Nicolas è un regista che lavora in Georgia e che vuole semplicemente esprimere se stesso, 'in libertà', nonostante tutti cerchino di ridurlo al silenzio perché il suo lavoro non rispetta una serie di regole. Di fronte alla loro determinazione, Nicolas decide di trasferirsi in Francia, la terra della libertà e della democrazia. Tuttavia, lo "Stato di grazia" non durerà a lungo.
SCHEDA FILM
Regia: Otar Iosseliani
Attori: Dato Tarielashvili-Ioseliani - Nicolas, Tamuna Karumidze - Barbara, Fanny Gonin - Fanny, Givi Sarchimelidze - Nonno, Pierre Étaix - Produttore Francese, Bulle Ogier - Catherine, Bogdan Stupka - Ambasciatore, Lasha Shevardnadze - Marito di Barbara, Nika Endeladze Musselishvili - Amico di Nicolas, Nino Tchkheidze - Nonna
Sceneggiatura: Otar Iosseliani
Fotografia: Lionel Cousin - Georgia, Julie Grünebaum - France
Musiche: Djardji Balantchivadze
Montaggio: Otar Iosseliani, Emmanuelle Legendre
Scenografia: Emmanuel de Chauvigny
Costumi: Anna Kalatozishvili - Georgia, Maïra Ramedhan-Lévy - France
Durata: 122
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.66)
Produzione: PIERRE GRISE PRODUCTIONS, SANGUKO FILMS, MINISTERO DELLA CULTURA E CENTRO NAZIONALE DELLA CINEMATOGRAFIA GEORGIANO
NOTE
- PROIEZIONE SPECIALE AL 63. FESTIVAL DI CANNES (2010).
CRITICA
"Con un alter ego buffo, idealista e non allineato al regime sovietico, Otar losseliani ripercorre a suo modo (cinema povero, spiazzamenti lirici) la sua vita, dall'esordio censurato in patria alla fuga in Francia durante la visita di un ministro. 'Chantrapas' (fuori concorso) è il canto di un artista con memorie private poetiche e vizi pubblici in satira." (Silvio Danese, 'Giorno- Carlino-Nazione', 19 maggio 2010)
"I ricchi pietroburghesi dell'Ottocento affidavano i fanciulli a maestri di canto. Gli insegnanti selezionavano i bravi dicendo 'chantera' e gli stonati dicendo 'chantera pas'. Da allora 'chantrapas' in russo sta per buono a nulla. Il film racconta la censura sovietica sul cinema, vista da un regista georgiano che emigrò a Parigi nel 1979. (...) Il montaggio si fa senza moviola, scorrendo la pellicola velocemente tra le dita. Lavoravano così anche Eisenstein e Pudovkin." ('Il Foglio', 20 maggio 2010)