L'oste Ferdinando, avendo perduto la moglie in un incendio, ha sposato in seconde nozze Carmela, che ha un passato equivoco ed è di vent'anni più giovane di lui. La prima moglie gli ha lasciato una figliola, Caterina, ammutolita quando aveva tre anni, per la paura dell'incendio. Il vecchio Simone, amico di Ferdinando, ha ereditato 36 dollari da un cugino d'America: d'accordo con Ferdinando, Simone fa credere a tutto il paese di aver ereditato un'ingente fortuna. Così quando Gianni, che è stato fuori per lavorare, ritorna dopo tre anni, trova tutti i maggiorenti del paese riuniti nell'osteria per festeggiare la pretesa fortuna di Simone. Gianni era promesso a Franca, la nipote del parroco, Don Benedetto; ma nel frattempo la ragazza s'è fidanzata a Lucio, il figlio discolo e spiantato del barone, il quale mira soltanto ai suoi denari. Lucio è l'amante di Carmela, la moglie di Ferdinando: istigato da lei, tenta di derubare Simone, e, scoperto, uccide il vecchio, incolpando poi Ferdinando dell'uccisione. L'oste, benché si proclami innocente, viene arrestato. Più tardi, avendo Caterina, testimone dell'adulterio di Carmela e dell'uccisione di Simone, ricuperato la parola, è riconosciuta l'innocenza di Ferdinando e la colpa di Lucio, che nel frattempo ha ucciso anche Carmela.
SCHEDA FILM
Regia: Luigi Capuano
Attori: Ave Ninchi, José Jaspe - Ferdinando, Pasquale De Filippo, Piero Pastore, Domenico De Nimmo, Virgilio Riento - Don Benedetto, Milly Vitale - Franca, Ludmilla Dudarova - Carmela, Paola Borboni, Charles Rutherford - Gianni, Ada Mari - Caterina, Nerio Bernardi - Il Barone, Bella Starace Sainati, Antonio Nicotra, Octavio Señoret - Lucio, Turi Pandolfini - Simone
Soggetto: Armando Curcio
Sceneggiatura: Luigi Capuano, Umberto Castelli
Fotografia: Giuseppe La Torre
Musiche: Alberto Vitalini
Scenografia: Alfredo Montori
Durata: 90
Genere: DRAMMATICO
Produzione: FORTUNATO MISIANO PER ROMANA FILM
Distribuzione: SIDEN
CRITICA
"Film realizzato con la mira di fare colpo sul pubblico delle sale rionali. "Condannatelo!" non pretende di attirare più di una modesta attenzione. Nessun particolare pregio da notare nella regia; lodevole, data la convenzionalità dei personaggi, l'interpretazione". (U. Tani, Intermezzo", 11/12 del 30/6/1953).