A Roma, come del resto nelle altre città italiane, ci sono 10.000 persone senza fissa dimora e 2.000 barboni, frutto di una globalizzazione liberista che sta distruggendo molte vite. I senzatetto non hanno un luogo dove possono essere rintracciati, ma chi dovrebbe cercare persone che sembrano non esistere? Ognuno di loro ha una diversa storia dietro le spalle e il regista ne ha scelte tre: Stella è una giovane etiope che ha attraversato a piedi il deserto per riuscire ad arrivare in Italia, ma che dopo molti tentativi è finita a vivere in un container guadagnando pochi soldi che non sono sufficienti per lei e il suo compagno Joseph. Nina è una donna rumena arrivata in pullman a Verona e lasciata a se stessa senza sapere una parola di italiano e senza permesso di soggiorno. Infine, Giuliano, che per anni ha avuto un banco di frutta e verdura a Campo de' Fiori, alla morte improvvisa della madre, ha perso la ragione e ha cominciato a vagare per le strade. Tre storie sfortunate, tre storie di una povertà che non dovrebbe esistere.
SCHEDA FILM
Regia: Francesco Maselli
Attori: Ornella Muti - Nina, Massimo Ranieri - Giuliano, Letizia Sedrick - Stella
Soggetto: Federico Bonadonna - libro, Francesco Maselli
Fotografia: Felice De Maria
Musiche: Angelo Talocci
Montaggio: Olivia Orlando
Scenografia: Marco Dentici
Costumi: Lina Nerli Taviani
Collaborazione alla regia: Gioia Benelli, Susanna Capristo
Altri titoli:
Civico Zero
Durata: 80
Colore: C
Genere: DRAMMATICO DOCUMENTARIO
Tratto da: liberamente ispirato al libro "Il nome del barbone" di Federico Bonadonna (Edizione Deriveapprodi)
Produzione: ROBERTO ANDREUCCI PER A.K.S. E ISTITUTO LUCE
Distribuzione: ISTITUTO LUCE
Data uscita: 2007-11-23
TRAILER
NOTE
- IL FILM E' STATO REALIZZATO CON IL CONTRIBUTO DEL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI.
- CANDIDATO AL NASTRO D'ARGENTO 2008 COME MIGLIOR DOCUMENTARIO ITALIANO.
CRITICA
Dalle note di regia: "Con questo film ho tentato di cogliere il senso profondo di un meccanismo barbarico quale la globalizzazione capitalistica, al di là di ogni logica contingente: le mie idee sono note, ma le tre storie di Civico 0 sono da intendersi in senso metaforico e universale. E' un film e non un documentario televisivo, con una straordinaria fotografia e una musica suggestiva, tragica: ho voluto suscitare quell'indignazione etico-morale che oggi manca, scagliarmi contro la politica di adeguamento all'esistente, attraverso le immagini e il suono".
"Il film non offre novità sulla povertà ma lo sguardo del regista, intenso, non patetico né dolce, trasparente, fa capire con esattezza come siano i poveri in una metropoli occidentale nel tempo della globalizzazione." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 23 novembre 2007)
"Con tutto il rispetto che merita Francesco "Citto" Maselli il film non è carne né pesce. Efficaci strumenti d'inchiesta, con tutti i conformismi di cui possiamo lamentarci, non ne mancano. E se invece l'ago della bilancia doveva pendere più verso l'artistico, senza rinunciare all'impianto austero l'autore poteva sforzarsi di più." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 23 novembre 2007)
"Realtà, finzione, inchiesta? Fra una storia e l'altra Maselli indugia - dal vero - su corni, gesti, piaghe dei mille reietti che incrociamo ogni giorno senza vederli. Ma la sensazione è che ogni fotogramma di 'Civico Zero' chieda, anzi urli la voglia di diventare finzione. Come fosse il "pilota" di un film da fare. Un film che sarebbe bello poter vedere." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 30 novembre 2007)