La giovane studiosa Helen Lyle, ricercatrice presso l'università dell'Illinois e moglie del professor Trevor Lyle, docente di antropologia, è sorpresa nel constatare quanto il mito urbano di Cyndyman, un leggendario negro, autore misterioso di efferati delitti sia radicato nell'immaginario di non pochi giovani studenti. Decisa a sfatare tale mito, si reca a Chicago con la sua assistente Bernadette Walsh, ad esplorare nella zona malfamata di Cabrini Green, uno stabile labirintico in estremo degrado, abitato unicamente da negri in miseria, dentro il quale, stando alla leggenda, proprio un geniale ritrattista negro si era innamorato un secolo prima della giovane donna che stava ritraendo su commissione suscitando l'ira del padre della ragazza che, dopo averlo orrendamente mutilato e seviziato, l'aveva fatto morire.
SCHEDA FILM
Regia: Bernard Rose
Attori: Virginia Madsen - Helen Lyle, Tony Todd - Candyman, Xander Berkeley - Trevor Lyle, Kasi Lemmons - Bernadette Walsh, Vanessa Williams (II) - Anne-Marie Mc Coy, De Juan Guy - Jake, Marianna Eliott, Stanley De Santis, Gilbert Lewis, Michael Culkin - Purcell
Soggetto: Clive Barker - racconto
Sceneggiatura: Bernard Rose
Fotografia: Anthony B. Richmond
Musiche: Philip Glass
Montaggio: Dan Rae
Scenografia: Jane Ann Stewart
Costumi: Leonard Pollack
Effetti: Martin Bresin, Dale Ettema, Scott Sand, Brian Latt, Jeffrey Knott, Don Hasting, William Cruse, Steven Carlton Ficke, Cruse & Company, Special Effects Unlimited, Image Animation, Digital Magic Company
Altri titoli:
Clive Barker's Candyman
Durata: 99
Colore: C
Genere: HORROR
Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI
Tratto da: racconto "The Forbidden" di Clive Barker
Produzione: STEVE GOLIN
Distribuzione: WARNER BROS ITALIA (1993) - PANARECORD
NOTE
- REVISIONE MINISTERO MARZO 1993.
CRITICA
"Elegante quando stimola ad esercitare l'arte della visionarietà, "Candyman" convince meno allorchè si lascia espugnare (narrativamente) da troppe emorragie, esoterismi e viscere. Ma gli elementi per inchiodare lo spettatore alla poltrona ci sono tutti, soprattutto nella prima parte condotta a ritmi ipnotizzanti da Bernard Rose, regista che si prende particolare cura degli ambienti degradati: cumuli di spazzatura, murales incrostati alle pareti, sabba suburbani." (Fabio Bo, 'Il Messaggero')
"Delirante anche narrativamente il film si colloca sulla linea degli horror più avanzati, privi di ogni motivazione, all'infuori del proposito di impressionare e impaurire." ('Segnalazioni Cinematografiche')