Un delinquente, morto in carcere, lascia due figlioli, un maschio ed una femmina. Quest'ultima, adottata da una vecchia gentildonna, riceve una buona educazione; mentre il maschio, Armando, cresciuto in un ambiente equivoco, fa vita dissoluta. Egli ha per amante una donna di malaffare, "Calamita d'oro": per soddisfare i capricci di lei, commette delle disonestà, e viene licenziato dall'impiego. Poiché teme di essere abbandonato dall'amante, ricorre alla sorella, dalla quale si fa dare i gioielli. Ma questo non basta. "Calamita d'oro", accetta le premure di un altro pretendente: una lite violenta, scoppiata tra i due, li manda entrambi in prigione. La sorella prega il proprio fidanzato, Renato, giovane avvocato, di voler assumere la difesa di Armando. Renato acconsente e riesce ad ottenere per il suo difeso una tenue condanna; ma durante il processo viene a contatto con "Calamita d'oro": egli trascura la fidanzata per far vita allegra con l'avventuriera. Uscito di prigione, Armando viene a conoscere le nuove gesta della sua ex amica, e per difendere la felicità della sorella, affronta "Calamita d'oro" in un drammatico colloquio, durante il quale quest'ultima, cadendo in un precipizio, trova la morte.
SCHEDA FILM
Regia: Armando Fizzarotti
Attori: Franca Marzi - Rosetta "la calamita d'oro", Piero Palermini - Armando, Beniamino Maggio, Peppino De Martino - Alberto, Natale Montillo - Gaetano, Antonio Gradoli - Renato, Gabriella Pellis - Graziella, Renato Parravicini - Andrea, Anna Pretolani - Matilde
Soggetto: Natale Montillo
Sceneggiatura: Armando Fizzarotti, Silvio Siano
Fotografia: Franco De Paolis
Musiche: Franco Langella
Scenografia: Armando Fizzarotti
Aiuto regia: Ettore Maria Fizzarotti
Durata: 85
Colore: B/N
Genere: DRAMMATICO
Tratto da: dalla canzone omonima di Acampora e di Crescenzo
Produzione: NATALE MONTILLO PER S.A.P.(CASTELLAMMARE DI STABIA - NA)
Distribuzione: SAP
NOTE
- LE CANZONI SONO CANTATE DA: SERGIO BRUNI E ENNIO ROMANO.
- IL FILM FU DISTRIBUITO SOLO NELLE REGIONI MERIDIONALI.
CRITICA
"Dal punto di vista artistico e tecnico il film non ha alcun valore" (Anonimo, "Segnalazioni Cinematografiche", vol. XXV, 1949).