La vicenda umana e pastorale di Jorge Mario Bergoglio dalla sua gioventù fino all'elezione al soglio pontificio come Papa Francesco nel 2013, attraversando le sue esperienze di vita: professore di scuola superiore, giovane Padre Provinciale dei Gesuiti argentini durante gli anni bui della dittatura militare, Arcivescovo di Buenos Aires durante la drammatica crisi economica che ha colpito l'Argentina negli ultimi decenni.
SCHEDA FILM
Regia: Daniele Luchetti
Attori: Rodrigo de la Serna - Jorge Bergoglio (1961-2005, Sergio Hernández - Jorge Bergoglio (2005-2013, Muriel Santa Ana - Alicia Oliveira, José Ángel Egido - Velez, Àlex Brendemühl - Franz Jalics, Mercedes Morán - Esther Ballestrino, Pompeyo Audivert - Monsignor Angelelli, Paula Baldini - Gabriela, Claudio De Davide - Cardinale Tarcisio Bertone, Andrès Gil - Padre Pedro, Alfredo Castro
Soggetto: Daniele Luchetti, Martín Salinas, Pietro Valsecchi
Sceneggiatura: Daniele Luchetti, Martín Salinas, Piero Balzoni - collaborazione, Luisa Cotta Ramosino - collaborazione, Paolo Marchesini - collaborazione
Fotografia: Claudio Collepiccolo, Ivan Casalgrandi
Musiche: Arturo Cardelús
Montaggio: Mirco Garrone, Francesco Garrone
Scenografia: Mercedes Alfonsín, Luana Raso - Italia
Costumi: Marina Roberti
Suono: Ignacio Ángel Goyén Stryjeck - presa diretta
Altri titoli:
Call Me Francesco
Chiamatemi Francesco - Il Papa della gente
Chiamami Francesco
Durata: 98
Colore: C
Genere: BIOGRAFICO
Produzione: PIETRO VALSECCHI PER TAODUE FILM, IN COLLABORAZIONE CON MEDIASET PREMIUM
Distribuzione: MEDUSA
Data uscita: 2015-12-03
TRAILER
NOTE
- REALIZZATO IN ASSOCIAZIONE CON BNL GRUPPO BNP PARIBAS AI SENSI DELLE NORME SUL TAX CREDIT.
- STORY EDITOR TAODUE: GIORGIO GRIGNAFFINI.
- NASTRO D'ARGENTO 2016 PER MIGLIOR PRODUTTORE A PIETRO VALSECCHI (PREMIATO ANCHE PER "QUO VADO?" DI GENNARO NUNZIANTE E PER IL CONTRIBUTO A "NON ESSERE CATTIVO" DI CLAUDIO CALIGARI).
CRITICA
"Ne è autore Daniele Luchetti che al nostro cinema ha già dato opere egregie, arrivato però qui al suo capolavoro, con un realismo segnato spesso dall'emozione e arrivando in più momenti addirittura a commuovere, pur privilegiando sempre l'asciuttezza e il rigore. (...) Una conclusione cui Luchetti ha guardato con intensa e calda ispirazione continuando a scavare nel profondo l'ambiente e la psicologia di quel grande Personaggio dal quale, anche oggi, sentiamo difendere gli esclusi, gli umili e ancora e sempre gli ultimi. A Roma e nel mondo." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 2 dicembre 2015)
"Daniele Luchetti ha dedicato vera passione a una figura che la merita in pieno. (...) Del personaggio viene valorizzata la capacità di mediazione esercitata proteggendo in particolare ecclesiastici in prima linea senza esporsi oltre la misura della collisione con il regime e con i vertici cattolici. (...) La 'storia' è ovviamente ricca di interesse, il film non passerà alla Storia." (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 3 dicembre 2015)
"Un indubbio danno a «Chiamatemi Francesco» lo provoca proprio il suo finale coinvolgente. Quando le immagini di repertorio post fumata bianca mostrano il vero neo papa Francesco affacciato al balcone mentre si rivolge alla piazza con l'umile e ormai celebre «fratelli e sorelle, buonasera»: a questo punto, infatti, il film appena visto sembra bruciato dall'impari confronto e consegnato all'archivio della fiction agiografica in stile vecchia tv. D'altra parte risulta lampante come il biopic di Jorge Bergoglio, produzione Taodue di sicuro interesse (...), un certo coraggio e un munifico budget, sia in pratica un estratto della versione principale di 200 minuti suddivisi in quattro puntate per il piccolo schermo: il montaggio per le sale che elimina a colpi di tagli ed ellissi molti episodi importanti non fa secondo noi che immiserire un copione già troppo specioso e squilibrato e un taglio narrativo, al contrario, piatto e pantomimico. (...) Dispiace (...) che la possente e complessa icona del 'papa della gente', il suo percorso spirituale e il suo apprendistato al potere siano divulgati da un film così convenzionale, teso in fin dei conti soprattutto a rassicurare i laici più sospettosi e i complottisti più arcigni." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 3 dicembre 2015)
"Dignitosa, appassionata biografia del futuro papa Francesco (...). Il film si occupa e preoccupa solo della strenua lotta del futuro papa alla dittatura. Titolo giusto: Bergoglio vs. Videla." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 3 dicembre 2015)
"Un filmetto probo e professionale, dove Luchetti non dà il meglio di se stesso (ma probabilmente il prodotto funzionerà di più nei 200 minuti dell'edizione TV)." (Giorgio Carbone, 'Libero', 3 dicembre 2015)
"Luchetti è stato bravo a non trasformare la pellicola in un film religioso o nel «santino» dell'attuale Papa. (...) Un cast perfetto copre qualche imperfezione." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 10 dicembre 2015)