Il Cairo, 2013; due anni dopo la rivoluzione egiziana. In seguito alla destituzione del presidente islamista Morsi, in città si scatena una giornata di violenti disordini. Alcune decine di manifestanti, rappresentanti di diverse convinzioni politiche e religiose, vengono raggruppati dentro un furgone della polizia. Riusciranno tutti loro a superare le insormontabili divergenze per venir fuori da quella situazione?
SCHEDA FILM
Regia: Mohamed Diab
Attori: Nelly Karim - Nagwa, Hany Adel - Adam, Tarek Abdel Aziz - Hossam, Ahmed Malek - Mans, Ahmed Dash - Fares, Husni Sheta - Fisho, Aly Eltayeb - Huzaifa, Amr El Kady - M. Hashem, Mohamed Abd El Azim - Radwan, Gameel Barsoum - Salah, Ashraf Hamdy - Omar, Mohamed Tarek - Hussein, Ahmed Abdel Hameed - Awad, Waleed Abdel Ghany - Nader, Mai El Ghaity - Aisha, Mohamed El Sebaey - Zein, Mohamed Abu Elsoa'ud - Abdel Hamid, Mohamed Salah - M. Hashem, Mohamed Radwan - Badr, Mohamed El Souisy - Eweis
Sceneggiatura: Khaled Diab, Mohamed Diab
Fotografia: Ahmed Gabr
Musiche: Khaled Dagher
Montaggio: Ahmed Hafez
Scenografia: Hend Haidar
Effetti: Nasser Abo, Chadi Abo
Durata: 97
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: DCP (1:1.85)
Produzione: FILM CLINIC, SAMPEK PRODUCTIONS, EMC PICTURES, ARTE FRANCE CINÉMA, NIKO FILMS
Distribuzione: ACADEMY TWO
NOTE
- REALIZZATO CON LA PARTECIPAZIONE DI: ARTE FRANCE, AIDE AUX CINÉMAS DU MONDE-CENTRE NATIONAL DU CINÉMA ET DE L'IMAGE ANIMÉE, MINISTÈRE DES AFFAIRES ETRANGÈRES ET DU DÉVELOPPEMENT INTERNATIONAL-INSTITUT FRANÇAIS.
- FILM D'APERTURA, IN CONCORSO, AL 69. FESTIVAL DI CANNES (2016) NELLA SEZIONE 'UN CERTAIN REGARD'.
- PRESENTATO AL 34. TORINO FILM FESTIVAL (2016) NELLA SEZIONE 'FESTA MOBILE'.
CRITICA
"I giornalisti, i fratelli musulmani, donne e bambini, i giornalisti, sostenitori dell'esercito e gli stessi soldati. Ci sono tutte le anime e le rappresentanze della società egiziana sulla camionetta-cella di 'Eshtebak' (...). Quella rappresentata dal regista è chiaramente l'apologia di una possibile fratellanza del popolo egiziano, generica e quasi furba nel suo mettere tutti sullo stesso piano, rinunciando così a individuare qualsiasi responsabilità nella tragedia del suo paese e livellando ogni scelta di campo. E così nella prospettiva odierna - in cui l'Egitto è governato da una sanguinaria dittatura militare - questo ecumenico messaggio di fratellanza sembra ancora più inoffensivo." (Giovanna Branca, 'Il Manifesto', 14 maggio 2016)