Russell Poole è un ex detective che ha dedicato la sua vita al caso, mai risolto, degli omicidi delle due star del rap Tupac Shakur e The Notorious B.I.G. Vent'anni dopo, Poole riceve la visita di un reporter che a sua volta legò a quel caso il suo unico momento di notorietà. I due iniziano a condurre insieme una nuova indagine, decisi a smascherare il coinvolgimento della corrotta polizia di Los Angeles. Tratto da una storia vera.
SCHEDA FILM
Regia: Brad Furman
Attori: Johnny Depp - Russell Poole, Forest Whitaker - Jack Jackson, Toby Huss - Detective Fred Miller, Dayton Callie - Tenente O'Shea, Neil Brown Jr. - Rafael Perez, Shea Whigham - Frank Lyga, Xander Berkeley - Edwards, Melanie Benz - Jessica, Shamier Anderson - David Mack, Laurence Mason - Agente FBI Dunton, Christian George - Belsher, Michael Paré - Varney, Amin Joseph - Kevin Gaines, Josh Hardwick - Russell Poole Jr., Glenn Plummer - Psycho Mike, Keith Szarabajka - Sergente Reese, Dominique Columbus - Tyrell, Angela Gots - Detective Amy Lefferts, Marisol Sacramento - Errolyn Romero, Rockmond Dunbar - Dreadlocks, Peter Greene - Comandante Fasulo, Julanne Chidi Hill - Georgia Gaines, Wynn Everett - Megan Poole, Cory Hardrict - Kelly Jamerson, Kevin Chapman - Sergente Leeds
Soggetto: Randall Sullivan - libro
Sceneggiatura: Christian Contreras
Fotografia: Monika Lenczewska
Musiche: Chris Hajian
Montaggio: Leo Trombetta
Scenografia: Clay A. Griffith
Arredamento: Lisa K. Sessions
Costumi: Denise Wingate
Colore: C
Genere: BIOGRAFICO THRILLER
Tratto da: libro "Labyrinth" di Randall Sullivan
Produzione: MIRIAM SEGAL, PAUL BRENNAN, STUART MANASHIL PER GOOD FILMS, IN ASSOCIAZIONE CON LIPSYNC, ROMULUS ENTERTAINMENT, VX119, INFINITUM NIHIL
Distribuzione: NOTORIOUS PICTURES (2019)
Data uscita: 2019-01-10
TRAILER
NOTE
- TRA I DOPPIATORI: GHALI (TUPAC SHAKUR).
CRITICA
"(...) il regista offre appigli convenzionali, in bilico tra ieri e oggi, senza entrare nell'anima né delle storie né della Storia. Depp pare meglio del solito, amaro e disilluso, e gli fa da spalla Forest Whitaker, nel film dall'andamento un po' tv, tratto da un romanzo inchiesta di Sullivan che provoca ribadendo la biblica verità ovunque contraddetta, del personale e universale diritto alla giustizia." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 10 gennaio 2019)
"La faida degli anni Novanta tra i rapper della West e della East Coast, che culminò nelle morti violente di Tupac Shakur e di Notorious B.I.G., è al centro di 'City of Lies', un poliziesco che si sta creando la fama di 'film maledetto'. Bloccato in America per questioni legali relative alle intemperanze della star Johnny Depp, ora esce in Italia, dove è stato presentato in chiusura del Noir In Festival. (...) Non all'altezza del soggetto né degli interpreti, il film alterna tempi diversi in una struttura intricata che fatichi a seguire." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 10 gennaio 2019)
"La regia di Furman sceglie un avanti e indietro nel tempo, così ci si perde nel fioccare dei nomi dei sospetti e poi dei poliziotti che forse non hanno fatto il loro dovere. Occorre dunque portare con sé, al cinema, un taccuino e prendere appunti, salvo smarrirsi nelle due ore circa di proiezione, salvo aver letto 'Labyrinth' (titolo giustificato) di Randall Sullivan, libro all'origine della sceneggiatura." (Maurizio Cabona, 'Il Messaggero', 10 gennaio 2019)
"Johnny Depp finalmente senza travestimenti bizzarri. E invecchiato. Forest Whitaker con la consueta aria autorevole e contemplativa. (...) È un piacere vedere i due attori insieme sullo schermo in «City of Lies», seguirne i duelli verbali, osservarne le movenze mentre semplicemente percorrono il corridoio di un drugstore. Sono la forza del film assieme alla brutale Los Angeles e a una colonna sonora che pesca dal meglio della musica rap." (CLAUDIA FERRERO, 'La Stampa', 10 gennaio 2019)
"Il film ha i colori di una notte buia e tempestosa. La musica è una colonna sonora muta. I proiettili hanno il sibilo cupo di una melodia di morte. Le indagini procedono come un mosaico in cui non quadra mai nulla. Quello che sembra non assomiglia a ciò che è e i poliziotti corrotti non sono migliori dei morti o dei misteriosi assassini. Le convulse sequenze obbligano il pubblico a montare e smontare una tela che ha lo stesso intarsio delle inchieste. Zero pause ma ossessive riflessioni per sistemare gli indizi al posto giusto. Storia vera, tratta da «Labyrinth» di Randall Sullivan, non trasmette la pax rappettara che, dopo la doppia esecuzione, ha normalizzato l'hip hop americano cresciuto fra gli eccessi. Angoscia completata con l'assenza di figure femminili ed è bello, fuori dal cinema, ritrovarne qualcuna nella vita reale." (Stefano Giani, 'Il Giornale', 10 gennaio 2019)