Coco avant Chanel - L'amore prima del mito

Coco avant Chanel

FRANCIA 2009
La vita della celebre stilista francese Coco Chanel, dall'infanzia povera e solitaria ai suoi esordi nella confezione artigianale di cappelli che la porteranno all'ascesa nell'Olimpo della moda francese e internazionale.
SCHEDA FILM

Regia: Anne Fontaine

Attori: Audrey Tautou - Gabrielle 'Coco' Chanel, Benoît Poelvoorde - Étienne Balsan, Alessandro Nivola - Arthur 'Boy' Capel, Marie Gillain - Adrienne Chanel, Emmanuelle Devos - Emilienne d'Alençon, Régis Royer - Alec, Yan Duffas - Maurice de Nexon, Roch Leibovici - Jean

Soggetto: Edmonde Charles-Roux - libro

Sceneggiatura: Anne Fontaine, Camille Fontaine, Christopher Hampton - collaborazione, Jacques Fieschi - collaborazione

Fotografia: Christophe Beaucarne

Musiche: Alexandre Desplat

Montaggio: Luc Barnier

Scenografia: Olivier Radot

Costumi: Catherine Leterrier

Altri titoli:

Coco Before Chanel

Durata: 111

Colore: C

Genere: BIOGRAFICO

Specifiche tecniche: 35 MM, SCOPE

Tratto da: liberamente tratto dal libro "L'irregolare" Edmonde Charles-Roux (ed. Rizzoli)

Produzione: HAUT ET COURT - CINE@, WARNER BROS. ENTERTAINEMENT FRANCE, FRANCE 2 CINEMA

Distribuzione: WARNER BROS. PICTURES ITALIA

Data uscita: 2009-05-29

TRAILER
NOTE
- CANDIDATO ALL'OSCAR 2010 PER I MIGLIORI COSTUMI.
CRITICA
"Alla regista Anne fontane interessa la trafila romanzata di una celebre ma senza pathos. Buona prova di Audrey Tautou, che si divide equa tra il ricco Poelvoorde e il romantico Nivola." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 29 maggio 2009)

"Il film dovrebbe comunicare quanto fosse precursore questo talento. Ma, caso unico, fa rimpiangere la vivacità della miniserie tv con Bobulova." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 29 maggio 2009)

"Il film, sospeso allo sguardo penetrante della Tautou, riproduce il percorso facendoci scoprire quel mondo, in testa l'attrice e cocotte Emmanuelle Devos in un personaggio tagliato su misura per la sua esuberanza, diventano tappe di un irresistibile apprendistato. Che perde colpi solo in sottofinale, quando Coco si innamora del giovane uomo d'affari inglese 'Boy' Capel. (...) Di colpo. curiosamente, il film finisce su binari convenzionali. Addio Coco, ora tocca a madame Chanel. Ma Anne Fontane ha l'intelligenza di fermarsi qui." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 29 maggio 2009)

"I1 titolo dice già tutto: 'Coco avant Chanel - L'amore prima del mito'. La biografia della celebre stilista si occupa poco di abiti e molto di passioni. Ma a differenza della più avvenente collega Anna Mouglalis, appena vista a Cannes in un'altra Chanel story, la scheletrica Audrey Tautou non mostra, grazie al cielo, neanche una caviglia. (...) Giusto il tempo di ideare il primo raffinato cappellino e il film finisce." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 29 maggio 2009)

"Bozzetto impeccabile con rare punture di spillo. Dopo la fiction tv con Barbora Bobulova, in attesa della Coco Chanel di Anna Mouglalis che fa il filo a Stravinsky, ripassiamo la cinelezioncina sulla femminista della moda che mise le donne a proprio agio in abiti quasi maschietti. Il suo anziano amante capì solo che così era più facile spogliarla." (Alessio Guzzano, 'City', 29 maggio 2009)

"Protagonista assoluta Audrey Tautou che punta a rievocare più che somigliare, accanto al belga Benoit Poelvoorde, Alessandro Nivola e Marie Gillain. Come in tutti i biopic c'è un po' troppo senno di poi, con frasi piazzate per dimostrare le intuizioni che renderanno grande la stilista Coco, che in seguito avrà anche una vita discutibile, ma ha sicuramente il merito di aver contribuito a gettare alle ortiche busti e ammennicoli che ingabbiavano le donne. Forse l'immagine più efficace del film è nel finale, quando Coco, più avanti con gli anni, vestita con uno dei suoi tailleur, vede sfilare le modelle con le sue creazioni, seduta su una scala, applaudita ma anche profondamente sola. Quasi che quei due amori di tanto tempo prima siano stati vissuti da un'altra donna quella che di cognome faceva Bonheur prima di Chanel." (Antonello Catacchio, 'Il Manifesto', 29 maggio 2009)