Francesco, imprigionato perché accusato ingiustamente dell'uccisione di un mafioso che era l'amante di sua moglie, soffre molto e, in prigione, straziato dalla lontananza della madre vecchia e malata, canta il suo dolore. Ma il suo cruccio maggiore è quello di non poter essere presente il gioro della Prima Comunione di sua figlia Fiorella a cui aveva promesso di cantare durante la cerimonia. Riesce ad evadere dalla prigione e arriva in chiesa in tempo per la cerimonia, si riconcilia con la moglie e poi esce deciso a riconsegnarsi alla giustizia. Intanto però, il vero colpevole ha confessato e per Francesco e la sua famiglia ritorna il sereno.
SCHEDA FILM
Regia: Alfonso Brescia
Attori: Mario Merola - Francesco, Regina Bianchi - Donna Assunta, Biagio Pelligra - Nicola Esposito, Erika Blanc - Lucia, Giorgio Ardisson - Il commissario, Aldo Giuffré - Peppino Ascalone, Antonio Allocca - Pasqualino, Marta Zoffoli - Fiorella, Michele Esposito - Gennarino, Lucio Montanaro - Ciccio, Sergio Castellitto - "Scapricciatiello", John Benedy
Soggetto: Francesco Calabrese
Sceneggiatura: Piero Regnoli, Alfonso Brescia, Francesco Calabrese
Fotografia: Silvio Fraschetti
Musiche: Eduardo Alfieri
Montaggio: Carlo Broglio
Scenografia: Francesco Calabrese
Costumi: Valeria Valenza
Suono: Fabio Ancillai - fonico
Durata: 101
Colore: C
Genere: SCENEGGIATA NAPOLETANA
Produzione: FRANCESCO CALABRESE PER I.M.P.P. (ITALIAN MOVIE PICTURES PROMOTION)
Distribuzione: CIDIF MARTINO - RICORDI VIDEO, VIVIVIDEO
NOTE
- FILM D'ESORDIO DI SERGIO CASTELLITTO.
- IL FILM E' ISPIRATO A UNA CANZONE NAPOLETANA DI MARIO MEROLA.
CRITICA
"Un altro film tratto da una canzone che ha dato il pretesto per una sceneggiata napoletana interpretata e sofferta dall'inesauribile Mario Merola. Un racconto schematico fatto di luoghi comuni, di buoni e di cattivi, di buoni sentimenti che trionfano sulla iniquità e sull'ingiustizia. Il tutto in una chiave talmente semplicistica da superare abbondantemente la banalità." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 92, 1982)
"Straziante, nel senso più pieno del termine, sceneggiata alla napoletana, che il recidivo Alfonso Brescia ha ricavato da una melodia dell'inesauribile Mario Merola. Questi, nelle vesti (extralarge) di mattatore assoluto, alterna indifferentemente acuti e singhiozzi. Se il suo personaggio merita l'assoluzione, per l'attore l'ergastolo è poco". (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 16 luglio 2001)