Nancy, una ragazza statunitense che gira il mondo facendo l'autostop, aggredita da alcuni giovinastri, si rifugia in una villa della costa amalfitana. Qui abitano: Noblart, miliardario vecchio e paralitico, i suoi numerosi nipoti, fra cui lo stravagante Alex e i non meno bizzarri Toni e Jimmy, taluni ospiti inglesi e francesi, Giovanni, l'amministratore. La ragazza vaga per la villa sempre più nuda, poiché le vengono rubati i suoi vestiti, appetita come femmina ma inascoltata anche nelle sue più elementari esigenze. Osserva con occhio ingenuo e annota tutto nel proprio diario che Giovanni leggerà fra l'ilarità generale. Si avvicina a tutti con evidente intenzione di comunicare e di aiutare. Alex la seduce due volte, Giovanni la importuna, alcuni la rimproverano, Noblart le chiede di mostrargli le sue intimità. Una volta accontentato, il vecchio muore e Nancy, spaventata, forse inorridita, allora fugge.
SCHEDA FILM
Regia: Roman Polanski
Attori: Marcello Mastroianni - Alex, Sydne Rome - Nancy, Romolo Valli - Giovanni, Hugh Griffith - Noblart, Gianfranco Piacentini - Tony, Guido Alberti - Il prete, Henning Schluter - Catone, Christine Barry - Assistente, Carlo Delle Piane - Uomo in auto, Mario Bussolino - Uomo in auto, Roman Polanski - Mosquito ( non accreditato
Soggetto: Roman Polanski, Gérard Brach
Sceneggiatura: Gérard Brach, Roman Polanski
Fotografia: Marcello Gatti, Giuseppe Ruzzolini
Musiche: Claudio Gizzi
Montaggio: Roberto Silvi
Durata: 115
Colore: C
Genere: COMICO COMMEDIA
Specifiche tecniche: CINESCOPE TECHNICOLOR
Produzione: CHAMPION (ROMA) CONCORDIA (PARIS) DIETER GEISSLER (MONACO)
Distribuzione: PAC
NOTE
- REVISIONE MINISTERO OTTOBRE 1994
CRITICA
"Il film è, nel suo impianto globale, una favola surrealistica abbastanza leggibile: una serie di disastrose esperienze di una ragazza che prende contatto con la vita e con la società. Comprensibili sono anche gli umori neri del regista quando, d'improvviso, con un episodio o con una battuta o con una raffigurazione grottesca graffia ferocemente situazioni e istituzioni. Ben percepibile, infine, è pure il radicale giudizio pessimistico sugli uomini (dai quali, per liberarsene, la protagonista è costretta a chiedere protezione ai porci). Dove il discorso filmico diviene astruso, immotivato, inaccettabile, é nel suo significato più profondo di domanda esistenziale: Che cos'è la vita? oppure: Che cos'é il rapporto fra una persona e l'altra e fra persona e società? . Qui, il regista manca per aver elencato, con manifesta parzialità, soltanto fenomeni abnormi; scade per aver dimostrato un gusto troppo corrivo riguardo al marciume denunciato; delude per non aver saputo recepire dall'esistenza altro che orrore e vizio." ('Segnalazioni cinematograficeh', vol.74, 1973)