Tre maldestri ladri (Calogero Locascio, Antonio Lavacca e il "Monsignore") ideano una rapina ai danni dei "Grandi Magazzini Romani". Chiamano in loro aiuto un abile (soltanto di fama) scassinatore francese, Pierre Le Compte. Questi arriva insieme con l'amante Jacqueline. La ragazza ha modo di conoscere Sandro Menegatti, che, dopo il tirocinio, diventerà presidente dell'azienda "Grandi Magazzini", ma né la ragazza, né i suoi amici sospettano la sua identità. Sandro sbalordisce Jacqueline nel dimostrarle la perfetta conoscenza dei "Grandi Magazzini" e la facilità di accedervi. Dietro richiesta, il giovane - anche per accontentare Jaqueline di cui è innamorato - acconsente a prendere parte alla rapina. Il colpo riesce, ma la cassaforte è vuota (Sandro ha tolto il denaro). Sandro e Jacqueline partono per le Bahamas, mentre i tre romani vengono assunti, con incarichi modesti, nei "Grandi Magazzini" e il francese torna nel suo paese in autostop.
SCHEDA FILM
Regia: Tonino Ricci
Attori: Nino Castelnuovo - Sandro Menegatti, Luciana Paluzzi - Jacqueline, Terry-Thomas - Pierre, Umberto D'Orsi - Monsignore, Linda Sini - Madre Di Sandro, Anita Durante - Madre Di Monsignore, Stefano Oppedisano - Antonio Lavacca Detto Il Bolognese, Rosalba Neri, Juanjo Menéndez, Edda Di Benedetto, Lopez Vazquez, Fulvio Mingozzi
Soggetto: Marcello Ciorciolini, Tonino Ricci, José María Forqué
Sceneggiatura: Marcello Ciorciolini, Tonino Ricci, José María Forqué
Fotografia: Cecilio Paniagua
Musiche: Luciano Simoncini
Montaggio: Antonietta Zita
Scenografia: Stefano Bulgarelli, Jose' Manuel Drago
Costumi: Anna Maria Albertelli
Altri titoli:
ELLA... ELLOS... Y LA LEY
Durata: 100
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: PANORAMICA, EASTMANCOLOR
Produzione: ARVO FILM, ORFEO PRODUCCIONES CIN.CAS
Distribuzione: ITALCID
NOTE
- LA MONTATRICE ANTONIETTA ZITA E' ACCREDITATA COME ANTONELLA.
CRITICA
"Il film, impostato sulla assai tenue e non originale trama di una rapina ordita ed eseguita da banditi da strapazzo, si dilunga in scipite sequenze da commedia degli equivoci. Privo di consistenza narrativa e di spunti umoristici efficaci, dà la stura a macchiette buffonesche che fanno leva più sulla scurrilità d'avanspettacolo che sullo sviluppo dell'azione. Soltanto per la sua completa inconsistenza tecnica e spettacolare, questo insieme di banalità verbali e sceniche non raggiunge maggiore negatività." (Segnlazioni Cinematografiche, vol. 73, 1972).