta quan-do, ad una festa, conosce Laura e subito dopo cominciano ad accadere cose inspiegabili. Laura gli confessa di appartenere ad un'altra dimensione e di averla momentaneamente abbandonata per recuperare un oggetto fondamen-tale per la Pace universale, un antico scettro cui va applicato un brillante che annullerà i confini tra le dimensioni. Questo brillante è stato regalato a Joe dal padre. Per impadronirsi ora dello scettro, a Laura e Joe si affianca il forte A.T. Insieme arrivano ad un museo, dove un custode si avventa sul cristallo di Joe, e nello stesso tempo A.T. spacca la vetrina dove è riposto lo scettro, lo prende e invita tutti alla fuga. Con lo scettro e il cristallo riuniti, comincia una caccia spietata tra il custode e A.T. attraverso i crossworld, corridoi che collegano tra loro le varie dimensioni. Laura viene presa in ostaggio, e Joe si impegna per liberarla. Dopo esserci riuscito, raggiunge il mondo di Laura e la sua Regina. Costei decide che il brillante deve rimanere lontano dallo scet-tro e lo affida alla cure di Joe e di Laura insieme.
SCHEDA FILM
Regia: Krishna Rao
Attori: Shani Rigsbee, Michael Wiseman, Rutger Hauer - A.T., Josh Charles - Joe Talbot, Andrea Roth - Laura, Perry Anzilotti - Rebo, Richard McGregor - Stu, Jack Black - Steve, Ellen Geer, Beverly Johnson, Michael Stadvec, Stuart Wilson - Ferris, Tony Ervolina
Soggetto: Krishna Rao
Sceneggiatura: Krishna Rao
Fotografia: Christopher Walling
Musiche: Christophe Beck
Montaggio: Anita Brandt-Burgoyne
Durata: 88
Colore: C
Genere: FANTASY
Specifiche tecniche: NORMALE A COLORI
Produzione: LOYD SEGAN, AUPERT HARVEY
Distribuzione: BUENA VISTA INTERNATIONAL - MFD HOME VIDEO
NOTE
REVISIONE MINISTERO GIUGNO 1997
CRITICA
"Evidentemente destinata alle non tanto future programmazioni televisive fuori dal 'prime time' la favoletta di 'Crossworlds', firmata dal regista Crishna Rao, arriva in fondo con una certa sonnacchiosa piacevolezza. A qualche malinconica riflessione sui trapassi da una dimensione all'altra inducono i duellanti al centro della vicenda, il prode Hauer e il perfido Wilson. Li accomuna l'amara sorte di essere precipitati nel purgatorio artistico della fantascienza di serie B da sfere ben più nobili. Inquartato nel fisico e visibilmente con la mente altrove, Rutger fa rimpiangere i tempi di Ridley Scott e di Ermanno Olmi; mentre Stuart non sembra davvero l'attore tanto ammirato nella difficile parte del marito in 'La morte e la fanciulla' di Roman Polanski. Ritroveranno i nostri eroi la porticina magica per rientrare nel cinema di serie A?". (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 15 giugno 1997)