Cortesie per gli ospiti

The Comfort of Strangers

USA 1990
Due giovani amanti inglesi, Colin, giornalista, e Mary, attrice, sono tornati a Venezia, per qualche giorno, dopo due anni, e vorrebbero decidere il loro futuro. Mary ha due figli, un bambino e una bambina, che ama molto; lui non sembra però entusiasta di un legame definitivo. Perdutisi nel labirinto delle calli, una notte, cercando un ristorante aperto, incontrano un uomo elegante e misterioso, Robert, che è nato a Londra, e subito riesce ad influenzarli, conducendoli in un bar, dove non c'è niente da mangiare, ma dove li fa bere molto vino. E intanto racconta che sua moglie Caroline, amica d'infanzia, è canadese, ma soprattutto parla della propria famiglia, dominata da un padre imponente e severo, che puniva duramente ogni mancanza dei figli. In piazza San Marco i due amanti incontrano Robert, che insiste per condurli nel suo splendido palazzo, dove il giorno seguente si risvegliano in una camera da letto, nudi, e non ritrovano i propri abiti. C'è solo una bellissima vestaglia orientale, che si scambiano, e li rende ancora più belli. Mary, indossatala, incontra Caroline, la moglie di Robert, che le confessa di essere stata a contemplare lei e Colin mentre dormivano, e promette di rimandare loro subito i vestiti lavati e stirati. Poco dopo Robert, rimasto solo con lui, improvvisamente dà a Colin un forte pugno allo stomaco, stordendolo, ma quello non reagisce. Poi i due inglesi se ne vanno, e Caroline chiede loro di tornare. Dopo lunghi rapporti amorosi, in albergo, Mary dice a Colin che ha visto sulla scrivania di Robert una foto di lui, e apprende allora l'episodio del pugno: tutto ciò appare loro incomprensibile. Poi Colin offre a Mary di vivere insieme, naturalmente coi suoi figli, ma lei prende tempo. Intanto Robert si prepara ad abbandonare il palazzo e a partire con la moglie per il Canada; Caroline vede di lontano Colin e Mary e li fa salire, poi racconta alla donna che Robert usa farle volontariamente molto male nel loro rapporti amorosi. Quindi, fatta bere all'ospedale una bibita drogata, che la stordisce, le mostra la camera da letto sua e del marito, tappezzata di foto di Colin, il quale, tornato con Robert, chiede insistentemente un medico per Mary, ma Robert lo uccide, tagliandogli la gola. Mary, ripresasi, identifica il corpo di Colin, mentre la polizia interroga Robert, che ricomincia il suo solito racconto sul proprio padre.
SCHEDA FILM

Regia: Paul Schrader

Attori: Christopher Walken - Robert, Rupert Everett - Colin, Natasha Richardson - Mary, Helen Mirren - Caroline, Daniel Franco - Cameriere, David Ford - Cameriere, Giancarlo Previati - Primo Poliziotto, Fabrizio Castellani - Gestore Bar, Mario Cotone - Ispettore, Manfredi Aliquò - Portiere, Antonio Serrano - Secondo Poliziotto, Rossana Canghiari - Cameriera

Soggetto: Ian McEwan - romanzo

Sceneggiatura: Harold Pinter

Fotografia: Dante Spinotti

Musiche: Angelo Badalamenti

Montaggio: Bill Pankow

Scenografia: Gianni Quaranta

Arredamento: Stefano Paltrinieri

Costumi: Giorgio Armani

Durata: 101

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: PANORAMICA

Tratto da: romanzo omonimo di Ian McEwan (ed. Einaudi)

Produzione: SOVEREIGN PICTURES STATI UNITI, ERRE PRODUZIONI I-TALIA

Distribuzione: D.A.R.C. (1991) - PANARECORD

CRITICA
"Si tratta di un film pretenzioso e sofisticato, che vorrebbe presentare le profondità perverse di due spiriti alati: quelli di Robert e di sua mogli-succube Caroline. Ma la storia, assai improbabile, è narrata male, in modo lento e senza ritmo, perchè non convince: i due inglesi sono troppo sprovveduti, e non si capisce come non diffidino subito dei loro pazzi ospiti. L'atmosfera è malsana non c'è logica narrativa, e neppure la fotografia, ritraendo Venezia, esce dalla più comune banalità. La regia di Paul Schrader è piuttosto scadente, e fra gli interpreti si nota Christopher Walken, che disegna bene il ruolo di Robert. Anche Helen Mirren (Carolina) è sufficientemente valida nella sua parte di vittima-pazza, ma Rupert Everett (Colin) e Natasha Richardson (Mary) sono si belli e giovani, ma poco espressivi, e molto spesso inerti." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 113, 1992)