Il padre dell'ambiziosa Carrigan Crittenden, morendo, ha lasciato quasi tutto ad associazioni ambientaliste, tranne il castello di Whipstaff, a Friendship nel Maine, infestato da quattro fantasmi. Mentre uno di questi, il piccolo Casper, è gentile e vorrebbe fare amicizia coi vivi, i tre zii, Molla, Ciccia e Puzza, tentano di tutto per scoraggiare chiunque dall'avvicinarsi. Carrigan, visto che gli spettri mettono in fuga sia l'esorcista sia le squadre di operai chiamate per demolire l'edificio, decide di farlo disinfestare dal dottor James Harvey, uno psicologo per fantasmi, che si reca con la figlia Kat al castello dove lei fa amicizia col mite Casper. Mentre per la festa di Halloween i compagni di scuola di Kat accettano l'invito a recarsi nel maniero di Whipstaff, Kat, impietosita dalla prematura morte di Casper, gli riordina la soffitta dando forma ai suoi ricordi. Grato, il piccolo fantasma la porta nei sotterranei dove il padre, inventore, ha costruito una "macchina" che riporta in vita i trapassati, che suscita l'avidità di Carrigan, che tenta di convincere il suo avvocato Dibs a defungere per localizzare il tesoro del castello e quindi farsi resuscitare. L'avvocato non è d'accordo e nella lite che ne segue l'ereditiera cade dalla scogliera. Nel frattempo James ha fatto amicizia con i tre zii di Casper, ma muore accidentalmente, al sopraggiungere degli invitati. Mentre il fantasma di Carrigan si dissolve, con la "macchina" Kat fa resuscitare il padre, cui Casper cede il posto, e per la sua generosità viene premiato da Arnelia, la defunta moglie di James, che gli fa assumere le sembianze di un ragazzo per alcune ore. Casper può così ballare con Kat, lasciata in disparte dai compagni che fuggono atterriti quando lo vedono riassumere le sembianze di Casper, che però ora ha trovato finalmente gli amici che cercava.
SCHEDA FILM
Regia: Brad Silberling
Attori: Christina Ricci - Kathleen 'Kat' Harvey, Bill Pullman - Dottor James Harvey, Cathy Moriarty - Carrigan Crittenden, Ben Stein - Sig. Rugg, Don Novello - Padre Guido Sarducci, Fred Rogers - Sig. Rogers, Terry Murphy - Se stessa, Chauncey Leopardi - Nicky, Spencer Vrooman - Andreas, Rodney Dangerfield - Se stesso, Devon Sawa - Casper, Amy Brenneman - Amelia Harvey, Garette Ratliff Henson - Vic Dephillippi, Jessica Winson - Amber Whitmire, Wesley Thompson - Sig. Curtis, Michael Dubrow - Studente, J.J. Anderson - Studente, Micah Winkelspecht - Studente, Mike Simmrin - Fantasma
Soggetto: Joseph Oriolo - personaggi
Sceneggiatura: Sherri Stoner, Deanna Oliver
Fotografia: Dean Cundey
Musiche: James Horner
Montaggio: Michael Kahn
Scenografia: Leslie Dilley
Costumi: Rosanna Norton
Effetti: Michael Lantieri, Randy Cabral
Durata: 98
Colore: C
Genere: FANTASY
Tratto da: personaggi di Joseph Oriolo
Produzione: COLIN WILSON PER UNIVERSAL PICTURES, AMBLIN ENTERTAINMENT, THE HARVEY ENTERTAINMENT COMPANY
Distribuzione: UIP
NOTE
- PRODUTTORE ESECUTIVO: STEVEN SPIELBERG.
CRITICA
"'Casper' è il classico film per stupire comuni spettatori mortali, cui offre anche una porzione di melenso finale, rispetto cui Cenerentola sembra scritta da Bresson. Ma il divertimento è indubbio, specie quando l'autore, evidente ammiratore di Tim Burton, si applica all'osservazione umoristica: per esempio nel mimetizzarsi ovunque, tra quadri, orologi e carillon, di 'Casper', il piccolo diverso come 'E.T.' ed emarginato come 'Edward mani di forbice', ma che sa volare a scopi romantici come Batman: o negli scherzi all'imbranato dr. Dangerfield ed Eastwood. Protagonisti; naturalmente, gli effetti speciali del computer che incastra umani e spiriti per 40 minuti buoni di proiezione, rendendo veri personaggi digitali i fantasmi traslucidi tridimensionali, con l'esborso di due anni di lavoro e 28.000 miliardi di bytes, come 19 milioni di floppy disc (al conteggio crediamo sulla parola): al confronto 'Jurassic Park' era un gioco da ragazzi. In più, se volete, ci si abitua anche a parlare, in termini di intrattenimento sentimentale, di vita e di morte, almeno così come la vede la Industrial Light & Magic." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 11 Dicembre 1995)
"'Casper' è un divertente prodotto per bambini dove le meraviglie della tecnologia e gli incontri ravvicinati tra attori e spettri sono perfezionatissimi. Ma è anche un film - come lo fu 'Ghost' - nel quale l'inconscio collettivo (e con esso l'aldilà dell'altro e l'identità smarrita di sé, si rimescola con buona dose di grazia e una disinvolta foga eclettica: le classiche situazioni gotiche virano nel visionario, 'Frankenstein' in 'Cenerentola', 'Ghostbusters' in 'Beetlejuice'. E 'Casper', dopo una notte trascorsa da vero ragazzo, torna per sempre al suo destino di fantasma, archetipo fatale dei desideri e delle paure, d'un cinema utopico (Spielberg, Lucas, Zemeckis, Burton) che vorrebbe colonizzare il magico, riportare in vita, grazie agli esorcismi tecnologici, fantasmi (o dinosauri, o conigli), oltrepassare la soglia che tiene separate anima, animazione e animali. Nel film cameos di Mel Gibson, Clint Eastwood e Dan Aykroyd." (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 11 Dicembre 1995)
"Certo, trattandosi di una produzione firmata Spielberg, ci sono vari effetti speciali anche computerizzati, coordinati da due Premi Oscar, Michael Lantieri e Dennis Muren, ma a parte il fatto che non sono molto appariscenti perché tutto sommato si limitano a far attraversare al fantasmino pareti e porte chiuse, non sono, come invece in altri casi, veramente essenziali alla vicenda dominata soprattutto dal garbo dell'assunto e dai climi fragranti di quel mondo di bambini considerati metà con i piedi sulla terra e metà nei mondi dell'immaginario e dei sogni. La bambina è Christina Ricci, già addestrata a questi giochi dalla sua partecipazione alla 'Famiglia Addams', il suo eccentrico papà è il Bill Pullman di 'Un amore tutto suo', fra gli zii fantasmi spiccano soprattutto Cathy Moriarty e Eric Idle, membro a suo tempo, quest'ultimo, della congrega demenziale dei Monty Python. Vorrebbero far ridere ma, in tutto il film, convincono di più le emozioni gentili che lo attraversano dalla prima pagina all'ultima." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 18 Dicembre 1995)