Ce jour-là

SVIZZERA 2002
Una giovane ragazza eredita un consistente patrimonio. I parenti, ingelositi, decidono di assoldare un killer per ucciderla. Ma, inopinatamente, questi si innamora della sua vittima designata. E così, il giorno che la famiglia si riunisce per festeggiare, la giovane decide di farsi giustizia da sola sterminando tutti i suoi parenti.
SCHEDA FILM

Regia: Raúl Ruiz

Attori: Elsa Zylberstein - Livia, Bernard Giraudeau - Poinpoirot, Jean-Luc Bideau - Raufer, Jean-François Balmer - Treffle, Christian Vadim - Ritter, Michel Piccoli - Harald

Sceneggiatura: Raúl Ruiz

Fotografia: Acácio de Almeida

Musiche: Jorge Arriagada

Montaggio: Valeria Sarmiento

Scenografia: Bruno Beaugé

Costumi: Claire Gerard-Hirne

Altri titoli:

Quel giorno

That day

Durata: 105

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Specifiche tecniche: 35 MM

Produzione: LIGHT NIGHT PRODUCTION, GEMINI FILMS, LE STUDIO CANAL+, CINE' CINEMA, FRANCE3 CINEMA, TSR

Distribuzione: REVOLVER (2004)

Data uscita: 2004-07-30

NOTE
- PRESENTATO IN CONCORSO AL FESTIVAL DI CANNES 2003.
CRITICA
"'Ce jour-là' non è il miglior film nella filmografia del regista. Eppure colpisce il trattamento ironico e sospeso, nei modi di un poliziesco politico, di un fatto tremendo che ricorda la cronaca nera dei nostri tempi. (...) Il paradosso, miscelato in un ambiente borghese che rappresenta qualsiasi parte del mondo, spinge lo spettatore a porsi domande sulla follia. Come vorrebbe Ruiz. Prima di ogni risposta c'è quella alla domanda sul film: è vecchio". (Silvio Danese, 'Quotidiano Nazionale', 16 maggio 2003)

"Sostenuto dal mestiere di buoni attori (ci sono anche Michel Piccoli e Jan-Luc Bideau), 'Ce jour-là' strappa più di un sorriso per le situazioni grottesche e paradossali che mette in scena; ma esala anche un sentore di cinema del tempo che fu. Quello che, una volta, si chiamò il 'cinema moderno' e che, ora, è diventato vecchiotto. Ci riferiamo alla recitazione straniata ed eccessiva di tutti i personaggi, all'atmosfera da teatro dell'assurdo, alle intenzioni didascaliche che occhieggiano sotto la storia di crimine". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 16 maggio 2003)