URSS, 1953. Leo Demidov, una delle migliori menti dei servizi segreti sovietici, è considerato un eroe in patria; infatti, ha già spedito milioni di concittadini "infedeli" nei gulag. Tuttavia, la sua fortuna è destinata a girare. Leo, infatti, si ritrova a perdere prestigio, potere perché rifiuta di denunciare sua moglie Raisa, rea di essere una traditrice del regime. Esiliati da Mosca e costretti a trasferirsi in un lugubre avamposto provinciale, Leo e Raisa si alleano con il Generale Mikhail Nesterov nel tentativo di risalire all'identità di un efferato serial killer, predatore di ragazzini. La loro ricerca della verità mina l'insabbiamento degli omicidi a livello nazionale, orchestrato da Vasili, psicopatico rivale di Leo, che continuerà a sostenere che "Non ci sono crimini in Paradiso".
SCHEDA FILM
Regia: Daniel Espinosa
Attori: Tom Hardy - Leo Demidov, Noomi Rapace - Raisa Demidov, Gary Oldman - Generale Mikhail Nesterov, Joel Kinnaman - Vasili, Paddy Considine - Vladimir Malevich, Jason Clarke - Anatoly Tarasovich Brodsky, Vincent Cassel - Maggiore Kuzmin, Fares Fares - Alexei Andreyev, Charles Dance - Maggiore Grachev, Tara Fitzgerald - Inessa Nesterov, Nikolaj Lie Kaas - Ivan Sukov, Josef Altin - Alexander, Xavier Atkins - Leo Demidov ragazzo, Agnieszka Grochowska - Nina Andreyeva, Michael Nardone - Semyon Okun, Petr Vanek - Fyodor, Sonny Ashbourne Serkis - Artur, Lottie Steer - Tamara Okun, Samuel Buttery - Varlan Babinic, Jana Stryková - Mara, Flynn Matthews - Figlio di Vlad
Soggetto: Tom Rob Smith - romanzo
Sceneggiatura: Richard Price
Fotografia: Oliver Wood
Musiche: Jon Ekstrand
Montaggio: Pietro Scalia, Dylan Tichenor
Scenografia: Jan Roelfs
Arredamento: Sophie Hervieu
Costumi: Jenny Beavan
Effetti: Pavel Sagner, Chris Harvey, Image Engine Design
Durata: 137
Colore: C
Genere: THRILLER
Specifiche tecniche: ARRICAM LT, 35 MM, HAWK SCOPE (1: 2.35)
Tratto da: romanzo "Bambino 44" di Tom Rob Smith (ed. Sperling & Kupfer)
Produzione: RIDLEY SCOTT, MICHAEL SCHAEFER, GREG SHAPIRO PER SUMMIT ENTERTAINMENT, WORLDVIEW ENTERTAINMENT, SCOTT FREE PRODUCTIONS
Distribuzione: ADLER ENTERTAINMENT (2015)
Data uscita: 2015-04-30
TRAILER
CRITICA
"Traslocando nella Russia patologicamente comunista di Stalin la storia del pedo serial killer di Rostov, poi di macabra notorietà, Daniel Espinosa (...) vorrebbe tenere il piede registico in due scarpe, quella thriller e quella politica, affidandosi alla più vieta retorica, allungando forma e sostanza e annacquando l'internazionalità del cast (...). Il risultato è uno storico ed enfatico mélo - il complotto spionistico è vecchio come la convergenza parallela delle dittature, mentre il complotto manca di qualche passaggio - in cui tutti fanno brutta figura nei confronti della Storia, anche se il finale, dopo 137 interminabili minuti, finge di lasciarci una speranza". (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 30 aprile 2015)
"Esperimento di cine-ingegneria genetica? Propaganda antisovietica fuori tempo massimo? Ricerca di un 'veicolo' perfetto per un cast degno di miglior causa? Tutto in 'Child 44' è artificioso, affettato e sgradevole. Come nel bestseller da cui è tratto, forse. L'idea poteva essere affascinante (...). Ma il tutto, malgrado la grande prova dei protagonisti (su tutti Hardy, Rapace, Oldman) resta astratto, gratuito, mai credibile, vagamente assurdo. Un esercizio di stile, complicato da un torbido groviglio sentimentale, che una volta di più cancella ogni cornice (ogni necessità) storica per restituircene solo la buccia: ambienti, luci, costumi, etc. Si capisce che in Russia sia proibito. Ed è una frase che non avremmo mai pensato di scrivere...". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 30 aprile 2015)
"II cast è di livello e fatto da attori già affiatati (...). Molto forte è l'ambientazione di questa storia che presenta la Russia del 1952 in modo poco lusinghiero.". (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 30 aprile 2015)
"'Child 44' poteva essere un film riuscito: si ispira a un solido best-seller di Tom Rob Smith (...); è interpretato da solidi attori come Tom Hardy, Noomi Rapace, Gary Oldman; ha solidi valori di produzione e un solido professionista alla regia. In teoria vanta anche la presenza di un solido sceneggiatore, il veterano Richard Price, che però si rivela anello debole della catena: il motivo per cui 'Child 44' non funziona è che la storia, ambientata in Urss fra il febbraio e il luglio 1953, è raccontata male. Manca il giusto accento su cruciali eventi storici di quell'anno, determinanti anche ai fini del thriller (...). Cambiando le carte del sottofinale, il copione non amministra con sufficiente finezza i risvolti psicologico/narrativi della vicenda che rischiano di apparire poco comprensibili. A risultare chiara, tuttavia è la demonizzazione della dittatura stalinista, che nella Mosca di Putin (chissà perché...) non è stata affatto gradita: tanto che il film, previsto in uscita, è sparito dalla circolazione". (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 30 aprile 2015)
