Manuel Luciano è stato costretto ad abbandonare gli studi e a lasciare il Portogallo per raggiungere suo padre, emigrato negli Stati Uniti. Anni dopo, decide di tornare in Portogallo per laurearsi in medicina all'Università di Coimbra. Terminati gli studi, Manuel Luciano torna in America dove trova lavoro in un ospedale, senza per questo trascurare la sua passione: l'indagine sulle scoperte marittime portoghesi. Qualche tempo dopo, l'uomo torna di nuovo in Portogallo, questa volta per sposarsi e, sull'onda dell'interesse per la storia dei grandi navigatori, d'accordo con la moglie, va in luna di miele nel sud del Portogallo dove, dal promontorio di Sagres, partirono i primi esploratori portoghesi. Al ritorno in America visitano tutti i luoghi che possono essere in qualche modo legati alla storia del loro paese: la Statua della Libertà, la statua di Cristoforo Colombo a New York, il Dighton Rock Museum a Berkeley, che custodisce i modelli delle navi utilizzate da Vasco de Gama e Magellano per le loro esplorazioni nel XVI secolo, e la Torre di Newport, che si pensa sia stata costruita dai Portoghesi e che è simile alla chiesa circolare del convento di Tomar. Il film termina all'isola di Porto Santo, vicino alla casa in cui Cristoforo Colombo visse con la moglie, Dona Filipa Perestrelo. Manuel proprio nell'isola che vide l'inizio della scoperta del Nuovo Mondo, perché vi approdò anche il famoso navigatore portoghese João Gonçalves Zarco, rivela il risultato dei suoi anni di studio su Colombo: non era genovese ma portoghese...
SCHEDA FILM
Regia: Manoel de Oliveira
Attori: Leonor Baldaque - Sílvia Jorge da Silva, Lourença Baldaque - Angel, Manoel de Oliveira - Manuel Luciano da Silva, Maria Isabel de Oliveira - Sílvia Jorge da Silva, Jorge Trepa - Hermínio da Silva, Ricardo Trêpa - Manuel Luciano da Silva, giovane, Luís Miguel Cintra - Direttore del museo, Leonor Silveira - Madre, Norberto Barroca - Anziano, Sam Masotto - Immigrato
Soggetto: Manuel da Silva - libro, Sílvia Jorge da Silva - libro
Sceneggiatura: Manoel de Oliveira
Fotografia: Sabine Lancelin
Musiche: José Luis Borges Coelho
Montaggio: Valérie Loiseleux
Scenografia: Christian Marti
Costumi: Adelaide Trêpa
Durata: 70
Colore: C
Genere: DRAMMATICO STORICO
Tratto da: libro "Cristóvão Colon [Colombo] era Português" di Manuel da Silva e Sílvia Jorge da Silva
Produzione: FILMES DO TEJO, FUNDAÇÃO CALOUSTE GULBENKIAN, FUNDAÇÃO LUSO-AMERICANA
NOTE
- PRESENTATO FUORI CONCORSO ALLA 64. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2007) NELLA SEZIONE 'VECCHI MAESTRI'.
CRITICA
Dalle note di regia: "L'intento di questo film non è quello di essere accurato dal punto di vista scientifico, storico e biografico. E' piuttosto un resoconto romanzato di quelle magnifiche imprese che sono state le scoperte marittime portoghesi. E' un mezzo per rivelare che Cristoforo Colombo era, infatti, portoghese e che diede il nome alla grande isola che scoprì nelle Antille, Cuba, in ricordo del luogo dov'era nato in Alentejo."
