Bruno Davert è un dirigente della cartiera dove lavora da quindici anni. Benché sia un lavoratore serio e coscienzioso, un giorno viene licenziato insieme a un centinaio di colleghi a causa di una ridistribuzione economica. Convinto di essere ancora giovane e di avere competenze soddisfacenti, pensa di poter trovare in breve tempo un altro lavoro simile a quello perduto. Tre anni dopo, essendo ancora disoccupato, Bruno è angosciato perché non trova il modo di continuare a garantire un livello di vita soddisfacente alla sua famiglia, così intraprende una disperata battaglia contro il sistema che l'ha stritolato e per ottenere quello che desidera non esita ad eliminare uno ad uno i suoi potenziali concorrenti...
SCHEDA FILM
Regia: Constantin Costa-Gavras
Attori: José Garcia - Bruno Davert, Karin Viard - Marlene Davert, Ulrich Tukur - Gerard Hutchinson, Olivier Gourmet - Raymond Machefer, Yvon Back - Etienne Barnet, Christa Théret - Betty Davert, Geordie Monfils - Maxime Davert, Thierry Hancisse - Ispettore Kesler, Olga Grumberg - Iris Thompson, Yolande Moreau - Impiegata, Dieudone' Kabongo - Quinlan Longus, Jean-Pierre Gos - Garagista, Vanessa Larré - Predicatrice, Serge Larivière - Ispettore di polizia, Jeanne Savary - Presentatrice Tv, Luce Mouchel - Sig.ra Rick, Philippe Bardy - Edouard Rick, Marie Kremer - Judy Rick, Marie-Pierre Chaix - Sig.ra Ringer, Alain Beaufort - Assistente di Kessler, Eric Bronchart - Ispettore in borghese, Dominique Reding - Ispettore in borghese, Marc Legein - Henri Birch, Gerard Kuhnl - Leon Ringer, Christophe Brault - Giornalista Tv, Michele Berrebi - Procuratore, Robert Guilmard - Automobilista, Alice Kakou - Testimone, Raphael D'Olce, Renaud Rutten, Jean-Michel Balthazar, Luc Brumagne, Michel Carcan - Rolf Kranz, Robert Borremans - Ispettore Otto Zirner, Alain Guillo - Jack, Jean-Maurice Knockaert, Corentin Lobet - Autista, Abdemarek Radi - Benzinaio, Olivier Ravanello - Giornalista Tv, Jean-Claude Grumberg - Testimone, Emilie Raffour - Testimone, Emmanuel Hamon (II) - Commissario, Marie-Rose Roland, Laurence Bremont - Automobilista, Laurence Fremont - Automobilista, Julie Gavras, Catherine Salée - Lydia, Nabil Ben Yadir, Pierre Choul, Stephane Csala, Romain Gavras - Ispettore in borghese, Airy Routier, Laurence Lafiteau, Francine Martel - Custode Blacher, Denis Taurel, Hugues Faget, Hervé Pauchon - Dentista, John Landis - Padre del compagno di Maxime, Serge Devos - Ispettore in borghese, Marie-Hélène Baleau - Sig.ra Birch
Soggetto: Donald E. Westlake
Sceneggiatura: Jean-Claude Grumberg, Constantin Costa-Gavras
Fotografia: Patrick Blossier
Musiche: Armand Amar
Montaggio: Yannick Kergoat
Scenografia: Laurent Deroo
Costumi: Laurence Marechal
Effetti: L'E.S.T.
Altri titoli:
Arcàdia
The Ax
Durata: 122
Colore: C
Genere: GIALLO SOCIALE
Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85)
Tratto da: romanzo "The Ax" di Donald E. Westlake
Produzione: MICHELE RAY-GAVRAS, JOSE MARIA MORALES, JEAN-PIERRE E LUC DARDENNE PER KG PRODUCTIONS, FRANCE 2 CINEMA, STUDIOCANAL, LES FILMS DU FLEUVE, RTBF, SCOPE INVEST, WANDA VISION S.A., CANAL+, EURIMAGES, WALLIMAGE
Distribuzione: FANDANGO
Data uscita: 2006-02-10
NOTE
- PRESENTATO AL FESTIVAL DI TAORMINA 2005.