"Il cambio di epoca giova al 'messaggio', ma nonostante il cast di livello (spicca Tom Hardy), l'atmosfera claustrofobica, divise e ambientazioni ok e una bella dimostrazione di nefasta dittatura comunista, negli occhi c'è sempre semplificazione e pulizia televisive." (Silvio Danese, 'Nazione-Carlino-Giorno', 30 aprile 2015)
"La storia è vera, anche se in realtà è accaduta trent'anni dopo (tra il 1979 e il 1985). Ma il best seller di Tom Rob Smith l'ha voluta retrodatare nella Russia stalinista, perché all'epoca la dittatura era più feroce e quindi un'antagonista più dura, più odiosa per l'eroe protagonista. Ridley Scott, qui produttore, s'è naturalmente ben guardato dal cambiare le atmosfere volute da Smith. (...) Piacerà a chi cerca un bel drammone storico con buoni, cattivi e muri di omertà e di complicità contro cui vanno a sbattere i buoni prima di frantumarlo. (...) 'Child 44' ha dalla sua maggiori mezzi, una solida struttura narrativa (grande merito del romanzo di Smith) e soprattutto la presenza di due interpreti, Tom Hardy (...) e Noomi Rapace (...) capaci come pochi di sollecitare l'identificazione del pubblico. Nonostante all'inizio non siano inquadrati troppo simpaticamente (...) una volta che i coniugi son sbattuti sugli Urali, gli spettatori solidarizzano e non li lasciano più. Il fatto poi che la storia sia vera, quindi credibile, ci conforta nella infantile idea, che i buoni alla fine possano prevalere." (Giorgio Carbone, 'Libero', 30 aprile 2015)
"Per questa pellicola, si sta sfiorando l'incidente diplomatico. Il ministero russo della cultura, infatti, ne ha chiesto l'immediato ritiro dalle sale per lesa maestà all'immagine del paese, denunciando un travisamento dei fatti storici della seconda guerra mondiale e del periodo post bellico. Al di là delle polemiche politiche, il film dimostra che non sempre da un signor romanzo (...) si ricava un adattamento all'altezza. Colpa, qui, del regista Espinosa, incapace di dare un vero centro ad una pellicola poco emozionante che finisce per dipanarsi su due trame sviluppate in maniera quasi indipendente tra di loro, almeno fino all'inevitabile incrocio finale dal sapore farsesco. (...). Sulla carta, un thriller storico; in realtà, il genere è incerto. Un film che mai coinvolge ed appassiona, facendo rimpiangere 'Evilenko' di David Grieco. Troppo slegate le due storie (della coppia e dell'omicida) ed eccessiva e superflua, in più di un punto, la retorica narrazione (con il risultato di una lunghezza ingiustificata e tanta confusione). Convincenti i protagonisti, graziati, per una volta, in Italia, da un doppiaggio che, rispetto all'originale, ci risparmia di sentirli parlare con caricaturale cadenza russa". (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 30 aprile 2015)
"(...) il climax di cui si nutre prima il superbo romanzo, best seller internazionale, 'Child 44' dell'inglese Tom Rob Smith e ora la sua buona trasposizione in sequenze firmata da Daniel Espinosa (...) non è originato da una pur impervia indagine poliziesca bensì dalla dimensione paranoica di una nazione e del suo popolo chiusi idealmente e praticamente in una gabbia da lavori forzati. In entrambi i casi, pagina e schermo, il detonatore è un gioco con il tempo: retrodatare al 1953 la tremenda storia vera, tra la fine dei Settanta e i Novanta, del "macellaio di Rostov" Andrey Romanovic Cikatilo, catturato e giustiziato nel 1994 con un colpo alla nuca, dopo che aveva massacrato 52 vittime, tutte donne e bambini, attirati e predati tra stazioni ferroviarie e luoghi pubblici. (...) Quello che conta in 'Child 44' è il doppio tratteggio da una parte di Leo e Raisa e dall'altra della spietatezza insensata dell'Urss, schiacciata dal tallone di ferro della politica stalinista. La messa in scena di Espinosa è di una correttezza esemplare nello sviluppo dell'inchiesta criminale, ma la sua fotografia cupa e plumbea è lo scandaglio per misurare il dramma intimo, i complessi di colpa, il turbamento e lo spaesamento di Leo, anche nel confronto aspro con Raisa (...). Ma più che la regia, pur professionale e curata di Daniel Espinosa, valgono le interpretazioni di Tom Hardy (Leo), Noomi Rapace (Raisa), Gary Oldam (Nesterov), capaci di restituire al meglio ossessioni e dubbi." (Natalino Bruzzone,'Il Secolo XIX', 27 aprile 2015)