Lo Sceriffo Alan Pangborn è sconcertato: nella tranquilla cittadina di Castle Rock stanno avvenendo episodi di follia. Improvvisamente, amici carissimi, litigano e si fanno pesanti cattiverie. Pangborn non capisce il perché. Sembra esserci un nesso tra questi inquietanti eventi e l'apertura di un negozio di antiquariato nella cittadina. Benché l'antiquario, Leland Gaunt, sembri allo sceriffo un tipo strano e sfuggente, gli abitanti di Castle Rock ne sono entusiasti. Il nome del negozio richiama alla mente oggetti vittoriani. Gaunt sembra catturare ed estirpare con il suo sguardo i desideri nascosti di ogni cliente, riuscendo a trovare per chiunque ciò che cercava o segretamente sognava. Il suo emporio si trasforma in un centro di gravità verso il quale sono attratti tutti i membri della comunità. Perfino la ragazza di Pangborn, Polly, e la sua amica Nettie vengono attratte dall'inusuale mercanzia di Gaunt. Ma lo sceriffo non sa che i suoi concittadini sono vittime della malevola influenza dell'antiquario e che nella bottega tutto è in vendita ... anche l'anima.
SCHEDA FILM
Regia: Fraser Clarke Heston
Attori: Max von Sydow - Leland Gaunt, Ed Harris - Sceriffo Pangbron, Bonnie Bedelia - Polly Chalmers, Amanda Plummer - Nettie Cobb, J.T. Walsh - Danforth Keeton Iii, Frank C. Turner - Pete Jerzyk, Valeri Bromfield - Wilma Jerzyk, Bill Croft - Andy Clutterbuck, Don S. Davis - Reverendo Rose, Duncan Fraser - Hugh Priest, Gillian Barber - Myrtle Keeton, Ray McKinnon - Vice Sceriffo, Ann Warn Pegg - Ruth Roberts, Gary Paller - George Cobb, Sarah Sawatsky - Ragazza 14enne, William Morgan Sheppard - Padre Meehan, Deborah Wakeham - Myra, Campbelll Lane - Frank Jewett, Tamsin Kelsey - Sheila Ratcliff, Lochlyn Munro - John Lapointe, Eric Schneider - Henry Beaufort, Shane Meier - Brian Rusk, Dee Jay Jackson - Eddie Warburton
Soggetto: Stephen King
Sceneggiatura: W.D. Richter
Fotografia: Tony Westman
Musiche: Patrick Doyle
Montaggio: Rob Kobrin
Scenografia: Douglas Higgins
Costumi: Monique Prudhomme
Effetti: Gary Paller
Durata: 120
Colore: C
Genere: HORROR
Specifiche tecniche: NORMALE A COLORI
Tratto da: libro di Stephen King
Produzione: JACK CUMMINS PER CASTLE ROCK ENTERTAINMENT IN ASSOCIAZIONE CON NEWLINE CINEMA
Distribuzione: PENTA DISTRIBUZIONE (1994) - PENTAVIDEO, MEDUSA VIDEO (PEPITE)
NOTE
- AIUTO REGISTA: ANTHONY BRAND
- SUONO: ERIC BATUT
- REVISIONE MINISTERO MARZO 1994
CRITICA
"Alla base, un romanzo di Stephen King, pubblicato anche in Italia. La regia però dell'esordiente Fraser C. Heston, reduce da molta tv, ha faticato a riproporne i climi ansiosi e le cifre che sulla pagina scritta, prima suscitavano solo curiosità poi dilagavano nell'angoscia. Il racconto è soprattutto corale, gli episodi si susseguono alternandosi l'uno all'altro in modo approssimativo, i personaggi hanno rilievi psicologici scarsi, le atmosfere attorno - a parte un certo plausibile disegno delle cornici provinciali - non brillano per tensione né per concentrazione: in cifre narrative che, quasi statiche, anche al momento della rivelazione finale sembrano negarsi a qualsiasi evoluzione drammatica, con toni smorti. Si sente che il regista viene dalla tv ma, pur volendo restare nel campo dei telefilm, non si può non pensare che, anche lì, si sono viste spesso cose migliori e, comunque, con maggiori risentimenti e un po' più di nerbo." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 3 aprile 1994)
"Ventesimo film (o giù di lì) tratto da King, cose preziose smaschera - una volta di più - la blanda inconsistenza di molte riduzioni cinematografiche ispirate al re dell'horror. Qui, in particolare, la metafora sul Male, sulla mercificazione della memoria e sul consumismo dei sogni e dei bisogni individuali è ampiamente sbiadita dalla regia di Fraser C. Heston (figlio di Charlton, autore de 'L'isola del tesoro' tivù) che preferisce un approccio assai impersonale, incolore." (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 7 aprile 1994)
"Purtroppo la sceneggiatura di W.D. Richter e la regia di Fraser C. Heston (figlio di Charlton), che sono di seconda scelta, lo confinano senza pietà tra gli adattamenti da King della categoria B a distanze incolmabili da quelli dei Kubrick e De Palma, Cronenberg e Carpenter. Anche un buon cast (Ed Harris, Bonnie Bedelia) ne esce ammaccato, con l'eccezione di von Sydow. A lui è difficile resistere, quando confessa la predilezione per le temperature calde o, rivolgendosi a una delle sue vittime, esclama ghignando: 'Sei disgustoso... mi piacciono i tipi come te'. Ma, bisogna ammetterlo, ne sa una più del Diavolo." ('la Repubblica', 11 aprile 1994)