Sulle strade di Toronto, mentre un giovane indiano, Ben, vende dei giocattoli robot, accanto a lui, Fred Ritter vende orologi di dubbia efficienza. Interessata a questi robot è Sandy, consulente nel reparto giocattoli di un grosso magazzino che impegna l'indiano a fornirgliene mille al più presto. Proclamatosi suo socio, Fred, che ha fiutato un buon affare, affitta con denaro avuto da terzi un capannone in disuso per cominciare la produzione dei giocattoli robot. Per fabbricare con rapidità questi giocattoli, Ben si fa spedire un cassone contenente un robot, Johnny 5, validissimo essere "meccanico", tra l'altro parlante. Dal capannone si può scendere nel sottosuolo non lontano dal caveau di una banca, al quale sono interessati tre lestofanti, in quanto vi sono stati collocati diamanti di una collezione privata. Mentre il terzetto attacca e devasta il capannone, facendo guai notevoli, onde penetrare tranquillamente nel sottosuolo per raggiungere il caveau, Johnny 5 riesce a fuggire e, avido com'è di esperienze di vita, riprende a gironzolare per la città. Successivamente il robot viene ingaggiato con un pretesto dai tre lestofanti, per scavare il tunnel fino al caveau. Impadronitisi dei gioielli, i ladri cercano di sbarazzarsi dello strano complice-talpa, riducendolo in un ammasso di fili bruciati, di tubicini e di ferraglia. Dopo riuscite "riparazioni", il robot non mancherà di prendersi le sue vendette sul terzetto dei ladri e di prestare poi, insieme a Ben, giuramento di fedeltà alla Costituzione degli Stati Uniti, per conseguire - primo robot della storia - la cittadinanza americana.
SCHEDA FILM
Regia: Kenneth Johnson
Attori: Fisher Stevens - Ben, Michael McKean - Fred Ritter, Cynthia Gibb - Sandy, Jack Weston - Oscar Baldwin, Dee McCafferty - Saunders, Don Lake - Manic Mike, David Hemblen - Jones, Tim Blaney - La Voce Di Johnny Five, Jason Kuriloff, Tito Nunez - Zorro
Soggetto: S.S. Wilson, Brent Maddock
Sceneggiatura: Brent Maddock, S.S. Wilson
Fotografia: John McPherson
Musiche: Charles Fox
Montaggio: Conrad Buff IV
Scenografia: Bill Brodie
Costumi: Larry S. Wells
Effetti: Jeff Jarvis, Mike Edmonson
Durata: 110
Colore: C
Genere: FANTASCIENZA COMMEDIA FAMILY
Tratto da: BASATO SUI PERSONAGGI CREATI DA BRENT MADDOCK E S.S. WILSON
Produzione: TRISTAR PICTURES
Distribuzione: COLUMBIA TRI STAR FILMS ITALIA (1988) - COLUMBIA TRI STAR HOME VIDEO (DVD, 2002)
CRITICA
"Girato a Toronto, il film ha il suo polo d'attrazione nel congegno elettronico, radiocomandato, costruito da Eric Allard che già lavorò sull'extraterrestre di Spielberg, e la sua leva professionale nella regia del Kenneth Johnson che negli anni Settanta aveva portato sullo schermo il mostro Hulk, ben noto ai fumettologi. Vi recitano Fisher Stevens (l'indiano al quale per la paura viene 'la pelle d'anatra' e che va 'su di giravolte'), Michael McKean (Fred) e la graziosa Cynthia Gibb. E poi a Johnny ci si affeziona: si trepida, sul finire, per la sua salvezza, e lo si applaude quando suggerisce battute d'amore sui tabelloni della pubblicità luminosa." (Giovanni Grazzini, 'Il Corriere della Sera', 5 Novembre 1988)
"'Corto circuito 2' ha un intreccio che rivela la fatica strumentale di un secondo episodio e un budget limitato, ma raddoppia alcuni episodi felici del film di Badham, che avrebbe dovuto dirigere anche questo, preferendo poi il poliziesco 'Sorveglianza speciale'. Commuove al punto giusto Johnny 5. Soprattutto quando fagocitando in pochi istanti tutti i libri di un grande emporio, si riserva un momento per leggere e meditare due volumi in particolare: uno di Collodi, l'altro di Mary Shelley. Tra Pinocchio e Frankenstein anche il robot ha la sua brava crisi d'identità, piccola prova di coscienza dalla quale, come gli umani, esce a pezzi. 'Come ti senti?' chiede Ben, 'Oh, caro Ben questi libri mi fanno sentire solo. Vuoto, triste, angosciato, diverso'. Vita dura anche per i robot." (Silvio Danese, 'Il Giorno', 4 Novembre 1988)
"Benché questo secondo episodio sia stato scritto dagli stessi autori del primo, 'Corto circuito 2' non ha l'allure del precedente. Forse, più che alla sostituzione di John Badham - che ha rinunciato a questa regia per fare 'Sorveglianza... speciale' - con Kenneth Johnson, il quale opera tutto sommato dignitosamente, lo si deve proprio ad una certa stanchezza inventiva. Venuta a mancare l'originalità del soggetto primigenio, malgrado sia stato ripetuto il mix di azione, sentimenti, humour, ecc., le analogie si presentano per quello che sono, e cioè rimasticature; di nuovo, anche se la vicenda è forse più complicata della prima, c'è poco, e soprattutto di brillante. Uno spunto, però, vale la citazione: ad un certo momento, stimolato dal cartellone esterno di una chiesa che promette le risposte definitive e fondamentali, Johnny 5, sempre famelico di nuovi input, si accosta al confessionale e si confida con un sacerdote; scoperto per quello che è, viene cacciato in malo modo." (Mario Milesi, 'Bergamo Oggi', 15 Novembre 1988)