Attraverso una serie di scene, ispirate da varie canzoni, vengono ripercorse le tappe fondamentali della storia italiana del primo Novecento. Partendo da "Amore romantico", che narra la storia di due innamorati nella Roma di inizio secolo, passando per "Faccetta nera" che rievoca il periodo fascista, per arrivare al moderno rock n'roll d'importazione statunitense, la musica e le immagini diventano un modo per rivivere il fascino di un'epoca.
SCHEDA FILM
Regia: Domenico Paolella
Attori: Cosetta Greco, Marco Vicario, Anna Maria Ferrero, Maria Fiore, Silvana Pampanini, Carlo Dapporto, Flora Mariel, Franco Interlenghi, Galeazzo Benti, Renato Rascel, Lauretta Masiero, Renato Malavasi, Michele Di Giulio, Alida Cappellini, Alma De Rio, Pina Gallini, Carlo Hintermann (II), Erno Crisa, Lily Scaringi, Mimmo Graig, Mario Siletti, Maria Pia Casilio, Olga Villi, Achille Millo, Pamela Palma
Sceneggiatura: Vinicio Marinucci, Dino Falconi, Oreste Biancoli, Giuseppe Patroni Griffi, Antonio Ghirelli, Cesare Zavattini - supervisore - non accreditato, Ettore Scola
Fotografia: Mario Damicelli, Marco Scarpelli
Musiche: Carlo Rustichelli - coordinatore
Scenografia: Mario Chiari
Costumi: Mario Chiari
Aiuto regia: Nanni Loy
Durata: 86
Colore: C
Genere: MUSICALE COMMEDIA
Specifiche tecniche: FERRANIACOLOR
Produzione: CARLO INFASCELLI PER ROMA FILM, EXCELSA ROMA, PRODUZIONI AMATO
Distribuzione: MINERVA FILM
NOTE
- SPEZZONI DI QUESTO FILM SONO STATI UTILIZZATI DALLO STESSO PAOLELLA NEL 1962 PER REALIZZARE IL FILM "CANZONI DI IERI, CANZONI DI OGGI, CANZONI DI DOMANI".
CRITICA
"L'uzzolo nostalgico-retrospettivo che sta divorando i nostri cineasti ha suggerito, dopo 'Cavalcata di mezzo secolo' e 'Altri tempi' anche 'Canzoni di mezzo secolo' di Domenico Paolella. L'intenzione era analoga a quella del Blasetti del 'pot-purri' di canzoni di 'Altri tempi', appunto. E analogamente insufficienti sono i risultati, ad onta di ogni lodevole proposito. Rievocare mezzo secolo di vita e di costume italiano attraverso una scelta di canzoni rappresentative (...) era impresa attraente (...). Si passa dal bozzettismo alla goffa scopiazzatura di 'Sogni proibiti' (episodio di Rascel). Non manca qua e là qualche intuizione più risentita (...), ma il livello della realizzazione è anche in questi casi inadeguata. Tutto è tirato via alla carlona (...)."
(Giulio Cesare Castello, 'Cinema', n. 99/100, dicembre 1952)