Unione Sovietica, 1961. L'ufficiale medico Daniil Pokrovski è in Kazakistan per collaborare al progetto spaziale sovietico atto a mandare per la prima volta un uomo in orbita. Sua moglie Nina, invece, è rimasta a Mosca e il loro rapporto è giunto ad un momento di crisi. Mentre è via Daniil cede alle attenzioni di Vera, una ragazza che vive con lui la sua prima esperienza con un uomo. Nina cerca di dissuadere il marito, che nel frattempo è tornato a casa, dal partecipare a un progetto dall'esito incerto che potrebbe costare anche delle vite umane. Lo stesso Daniil nutre forti dubbi sull'esito positivo della missione, ma non può impedire che il progetto vada avanti e allo stesso tempo non vuole esserne estromesso dopo tanti sacrifici, perciò torna in Kazakistan. Dopo aver raggiunto il marito sul luogo in cui avverrà il primo lancio, Nina viene a conoscenza della sua relazione con Vera, ma è ugualmente decisa a restargli accanto, anche perché Daniil ha scoperto di essere gravemente malato. L'addestramento dei cosmonauti finisce e viene scelto colui che partirà alla volta dell'universo sconosciuto, ma Daniil, non riuscendo più a sopportare lo stress, fugge il giorno prima del lancio. Da quel momento, le esistenze di Nina e Vera non saranno più le stesse.
SCHEDA FILM
Regia: Aleksey German Jr.
Attori: Merab Ninidze - Daniil Pokrovski, Chulpan Khamatova - Nina, Anastasya Shevelyova - Vera
Sceneggiatura: Aleksey German Jr., Vladimir Arkusha
Fotografia: Maxim Drozdov, Alisher Khamidkhodzhaev
Musiche: Fedor Sofronov
Montaggio: Sergei Ivanov
Scenografia: Eldar Karkhalev, Sergei Kakovkin
Costumi: Elena Malich
Effetti: Evgeny Barulin, Dmitry Tokoyakov
Altri titoli:
Soldato di carta
Paper Soldier
Bumazhnyj Soldat
Bumazhnyy soldat
Durata: 118
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM (1:2.35)
Produzione: PHENOMEN FILMS, "RUSSIA"-TELEVISIONE DELLA FEDERAZIONE RUSSA
NOTE
- LEONE D'ARGENTO PER LA MIGLIOR REGIA E OSELLA PER LA MIGLIORE FOTOGRAFIA ALLA 65. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2008).
CRITICA
"Daniil è il protagonista di 'Soldato di carta' di Alexey German Jr., occhio straordinario di soli trentuno anni già in Concorso a Venezia nel 2005 con 'Garpastum'. Il regista ha uno stile tutto suo: mantenendo quasi sempre il primo piano o al massimo il campo medio, realizza dei lunghi piani sequenza dove la cinepresa scopre con calibrati movimenti laterali lo spazio del film. Non è la camera che va verso i personaggi ma i personaggi che vanno verso l'obiettivo creando l'effetto di un bassorilievo tridimensionale dove la storia ci scorre davanti agli occhi senza capire bene da che lato provenga. E' un effetto magico. Il film vive in orizzontale ma nell'orizzonte lontano vediamo tra la foschia del Kazhakistan le basi da dove partono le enormi capsule che salgono verso il cielo. (...) Il film è abitato da una frenesia a tratti quasi felliniana che non scalfisce la cupezza sexy del protagonista. Se c'è un difetto è forse nella difficoltà del regista di mettere un punto e salutare Daniil. Come se dopo avergli costruito una gabbia invalicabile ai lati, avesse sperato che il suo eroe potesse volare via, invece che trovare il suo destino finale in campo". (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 3 settembre 2008)
"Più coerente e coeso è apparso 'Paper soldier' del russo Alexey German Jr., ambientato nell'Urss all'epoca del disgelo e, in particolare, all'acme della gara spaziale con gli americani. La chiave narrativa - una riflessione sulla legittimità di rischiare la vita umana per affermare la superiorità del proprio paese - è molto interessante, ma recitazione, tono e stile sono apparsi un po' troppo antiquati". (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 3 settembre 2008)
"German jr si misura con gli anni Sessanta, quando la gara per conquistare lo spazio sembrava venir prima di tutto, anche delle vite degli aspiranti astronauti. (...) Il tema ha attraversato tanta cultura russa (e nel film si citano esplicitamente sia Cecov che Lermontov) ma a non convincere del tutto è lo stile della messa in scena, troppo debitrice della parola e di un certo datato psicologismo". (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 3 settembre 2008)
"E' un film sugli errori e le menzogne occultati dai grandi avvenimenti, sui pericoli del progresso: ed è anche un bel film". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 3 settembre 2008)
"Dietro la storia e i grandi uomini, ci sono la cronaca e piccoli uomini, ci dice 'Soldato di carta' di
AlexeyGerman jr, presentato ieri in concorso alla Mostra. (...) L'apice del prestigio sovietico è qui mostrato con crudele piglio disfattistico. Accanto al cosmodromo, poi, c'è il Gulag: solo che i prigionieri, tali dagli anni Trenta, vogliono restarci, non sapendo più dove andare. Filmato
con la stessa solennità cara al padre, 'Soldato di carta' mostra però una vicenda non comune e lo fa con magistrale guida degli attori. E il mito di Gagarin sopravvive anche ai limiti di chi gli stava intorno". (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 3 settembre 2008)
"Le risposte che dà il film sono come il fluire stesso della vita, un possente racconto a cui possiamo partecipare perché ricco di riferimenti culturali, cinematografici e letterari: il cinema stesso dell'epoca del disgelo si nutriva di poeti e scrittori vietati. Gli artisti erano anche loro la carne viva sacrificata. German jr. è maestro nel raccontare attraverso una povera realtà i grandi eventi con folgoranti immagini sintetiche capaci di racchiudere anche i tempi futuri. Lo Sputnik, il sogno di un'epoca, è raccontato come la storia dei pionieri non solo dello spazio, ma anche dell'umanità nuova in costruzione, che, se vuole, le ali può rischiare di bruciarsele". (Silvana Silvestri, 'Il manifesto', 3 settembre 2008)