COSMOS

CANADA 1996
A Montreal Cosmos, tassista di origine greca riflette a voce alta e filosofeggia mentre porta a destinazione i suoi passeggeri. L'INDIVIDUO. Un serial-killer, dall'aspetto insospettabile si aggira per la città, regalando fiori alle proprie vittime. IL LANCIO. Yannie e Joel passano la mattina a girovagare in macchina per la città, cercando di non pensare se sia meglio sapere o non sapere il risultato del test dell'AIDS fatto da Joel. LE TECHNETIUM. Un giovane e timido filmaker viene preso in ostaggio dalla folla isterica che partecipa ad un talk-show. JULES E FANNY. Jules non può resistere alla tentazione di vedere il seno rifatto di Fanny, sua tenace e combattiva ex-fidanzata, ormai donna in carriera. AURORA E CREPUSCOLO. Aurora, lasciata dal ragazzo proprio la sera del suo compleanno, conosce un uomo anziano e saggio, che dice di chiamarsi Crepuscolo. Passano la serata insieme a giocare a biliardo e a ballare come due persone senza età. COSMOS E L'AGRICOLTURA. Il furto del taxi di Cosmos dà vita ad una rocambolesca avventura che si conclude tra i campi.
SCHEDA FILM

Regia: Marie-Julie Dallaire, André Turpin, Denis Villeneuve, Manon Briand, Jennifer Alleyn, Arto Paragamian

Attori: Élise Guilbault - Agente Immobiliare, Marc Jeanty - Janvier, Marie-France Lambert - Fanny, Alexis Martin - Jules, Stephane Crete - Antoine, David La Haye - Morille, Audrey Benoit - Nadja, Carl Alacchi - Tekno, Mirelle Naggar - Commessa, Sebastien Joanette - Killer, Gabriel Gascon - Crepuscolo, Marie Helene Montpetit - Yannie, Sarah Jeanne Salvy - Aurora, Pascal Contamine - Joel, Igor Ovadis - Cosmos

Soggetto: André Turpin, Denis Villeneuve, Jennifer Alleyn, Manon Briand, Arto Paragamian, Sebastien Joanette, Marie-Julie Dallaire

Sceneggiatura: Marie-Julie Dallaire, Sebastien Joanette, Arto Paragamian, André Turpin, Denis Villeneuve, Jennifer Alleyn, Manon Briand

Fotografia: André Turpin

Musiche: Michael A. Smith

Montaggio: Richard Comeau

Durata: 99

Colore: C

Genere: METAFORA

Produzione: ROGER FRAPPIER

Distribuzione: I.M.C. (1998)

NOTE
AL FILM E' ABBIANATO IL CORTOMETRAGGIO ITALIANO "LA LETTERA" DI DARIO MIGLIARDI, CON VALERIO MASTANDREA, ALESSANDRA ACCIAI, VALERIA CAVALLI.
DURATA 13'.
PRODUZIONE DARIO DE LUCA.
CRITICA
"Sei voci, già abbastanza impostate; sei storie, già abbastanza disperate, di sei giovani filmmaker canadesi che, uniti dal bianco e nero e dalla figura di un taxi driver di Montreal, raccontano in 'Cosmos' una fauna variopinta che non trova pace e odia mode e volgarità del presente. Si ride del sesso con un tocco di Woody Allen raccontando un sogno felliniano, ci sono malattie ineluttabili, serial killer, furti d'auto, parrucchieri sbagliati, una fanciulla abbandonata a teatro e una amara comica finale Sei registi in sintonia tra loro che affrontano di petto il mondo, correggendolo con ironia e con la curiosità nei confronti della vita". (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 4 aprile 1998)

"Sei registi per una sorpresa. Sei piccole storie per una grande città. E un solo direttore della fotografia (bianco e nero), André Turpin, che firma anche la regia di uno degli episodi dando all'insieme l'opportuna continuità di stile. Curioso esperimento quello di 'Cosmos'. L'idea poteva sembrare facile, perfino abusata. Prendere sei giovani promesse, trovare un sia pur vago filò conduttore che unisca fra loro i diversi episodi e mettere a confronto temperamenti e talenti. Magari le sei storie intrecciate non basteranno a tracciare il ritratto a più voci di una città composita come Montreal. Però il risultato finale, con gli inevitabili alti e bassi, è fresco, stimolante, e quasi mai giovanilista anche se il più vecchio degli autori ha 32 anni". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 10 aprile 1998)

"Visto scorso alla 'Quinzaine des réalisateurs', e applaudito con particolare calore dal pubblico di Cannes, 'Cosmos' presenta parecchi dei sintomi che fanno di un film un piccolo cult. Elencare i nomi dei registi, che sono sei e le cui iniziali vanno dalla A alla V, sarebbe troppo lungo: basti sapere che il film, elaborato collettivamente su iniziativa di un produttore del Québec e affidato a una sola équipe tecnica e a un unico montatore, riesce a raccontare sei diverse storie dando al risultato finale omogeneità, stilistica: sia nell'ambiente, sia nel tono, ironico e umoristico su un fondo comune di amarezza, sia nella fotografia che evoca il bianco e nero dei film di Jim Jarmusch". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 14 aprile 2001)