Leo, compiuto il servizio militare, va dal cappellaio, per scambiare finalmente con un cappello borghese, la sua bustina. Ma la radio l'avverte che l'Italia ha dichiarato guerra all'Etiopia e che la sua classe è richiamata. Ed ecco cominciare l'odissea del povero soldato, costretto a combattere in Etiopia, in Spagna, di nuovo in Africa, in Russia. Eccolo in Italia, messo a far la guardia ad un crocevia. Fedele alla consegna, il bravo soldato intima l'alt agli alleati tedeschi; ma giungono gli americani, i tedeschi scappano e Leo vien fatto prigioniero. Spera di aver trovato finalmente il riposo: è una breve illusione. Contro la sua volontà, il prigioniero si trova trasformato in cobelligerante. Una breve parentesi di riposo in casa della madrina di guerra è interrotta dall'arrivo dei tedeschi, dai quali sta per essere fucilato, quando il nome, preso a prestito da un eroico compagno, lo salva. Ed eccolo trasformato in nazista. Finalmente la resa tedesca viene a metter fine ai suoi guai; ma che fare ora? Per vivere, deve vestire ancora una volta una uniforme, quella pacifica e umanitaria di pompiere!
SCHEDA FILM
Regia: Carlo Borghesio
Attori: Carlo Campanini - Capitano Tedesco, Fritz Marlat - Un Soldato Tedesco, Marco Tulli - Ufficiale Tedesco, Nando Bruno - Checco, Nunzio Filogamo - Il Venditore Di Cappelli, Vera Carmi - Gemma, Erminio Macario - Leo Bianchetti, Folco Lulli - Ufficiale Americano Sul Ponte, Piero Lulli - Ufficiale Tedesco Sul Ponte
Soggetto: Leo Benvenuti, Carlo Borghesio, Marcello Giannini
Sceneggiatura: Aldo De Benedetti, Tullio Pinelli, Steno , Leo Benvenuti, Carlo Borghesio, Mario Amendola, Mario Monicelli
Fotografia: Aldo Tonti
Musiche: Nino Rota
Montaggio: Rolando Benedetti
Durata: 90
Colore: B/N
Genere: COMICO COMMEDIA
Produzione: LUIGI ROVERE PER LUX - RDL
Distribuzione: LUX FILM
NOTE
- AIUTO REGISTA: LEO BENVENUTI.
CRITICA
"[...] i risultati furono soprattutto degni d'interesse in "Come persi la guerra", che portava sullo schermo i sentimenti antieroici, la stanchezza per le troppe uniformi troppo a lungo indossate negli interminabili anni di guerra [...]". (V. Spinazzola, "Cinema e Pubblico-Lo spettacolo filmico in Italia 1945-1965").