"Il film vuole lodare le grandi scoperte marinare portoghesi del passato, ed è molto bello: le nuvole cariche di pioggia, l'arrivo nel porto di New York imperscrutabile per la nebbia, i diversi momenti del mare, le emozionanti chiese e costruzioni antiche arricchiscono lo stile dell'autore, semplice e perfetto." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 6 settembre 2007)
"Di notevole cinematograficamente nel film ci sono solo l'arrivo in una New York coperta di nebbia (non si vede neppure la Statua della Libertà) e l 'Atlantico di un colore scuro, quasi di pece, come i cieli che forse hanno attraversato gli astronauti del secondo '900 ai quali sono avvicinati Colombo e altri grandi esploratori del '500-600." (Francesco Bolzoni, 'Avvenire', 6 settembre 2007)
"Questa volta il grande, grandissimo Manoel de Oliveira, nome tutelare del cinema portoghese, che, con vitalità giovanile e miracolosa freschezza, alla vigilia dei suoi cento anni (è nato nel 1908), ci ha regalato un altro dei suoi film misteriosi e affascinanti, prendendo lo spunto non solo dalla possibilità di sostenere che Cristoforo Colombo fosse portoghese, ma dalla ricostruzione delle terre scoperte via mare dei grandi esploratori lusitani, da Vasco de Gama a Magellano. Senza pedanteria, naturalmente, e senza mai cedere al didascalico. (...) Un seguito di immagini esemplari, un florilegio di citazioni mai saccenti, mentre, a dar risalto, in tanta documentazione dal vivo, all'elemento simbolico, spesso, ai personaggi realmente incontrati e a de Oliveira e alla moglie, si aggiunge, vista solo da noi, una giovane donna bruna vestita di rosso e di verde, i colori della bandiera portoghese. Tace, ascolta, consente. Svela l'enigma, non di Colombo, ma del suo Poeta." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 6 settembre 2007)
"Ovviamente il cinema è quello di De Oliveira, ieratico, fatto di dialoghi stentorei, di lunghe inquadrature che fermano il tempo e di visioni folgoranti. Ma il soggetto è talmente bizzarro che la noia lambisce appena lo spettatore. Insomma ancora una preziosa tessera di un puzzle che De Oliveira si sforza di non completare. Lunga vita a un solitario eroe del cinema." (Andrea Martini, 'Quotidiano Nazionale', 6 settembre 2007)
"Ancora una volta incantano la semplicità e l'originalità di un'operina breve (70 minuti) che si vorrebbe durasse di più, dove l'orgoglio patriottico dei maestro lusitano si tinge giudiziosamente di ironia a sigillo dell'autoritratto di un autore fra i maggiori dell'intera storia del cinema." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 6 settembre 2007)
"Alla veneranda età di quasi novantanove anni, alla mostra del cinema di Venezia è salito in cattedra Manoel De Oliveira. Lezione di storia, peraltro. (...) In mezzo a tanti giovinetti che dietro la macchina da presa stanno fingendo di rischiare carriera e attributi nel Concorso veneziano, De Oliveira sembra il più agguerrito e lucido dei realizzatori. Dietro e davanti la macchina da presa il regista portoghese mette in scena la scoperta del nuovo mondo in versione riveduta, corretta e personalissima. (...) La storia, pare dirci De Oliveira, è scritta da presunti, prepotenti, maleducati vincitori. Ma nulla è spiegato: tutto è suggerito. Cristovao Colombo. O enigma non è quindi un pamphlet storico-scientifico, ma un resoconto romanzato delle magnifiche imprese e scoperte degli esploratori portoghesi (Colombo le Americhe, De Gama le Indie, Cabral il Brasile, Pinto il Giappone, Magellano il giro del mondo). Con in aggiunta una grazia. Sul finale la signora Isabel guarda il mare e dice: 'il divenire è nostalgia'. Arrivederci al prossimo film, maestro." (Davide Turrini, 'Liberazione', 7 settembre 2007)
"L'inarrestabile maestro lusitano inventa un personaggio colto in varie età, e la più avanzata è interpretata da lui stesso, che dedica vita, ricerche e passione ad affermare che lo scopritore dell'America era portoghese, nato in un paese dell'Alentejo chiamato Cuba come poi la più grande delle isole caraibiche e prima terra americana toccata dalle sue caravelle. Con il rigore e l'eleganza che gli sono propri." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 7 settembre 2007)