CRITICA
"Diretto da un Costa-Gavras in stato di grazia, dominato dal sensazionale José Garcia, volto da vittima e un lampo di follia dietro i modi miti del padre di famiglia, 'Il cacciatore di teste' è molte cose insieme. E' un thriller giocato sul filo di una paradossale suspense (maldestro e riluttante, Bruno resta un assassino: ma siamo con lui dalla prima all'ultima scena). E' una commedia nera tutta fatti e dettagli. E' una storia che sembra nascere dalla cronaca ma deriva da un romanzo, per giunta americano: 'The Ax', 'L'ascia', del grande giallista Donald Westlake, brillantemente adattato all'Europa americanizzata del nuovo millennio. Ed è anche l'ennesimo bel film sul lavoro fatto in Francia in questi anni (ricordate 'A tempo pieno' e 'Risorse umane'?), mentre l'Italia al solito dormicchia. Il tutto grazie a uno script che non perde un colpo e oltre a iscrivere questa tragedia in un quadro di allucinante normalità fa di ogni personaggio una porta aperta sul mondo. (?) Una performance sbalorditiva, tutta concentrazione ed interiorità, per un ispano-francese che fino a ieri strappava la risata in film comici." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 10 febbraio 2006)
"In 'Il cacciatore di teste', Costa Gavras intesse un racconto morale e fantasociale. (...) La morale inquietante risiede nella piega che prendono i fatti, nell'esito a sorpresa. La ferocia è tra noi, diversamente da quella dei lager non serve solo a sopravvivere ma anche a conservare il superfluo, destinato a pochi sulla pelle dei tanti." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 10 febbraio 2006)
"Amaro e cinico, 'Cacciatore di teste' tocca il nervo scoperto della crisi dell'occupazione. (...) In un susseguirsi di avvenimenti placidamente crudeli un finto happy end conclude questa amara parabola di Costa Gavras, che ha trovato in José Garcia un interprete ispirato. Se pure talvolta alcune situazioni forzano il sorriso, resta un'amarezza di fondo, che è tipica di questo regista, il cui impegno civile e morale è sempre stato al centro delle sue opere. Ricorda talvolta il Chaplin di 'Monsieur Verdoux', non è poco." (Adriano De Carlo, 'Il Giornale', 10 febbraio 2006)
"Nel perfido e intelligente film di Costa-Gavras, tratto da un giallo di Donald Westlake, un manager dell' industria cartaria licenziato per esubero multinazionale, per evitare la concorrenza, decide di uccidere spietatamente, complice il fermo posta, i quadri sul mercato al suo livello, killer spietato ma di una commedia nera degli equivoci, mantenendo in casa il ruolo nevrotico ma innocente del buon padre e marito. Anche per merito del bravo José Garcia, che fa del male con gran naturalezza come una brava persona travolta dalla solitudine, il film svolge la sua paradossale tesi, fino al finale aperto e pessimista, col professionismo di un autore impegnato ('Z', 'La confessione') che raggira un tema morale in scorciatoia sindacale come un altro dramma sociale, 'A tempo pieno' di Cantet." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 10 febbraio 2006)
"Lo spunto, un romanzo americano di Donald Westlake intitolato 'The Ax'. Nella versione francese si intitolava 'Le couperet' che, più o meno, significava la stessa cosa. Costa Gavras, però, riscrivendolo con la collaborazione di Jean-Claude Grumberg, ha fatto a meno di armi da taglio e ha lasciato che il suo personaggio, inesperto di armi fin al ridicolo, si serva o di una vecchia pistola, o del gas o di un'aggressione con la sua auto. Senza esibire fiotti di sangue o ferite vistose dato che la storia, solo in apparenza è nera perché gli omicidi che vi si elencano servono soprattutto per un'analisi dei turbamenti sociali dei nostri giorni. Con un mezzo quel carattere cui, nonostante cinque crimini, si rischia di guardare perfino con qualche comprensione, per le motivazioni che lo guidano. In cifre in cui, a dominare, è la freddezza: nell'approccio alla storia, nel disegno del suo protagonista, nelle reazioni con cui affronta tutto quello che gli viene incontro, lasciando solo che l'infiammi all'inizio l'idea lacerante della disoccupazione. Se la disegna sul viso calmo José Garcia, anche più calmo quando uccide." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 11 febbraio 2006)