Alla ricerca di un lavoro, il giovane e ambizioso Brian Flanagan, dopo aver fallito mnel campo della finanza e della pubblicità accetta un posto da barista in un modesto locale. Convinto dal suo collega Doug che è più redditizio fare il barman che l'agente di borsa, Brian mette a punto un gustoso cocktail , facendo diventare i due i beniamini dei ricchi di Manhattan, trasformando il loro lavoro in vere e proprie performances da spettacolo. Trasferitosi dopo una delusione amorosa in Giamaica, Brian si innamora della cameriera Jordan. Ma una donna ricca e affascinante, Bonnie, lo irretisce...
SCHEDA FILM
Regia: Roger Donaldson
Attori: Tom Cruise - Brian Flanagan, Bryan Brown - Doug Coughlin, Elisabeth Shue - Jordan Mooney, Lisa Banes - Bonnie, Laurence Luckinbill - Sig. Mooney, Ron Dean - Zio Pat, Ellen Foley - Eleanor, Kelly Linch - Kerry Coughlin, Gina Gershon - Coral
Soggetto: Heywood Gould - libro
Sceneggiatura: Heywood Gould
Fotografia: Dean Semler
Musiche: J. Peter Robinson
Montaggio: Neil Travis
Scenografia: Mel Bourne
Arredamento: Hilton Rosemarin
Costumi: Ellen Mirojnick
Durata: 104
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: NORMALE
Tratto da: libro di Heywood Gould
Produzione: TED FIELD E ROBERT W. CORT PER INTERSCOPE COMMUNICATIONS
Distribuzione: WARNER BROS ITALIA (1989) - TOUCHSTONE HOME VIDEO
CRITICA
"Le ragazze della domenica pomeriggio ne andranno matte (agli altri, si consiglia qualche cautela) perche Tom Cruise si impadronisce del film dal primo istante, si agita, fa smorfie, lancia cubetti di ghiaccio tenendo il bicchiere dietro la schiena, sfoggia boxer giamaicani, rivendica i torti della disuguaglianza di classe sotto gli occhi dello zio barista, e se la gode un mondo di invecchiare shakerando dietro il banco. E' simpatico, ma gli romperemmo il muso perché potrebbe essere anche bravo, e non già la maniera di se stesso. Bene invece Bryan Brown, che prende sul serio Doug e si fa credere, mentre Elisabeth Shue è di una carineria innocente e contagiosa. Le mille luci di New York sono lucide e riflesse nella bella fotografia." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 7 Febbraio 1989)
"Si parla di cocktails, e non solo nel titolo, perché il protagonista è un ragazzotto che cerca di farsi strada in un bar di Manhattan, ma si parla anche di donne, per il sesso e per l'amore, si ascoltano musiche sempre al diapason e ci si fa coinvolgere in una storiella che, anche quando si siede o indulge ai sentimenti, è portata avanti da ritmi abbastanza vorticosi, come le esibizioni del giovane barman che, quando serve da bere, ha preso per abitudine di palleggiarsi come gli equilibristi sia le bottiglie sia i bicchieri." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 20 Gennaio 1989)
"Favola reaganiana dei nostri giorni, 'Cocktail' dosa colpi di scena, battutacce, citazioni rock e qualche timidissimo nudo con pigra fantasia. Tom Cruise, gagliardo e tenero, aggiorna il cliché del povero ma bello, mentre Bryan Brown (quello di 'Uccelli di rovo') fa il mago dei cocktail sbruffone fuori e scorticato dentro; insieme formano una bella coppia da cinema, ma avrebbero bisogno di una sceneggiatura per crederci un po' di più. Loro e noi del pubblico." (Michele Anselmi, 'L'Unità', 19 Gennaio 1989)