Uniti dalla passione per le ricette della tradizione francese ma con uno sguardo alle nuove tecniche culinarie, il celebre chef Alexandre Lagarde e il 32enne Jacky, appassionato di cucina e aspirante chef, affronteranno la sfida per riconquistare la "forchetta d'oro" e salvare l'onore e la gestione del ristorante più famoso di Parigi...
SCHEDA FILM
Regia: Daniel Cohen
Attori: Jean Reno - Alexandre Lagarde, Michaël Youn - Jacky Bonnot, Raphaëlle Agogué - Béatrice, Julien Boisselier - Stanislas Matter, Salomé Stévenin - Amandine, Serge Larivière - Titi, Issa Doumbia - Moussa, Mean Bun-hay - Chang, Pierre Vernier - Paul Matter, Santiago Segura - Juan, Geneviève Casile - Madre di Béatrice, André Penvern - Padre di Béatrice, Rebecca Miquel - Carole, James Gerard - Cyril Boss, Henri Payet - Thibault, Pierre Aussedat - Gérard de Luz, Ginnie Watson - Marion, Alban Aumard - Serge Paillard, Kentaro - Akio Takenaka
Sceneggiatura: Daniel Cohen
Fotografia: Robert Fraisse
Musiche: Nicola Piovani
Montaggio: Géraldine Rétif
Scenografia: Hugues Tissandier
Arredamento: Emmanuelle Youchnovski
Effetti: Guy Monbillard, Nicolas Borens
Altri titoli:
The Chef
Chef - Riderete di gusto
Durata: 84
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: ARRI ALEXA PLUS (1:2.39)
Produzione: GAUMONT, TF1 FILMS PRODUCTION, A CONTRACORRIENTE FILMS, UFILM, INA SSOCIAZIONE CON BACKUP FILMS
Distribuzione: VIDEA-CDE
Data uscita: 2012-06-22
TRAILER
CRITICA
"Anche questi due cuochi sopraffini e vanagloriosi, con più ego di Vissani, sono «quasi amici» in un'atmosfera francese di piccolezze culinario-esistenziali: le cose della vita e della cucina. Il film di Cohen è convenzionale, piacevole, parla di gastronomia e se la prende con le fanta ricette molecolari contrapposte agli intingoli rustici degli stufati a tre stelle di Jean Reno che svezza un genietto dei fornelli in crisi coniugale (Michael Youn). Per stare al gioco vederlo «non mangiati»." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della sera', 22 giugno 2012)
"Le avventure culinarie vanno di moda al cinema. E allora ecco 'Chef', commedia cucinata sulla più semplice delle ricette: la strana coppia di cuochi (l'uno flemmatico, l'altro esuberante) (...). In certi momenti il film sembra un remake inconfessato di 'Ratatouille' (con sensazione di piatto riscaldato), ma il grande cartoon del topo maestro di cucina resta di livello incomparabilmente superiore." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 22 giugno 2012)
"Sono davvero sconcertanti le dichiarazioni di Daniel Cohen, regista di 'Chef' contenute nel materiale distribuito alla stampa: «Il soggetto mi appariva come un terreno vergine. Dai tempi di 'L'ala o lacoscia' o 'Chi ha rubato il presidente' sono trascorsi 35 anni senza che nessuna commedia degna di nota abbia trattato questo mondo particolare.» Il mondo in questione sarebbe l'alta cucina, o comunque il ristorante, visto come luogo dove si svolgono storie buffe e umanamente interessanti. Chissà dove è vissuto, Cohen, nei 35 anni in questione? Sicuramente su un pianeta dove non esiste la televisione - dove le trasmissioni di cucina impazzano, e non solo in Italia - e dove non sono usciti, per dire, il tedesco 'Soul Kitchen' e l'americano 'Big Night', strepitose commedie culinarie che avrebbero ottimi motivi per chiedere a Cohen consistenti danni morali. Al di là di queste pedanti precisazioni - ma quando ci vuole, ci vuole - 'Chef' non è malaccio. Non è al livello di 'Benvenuti a tavola' (davvero: la fiction con Bentivoglio e Tirabassi è molto meglio!) ma si lascia vedere. (...) Nulla di nuovo, se non una sottile polemica sciovinista (a un certo punto la «cucina molecolare» inventata dagli italiani e resa popolare dagli spagnoli, Ferran Adria in primis, viene ferocemente sfottuta) che a noi italiani può anche suonare sgradevole. (...) il film si regge tutto sulle schermaglie di Jean Reno e Michael Youn. E soprattutto il primo (...) Quando un attore è così bravo, può anche cucinare male." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 22 giugno 2012)
"Forse c'entra qualcosa il successo del cartone animato 'Ratatouille', fatto sta che da qualche tempo il personaggio del grande 'Chef' è più in voga che mai: dopo i vari Meryl Streep, Gerard Depardieu, Bradley Cooper, ne indossa ora i panni il duro Jean Reno, con in testa la Toque a tre stelle di un celebre re della Nouvelle Cuisine, che, assediato da rampanti adepti di un'emergente «cucina molecolare» rischia di perdere il trono. Nell'emergenza si rivela provvidenziale l'incontro con Michael Youn (comico popolare in patria) (...). Insieme i due formano una strana coppia ben affiatata, e per quanto innocua e prevedibile la commedia possiede un suo piacevole garbo." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 22 giugno 2012)
"Non tutte le ciambelle francesi (...) escono con il buco. E' vero che per il cinema d'Oltralpe è stato un anno d'oro, ma non tutto ciò che arriva anche in Italia è all'altezza di 'The Artist' e 'Quasi amici'. Non lo è neppure 'Chef' di Daniel Cohen (...). Gli ingredienti del film assicurano invece un piatto non certo indigesto, ma calibrato sui palati non particolarmente esigenti." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 22 giugno 2012)
"Un'altra strana coppia di quasi amici per il cinema francese. (...) Amore a prima vista? Tutt'altro. Sarà una combinazione di ingredienti complessa ma piuttosto divertente. Youn è il classico esuberante così sicuro di sé da risultare invincibile, mentre Reno è bravo nel recitare la parte dell'orso dal cuore d'oro. La commedia di Cohen è assai garbata, verrebbe da dire «per bambini», e delizierà chi ama la comicità gastronomica." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 22 giugno 2012)
"Signori, il pranzo è servito. Piacevole commedia in salsa francese, che mette in tavola decine di manicaretti raffinati, cercando un arduo equilibrio tra umorismo e sentimento. Bravi e simpatici i due protagonisti, amici-nemici davanti ai fornelli." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 22 giugno 2012)
"Piacerà a chi ama le commedie in cucina quando i cuochi (cioè regista, sceneggiatori, interpreti) sono fior di professionisti (non è impagabile Jean Reno alla prima entrata in scena coll'enorme berrettone da chef?)." (Giorgio Carbone, 'Libero', 22 giugno 2012)